Neuroscienze, neuroetica, filosofia della mente, psicoterapia

lunedì 28 luglio 2014

Il fantasma del migrante e le neuroscienze


Il fantasma del  migrante e le neuroscienze

Mentre diventa sempre più inquietante la tragedia dei migranti  cresce  nell’immaginario degli italiani il fantasma del migrante minaccioso e pericoloso. Ormai quasi tutti si sono assuefatti all'immagine dei barconi che naufragano, delle decine di vittime ripescate nel mare, donne e bambini. E neanche le immagini  ci toccano più di tanto   perché la tragedia la vediamo a distanza, quasi come un film e allora  le emozioni (quelle che ci fanno specificamente umani e che appartengono anche agli animali dotati di un cervello complesso) non scattano.   Le neuroscienze ce ne danno una spiegazione: se una tragedia accade direttamente sotto i nostri occhi (c’è vicinanza,  prossimtà, a volte interazione) scattano  le aeree cerebrali responsabili delle emozioni.  In un vecchio episodio de Ai confini della realtà, ripreso da un film più recente, ad una persona, che si trova in difficoltà finanziarie, viene proposto, in cambio di mille dollari, di schiacciare  il pulsante di una scatola. Quando questo accadrà un altro morirà. Dopo  una notte insonne, in preda al dilemma morale, dopo aver riesaminato la sua situazione economica, lui schiaccia il pulsante. Sulla umana pietas aveva avuto il sopravvento la componente razionale: erano scattate, diremmo oggi, le aeree cerebrali preposte al pensiero razionale. 

martedì 8 luglio 2014

Il cogresso della "Società di Neuroetica e Filosofia delle neuroscienze": un dialogo proficuo tra scienza e filosofia


 

La Neuroetica, neologismo nato negli anni ’90, è un contesto disciplinare al confine tra alcune scienze specifiche (neuroscienze, psicologia, filosofia della mente, genetica molecolare e teoria dell’evoluzione) e la filosofia, in particolare nella  declinazione dell’etica. E’ un campo complesso sia in termini di riflessione tematica che di metodo. Si è tenuto nei giorni 14 15 16 maggio scorsi, a Padova, il primo congresso della “Società Italiana di Neuroetica e Filosofia delle Neuroscienze”(SINe), società recentemente costituita, con il tentativo di costruire un dialogo proficuo  tra neuroscienze, genetica e filosofia. Un Congresso che apre agli scenari complessi ed interdisciplinari della filosofia d’oltreoceano, scenari del tutto nuovi in Italia, chiusa per troppo tempo nell'ambito della filosofia continentale ed idealistica. Sembra realizzarsi quell’ipotesi di James Mark Baldwin, filosofo e psicologo, allievo di W. Wundt e F. Paulsen, che proponeva all’inizio del secolo scorso, una proficua collaborazione tra filosofia e scienza empirica (Social and Ethical Interpretations in Mental Development-1906). Magari anche l’ italia domani avrà un Daniel D ennett..Comunque, l’obiettivo della SINe è quello non solo di promuovere la conoscenza e la ricerca nell’ambito di discipline di confine, ma anche di suscitare l’interesse di potenziali giovani ricercatori. Il congresso, che ha visto la presenza di uno dei più grandi  neuroscienziati contemporanei, Michael Gazzaniga (a lui si deve la teoria  dell’”interprete mentale”), ha affrontato una serie di temi cruciali. L'uso della risonanza magnetica funzionale, strumento ormai utilizzato da 20 anni e che permette un'indagine non invasiva del nostro cervello mentre siamo attivi in un determinato comportamento, ha permesso di conoscere molti meccanismi che sono alla base della nostra mente e dei nostri comportamenti quotidiani.( Sono le  neuroscienze che hanno consentito  una delle più significative e note scoperte  degli ultimi anni, fatta appunto dal nostro Giacomo Rizzolatti, quella dei neuroni specchio). Sono nate perciò una serie di branche  cui le neuroscienze si applicano: la neuroetica,  la neuroestetica, l neuroeconomy, la neuro politica, ecc… . Insomma progressivamente le neuroscienze vanno  applicandosi a tematiche che una volta appartenevano ad altri contesti disciplinari. Ma quanto più procediamo nella conoscenza di noi tanti  più problemi e questioni etiche si pongono e, nel contempo, si aprono scenari inquietanti. La conoscenza del nostro cervello e di come noi funzioniamo ha, infatti, enormi ricadute nell'ambito del diritto, della farmacologia (esistono determinati farmaci che possono facilitare l'enhancement di alcune capacità mentali e che possono essere considerati una forma di doping), del concetto stesso di responsabilità, colpa e pena (può essere ritenuto responsabile il soggetto che presenta nel codice genetico gli alleli della antisocialità?)

(Per saperne di più : Buoni si nasce, soggetti etici si diventa.La costruzione delle mente etica tra neuroscienze, psicologia, filosofia, Ed. Pendragon)  

Maria Felice Pacitto-Membro della Società italiana di Neuroetica e Filosofia delle Neuroscienze(SINe)