Neuroscienze, neuroetica, filosofia della mente, psicoterapia

venerdì 10 ottobre 2014

Neuroscienze. La memoria: "Il cervello, usalo al meglio!"

                                                       Psiche e cervello
                    
                                 La memoria
               "Il cervello, usalo al meglio"
          
                              mercoledì ore 17 e30
                    sala diàlogos- via Molise,4, Cassino


Per informazioni: "Centro Psicologia Umanistica e analisi Fenomenologico-Esistenziale"
email: mariafelice@humanistic-psyc.it

mercoledì 1 ottobre 2014

Eugene Bleuler e la macchina di Turing


E’ stato rieditato da La Scuola Editrice- Brescia il trattato di psichiatria di Eugen Bleuler che risale al 1916. Tre anni prima Karl Jaspers  aveva pubblicato la sua Psicopatologia. Bleuler, che aveva accolto come suo collaboratore Carl Gustav Jung, fu tra i primi non ebrei ad iscriversi alla Società psicoanalitica attribuendole l’imprimatur della scienza ufficiale. Questo la dice lunga sulla innovatività ed apertura di questo scienziato della mente.  Di Bleuler si narra un aneddoto: in tempi in cui i disturbi psichici gravi erano curati con pratiche di una violenza inaudita (non c’erano ancora gli psicofarmaci), Bleuler aveva introdotto l’ergoterapia.  Un giorno un gruppo di malati fu condotto in un bosco per tagliare la legna. Solo giunti sul luogo ci si rese conto che si erano affidate a persone non in grado di gestire le proprie emozioni strumenti che avrebbero potuto essere vere e proprie armi pericolose. Non successe nulla.Oggi diremmo che la fiducia, magari l’empatia, aveva sicuramente modulato  il loro comportamento.Il Trattato di Psichiatria di Bleuler , magistralmente recensito in una rubrica del Sole 24Ore di qualche tempo fa dal prof. Linciardi, è stato uno dei primi libri del settore che io, da adolescente appassionata di mente e cervello, ho letto appena tradotto in italiano nella collana Feltrinelli.Mi colpì soprattutto l’attenzione che Bleuler dava allo stile espressivo dei pazienti  come sussidio per la diagnosi: si notavano l’espressività, le divagazioni, le allitterazioni, le iperboli, i giochi di parole. Ma soprattutto mi colpì il fatto che Bleuler valutasse il patrimonio cognitivo attraverso un semplice test : chiedeva al soggetto di riassumere un racconto o una storia  appena letta . Si valutava la capacità dl soggetto di enucleare l’essenziale, la capacità di coglierne il senso. Infine si consigliava di intavolare un discorso su alcuni argomenti astratti (il lavoro, la bellezza, lo Stato, ecc..) Non era una sorta di test di Turing avant lettre?