Neuroscienze, neuroetica, filosofia della mente, psicoterapia

domenica 9 novembre 2014

"Eichmann o la banalità del male":.Il centro di psicologia Umanistica ed Analisi fenomenologico-Esistenziale presenta il film :"Hannah Arendt", Dibattitto con i proff. Giuseppe grilli, Fausto Pellecchia, Maria Felice Pacitto


Il Centro di "Psicologia Umanistica ed Analisi Fenomenologico-Esistenziale"
presenta
"Eichmann o la banalità del male
per l'occasione verrà proiettato il film 

 “Hannah Arendt”

Di Margharete Von Trotta

                                                     Venerdì  14 Novembre ore 16

                                                                Sala San Benedetto

                                                     Banca Popolare del Cassinate

 Intervengono:

Prof. Giuseppe Grilli (Università  Roma 3)

Prof. Fausto Pellecchia (docente  Ermeneutica filosofica)

Dott. Maria Felice Pacitto (psicologa psicoterapeuta)

 

lunedì 3 novembre 2014

Neuroscienze.La memoria:ciò che ci consente di essere noi stessi


Neuroscienze.La memoria: ciò che ci consente di essere noi stessi

  “Siamo ciò che siamo in virtù di ciò che abbiamo imparato e di ciò che ricordiamo” così dice Eric Kandel, uno dei più grandi neuroscienziati contemporanei , premio Nobel nel 2000 per la scoperta dei meccanismi alla base della plasticità neuronale strettamente collegati all’apprendimento e cioè al fare esperienza e ai processi di memorizzazione. Della memoria, oggi, si sa abbastanza anche se non ancora a sufficienza. Essa è una funzione fondamentale per la vita psichica e per la vita in generale. Preposta ai processi di apprendimento e, dunque, alla acquisizione della esperienza, consente la formazione della nostra identità. Che cosa saremmo se non ricordassimo il nostro passato, remoto e più vicino, fatto di relazioni umane, di eventi significativi per noi, di atti da noi compiuti, di credenze,ecc.. Nulla assolutamente nulla. Ne abbiamo una conferma da ciò che accade nelle persone affette da Alzheimer, nelle quali la memoria, appunto, si disintegra.  La memoria dunque è la  nostra identità. E’ per questo che ci allarmiamo per una semplice dimenticanza. L’invecchiamento determina un deterioramento nelle abilità di memoria  e, talora, anche dei processi cognitivi a causa della perdita di neuroni e della riduzione del numero di sinapsi. Ma non per tutti, per il semplice fatto che il cervello ha delle strategie di compensazione . Infatti il numero di neuroni posseduto è di gran lunga superiore a quello usato e necessario al funzionamento psichico. Pertanto un buon numero di neuroni  funge da riserva e subentra a quelle che degenerano. Inoltre il cervello è plastico, ha la possibilità di rimodellarsi grazie agli stimoli ambientali  stabilendo nuove connessioni sinaptiche e creando nuovi circuiti cerebrali.  Infine la neuro genesi: una volta si pensava che il numero di neuroni posseduto era quello avuto in dotazone alla nascita. Oggi si sa invece che il cervello continua a rigenerarsi  ( in alcune zone specifiche)in età adulta sempre sotto l’azione degli stimoli ambientali cioè del fare esperienza. La neuro genesi adulta si verifica alcune zone:  ventricoli e ippocampo. Allora se l’ippocampo ha un ruolo determinante nella stabilizzazione della memoria a lungo termine e se è ancge la sede della neurogenesi significa che devo mettere sempre nuova carne a cuocere, devo sempre apprendere se per far nascere nuovi neuroni e mantenere il mio cervello in ottime condizioni ovvero per “invecchiare con successo”, cosa che dovrebbe essere l’obiettivo di ciascuno di noi. Ma bisogna pensarci fin da giovani!