Neuroscienze, neuroetica, filosofia della mente, psicoterapia

venerdì 10 luglio 2015

Il caso Henry Molaison: il caso più studiato della medicina. Si è tornati a parlarne in occasione del libro di Suzanne Corkin (Prigioniero del presente), la neuroscienziata che lo ha studiato per 45 anni.

Il caso Henry Molaison
Nel 1953 all’età di 27 anni Henry Molaison, sofferente di una grave forma di epilessia (poteva avere fino ad 11 attacchi in un giorno), fu sottoposto ad un intervento devastante . Divenne il caso più studiato in tutta la storia della medicina. Escoville,  un giovane medico  spregiudicato, individuò l’origine dei suoi attacchi nel lobo temporale mediale e procedette alla ablazione di tre quarti dell’ippocampo, del giro paraippocampale e dell’amigdala. All'epoca si sapeva poco della funzione di queste strutture cerebrali. L'ippocampo fu succhiato attraverso una cannula. Henry, dopo l’intervento, non riusciva più a consolidare nuovi ricordi. Le sue esperienze soggettive  (persona  incontrate,  emozioni gioioe o dolorose, ecc..), duravano qualche manciata di secondi. Ricordava l'infanzia ma non quello che era successo dopo l'operazione.Il che, da un punto di vista neuropsicologico, significava che la formazione di tracce mnemoniche stabili e il loro recupero attengono a sistemi neuronali diversi. Riusciva però ad apprendere nuove abilità motorie (memoria procedurale)anche se non ricordava di averle apprese. I suoi deficit cognitivi erano relativi a funzioni in cui era coinvolta la memoria semantica. E, comunque, mostrava abilità intatte nel test d’intelligenza e capacità di linguaggio normali. Era anche in grado di disegnare la piantina della sua abitazione, in cui si era trasferito cinque anni dopo l’intervento. Questa capacità era dovuto alla integrità della parte posteriore del giro paraippocampale. Davvero sorprendente è come Escovil all’epoca dell’ntervento fosse poco turbato dalle conseguenze dell’intervento eseguito.  Tornò a casa e disse alla moglie: "Sai,  ho cercato di togliere l'epilessia ad un paziente e gli ho tolto la memoria".In seguito però  ammise l'errore. Gli era sfuggito questo semplice fatto: quando un neurochirurgo apre una scatola cranica sta attraversando la persona! Di questo caso si e tornati a parlare in occasione della pubblicazione del libro di Suzanne Corkin  (Prigioniero del presente, Ed. Adelphi) che da giovane dottoranda sottpose Molaison  ad alcuni tests e continuò a seguirlo fino ala morte. Anzi continuò a studiarlo attravrso le 2041 fettine in cui il suo cervello era stato sezionato. In tutto 45 anni divita dedicati allo studio di Molaison e della memoria. Attraverso lo studio di molaison ‘è stato possibile un avanzamento significativo nella conoscenza di come la memoria si forma,come si consolida e come viene recuperata, quali proteine la costituiscano.