Neuroscienze, neuroetica, filosofia della mente, psicoterapia

lunedì 26 dicembre 2016


La cena di Natale






Immanuel Kant ne L’inizio congetturale della storia degli uomini  (1798) affermava, con spirito ottimistico, che il genere umano è in costante progresso verso il meglio. Nonostante la devozione che nutriamo per Lui,  il Filosofo non riesce a convincerci. Né ci rasserena l’idea del paleontologo Steven  Pincher, il quale ritiene che, dall’antichità ai tempi nostri, la mortalità per violenza si sarebbe ridotta da dieci a cinquanta volte grazie ad una serie di artefatti socio –culturali ce avrebbero pacificato la vita sociale (idee di giustizia, uguaglianza, ecc..).Troppo abbiamo visto e subito negli ultimi anni e l’ultimo, che si sta chiudendo, è stato dei peggiori.  Ad incominciare dalla politica: prima Brexit, poi Trump, poi il  Referendum. Il crescendo del regresso della ragione e del dominio della “pancia”, cui corrisponde, simmetricamente, la crisi e la dissoluzione della classe politica. Che cos’è, adesso, questa corsa al voto, invocata da tutti, come se fosse la soluzione di tutti i mali della politica italiana. Chi dovremmo votare?  Esistono soggetti, alternativi a quelli attuali, degni della nostra fiducia? Non corriamo il rischio, data la rabbia in circolo contro tutto e tutti (L’Europa, Renzi, le banche,i migranti, i poteri forti..) tranne che nei confronti dei rabbiosi, di votare altrettante/i  Raggi?Colpisce l’intemperanza e l’immodestia  di questa signora, assolutamente incapace,  per essersi proposta ed per aver accettato la conduzione di una città come Roma, conduzione che avrebbe fatto tremare politici di ben altro calibro.

Ma più delle figure barbine della Raggi, ci angosciano i barconi dei migranti che continuano a morire a centinaia sotto gli occhi impotenti dei governi; le atrocità della guerra in Siria, la mattanza di Aleppo,la persecuzione dei cristiani in Medio Oriente, in Egitto, in Darfur, la persecuzione e gli abusi nei confronti delle donne in Afghanistan e l’Isis che continua a colpire  inesorabilmente, proprio quando gli animi vogliono rilassarsi, prendere una tregua, con i rituali natalizi, dai brutti pensieri e dallo stress procurato dal bombardamento continuo di  notizie drammatiche. Sì perché le persone vogliono, e hanno bisogno, di prendere una pausa , di dimenticare per un momento, ritrovare una qualche certezza. Le tradizioni sono prodigiose in questo senso perciò non si manca quasi mai l’ appuntamento con le feste natalizie :  un modo per rimanere legati ad un passato più gioioso e sereno in cui tutto sembrava scorrere tra minori tormenti, con più certezze e solidità. Nel Natale si ricercano momenti di pace, di pausa dalle incertezze e dalle tempeste del mondo, ripetendo i medesimi rituali ogni anno: la corsa ai regali (oggi meno impegnativi, solo sciocchezzuole), girando  per i mercatini, assaporando  quei piatti della tradizione  che ben conosciamo, quelli cucinati da mamma o da nonna, sempre gli stessi , che, assieme ai ricordi, portano, tra le mille incertezze del mondo, la sicurezza che qualcosa di stabile, cui potersi ancorare, rimane nel tempo.