“Per quanto la
rivoluzione neuroscientifica abbia avuto luogo, essa è però ben lontana
dall’aver dato tutti i suoi frutti. Ora dobbiamo attraversare un passo alla
volta l’immensa terra incognita che ancora separa le scienze biologiche dalle
scienze umane e sociali”(Jean-Pierre Changeux)
Secondo Changeux gli esseri umani hanno, a differenza delle
altre specie animali, la capacità di incorporare la storia perché
l’organizzazione del cervello umano si è sviluppata nel tempo risentendo
dell’ambiente sociale e culturale. E i
passaggi del lungo processo evolutivo si trovano conservati nell’assetto del nostro cervello, in cui antiche strutture
cerebrali coesistono accanto a strutture più recenti capaci di attivare
comportamenti più complessi. Il sovradimensionamento della corteccia cerebrale
ha permesso l’aumento dello spazio cosciente con tutto quello che ne consegue:
la capacità di imitare e di comprendere le interazioni sociali, le funzioni
cognitive più elevate,la razionalità stesse. Cruciale in tali
comportamenti è ruolo della corteccia
prefrontale. Le strutture corticali più recenti
possono inibire le strutture più antiche responsabili dei comportamenti emotivi. L’architettura cerebrale è il
risultato del processo di connessioni sinaptiche tra cellule nervose che si
attiva secondo un meccanismo di prove ed errori, senza un disegno intelligente,
secondo un meccanismo selettivo di distribuzione di alcune sinapsi ed
eliminazione di altre. Il processo inizia dallo stato embrionale fino all’età
adulta in cui i neuroni e le sinapsi continuano a svilupparsi. Il cervello
umano acquisisce attraverso l’apprendimento dei tratti propri della storia
sociale e culturale del gruppo umano al quale appartiene. Quest’evoluzione è
favorita da una caratteristica specificamente umana: uno sviluppo postnatale
molto più lungo rispetto alle altre specie, in cui la proliferazione e
l’eliminazione sinaptica proseguono oltre l’età della pubertà. La
stabilizzazione selettiva delle prime rappresentazioni del mondo conduce alla
selezione di una mappa di “relazioni
funzionali comuni” proprie ad un oggetto di senso. Così per prove ed
errori il bambino e poi l’adulto costruiscono
un universo simbolico che consentirà la comunicazione sociale e la
sopravvivenza.
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