Neuroscienze, neuroetica, filosofia della mente, psicoterapia

domenica 23 luglio 2017

III Convegno di Neuroetica a Cassino 1 aprile 2017

Dom Donato Ogliari, Abate di Monteccassino
Dom Donato Ogliari e Tenente Emanuele Grio, comandante del Norm. della Compagnia dei carabinieri di Cassino.


Rossella Guerini, assegnista presso l'Università Roma 3


Sarah Songhorian, assegnista presso l'Università San Raffaele di Milano
Nicola Canessa, Professore presso lo IUSS di Pavia

                                                         
                                       Marco Celentano, Professore presso l'Università degli Studi di Cassino.






venerdì 14 luglio 2017

"Empatia: mito e realtà di un 'emozione chiave" di Sarah Songhorian: relazione al III Convegno di Neuroetica e Filosofia delle Neuroscienze a Cassino.


Sarah Songhorian (Università Vita e Salute- San Raffaele di Milano).”Empatia: mito e realtà di un’emozione chiave”. Come si valuta l’empatia? E’ consapevole o inconsapevole? E’ necessaria per attivare il comportamento morale? E, allora, chi ne è privo, come si suppone nei soggetti autistici, non è capace di moralità? E non è forse vero che soggetti psicopatici sono capaci di empatia (abilità che utilizzano per fare il male). O non è forse la simpatia (così come è stata teorizzata filosoficamente e psicologicamente) che ci interessa di più da un punto di vista della morale? Queste le domande poste dalla dott.ssa Songhorian, che ha problematizzato da un punto di vista filosofico ed epistemologico ma sempre in connessione con la ricerca scientifica.

martedì 4 luglio 2017

"L'attenzione e il multitasking: che cosa riusciamo a fare simultaneamente?" di Rossella Guerini (Università Roma 3): relazione al II Convegno di neuroetica e filosofia delle Neuroscienze a Cassino.



Rossella Guerini (Università-Roma 3). “L’attenzione e il multitasking: che cosa riusciamo a fare simultaneamente?”  Va subito sgombrato  il campo dalla  falsa credenza che si possano fare  più cose in contemporanea. A volte si ha la sensazione che questo possa accadere ma di fatto  una delle due attività è svolta in modo automatico cioè preriflessivo, al di fuori dell’attenzione cosciente.

 Utilizziamo sempre l’attenzione? La risposta è no. Diversi studi nell’ambito delle scienze cognitive dicono che quando uno stimolo arriva dall’esterno viene processato in automatico (processo bottom up): noi prestiamo attenzione solo ad un limitato numero di stimoli provenienti dall’ambiente. Per mantenere l’attenzione focalizzata su un determinato stimolo c’è bisogno di risorse cognitive specifiche e di reclutare le aree prefrontali. Ma  nel momento in cui facciamo

lunedì 3 luglio 2017

"Che cosa ci guida nelle nostre scelte economiche?" di Nicola Canessa (IUSS-Pavia): report della relazione al III Convegno di Neuroetica e Filosofia delle Neuroscienze a Cassino



Nicola Canessa (Professore presso lo  IUSS di Pavia)”Che cosa ci guida nelle nostre scelte economiche?”  (La  ricerca del prof. Canessa si applica  ai meccanismi della scelta e della decisione anche economica e, dunque, si sviluppa anche nell’ambito della neuroeconomia.) La neuroeconomia è un ambito di ricerca interdisciplinare volto a costruire un modello neurobiologico dei processi inferenziali e decisionali, sottesi alle scelte, attraverso l’integrazione dei risultati di molteplici settori quali: neuroscienze, economia, psicologia cognitiva, intelligenza artificiale. Le metodiche usate, strettamente legate allo specifico tema di studio, vanno dall’uso degli strumenti  di neuroimaging (fRMS, Pet), ai metodi di stimolazione transcranica  allo studio delle basi genetiche. Essa si applica allo studio dei seguenti temi: “Come prendiamo decisioni razionali?” “E si tratta veramente di decisioni razionali?” “Quali sono i correlati neuronali delle nostre decisioni?” “Quanto le nostre decisioni possono essere alterate dalla psicopatologia?” Il tema  di fondo della neuroeconomia è il dilemma tra emozioni e ragione: quanto siano determinanti le prime o la seconda Tra i temi analizzati anche: come le nostre decisioni siano influenzate da quello che succede agli altri, cioè come ci comportiamo  quando non abbiamo un punto di riferimento per valutare il nostro Sé e usiamo gli altri come termine di paragone.