Neuroscienze, neuroetica, filosofia della mente, psicoterapia

sabato 25 dicembre 2021

 

NOVAX e FIDUCIA  (già pubblicato sul quotidiano L'Inchiesta di Cassino)

MI è capitato l’altra sera di ascoltare in un dibattito televisivo, ovviamente sul covid, la meraviglia di alcuni partecipanti (sempre gli stessi) relativa alla notizia che ben 280 medici abbiano rifiutato di vaccinarsi. “Ma come è possibile?” si chiedeva uno “Eppure” continuava” hanno tutti gli strumenti per  capire la gravità della situazione e la necessità del vaccino”. L’ingenuo personaggio televisivo,   sicuramente non sprovveduto, non sa che, a dispetto  di quello che pensiamo, noi siamo esseri irrazionali agiti da bisogni emotivi, pregiudizi, esperienze passate, motivazioni profonde inconsce, credenze, bias mentali (cioè attitudini e schemi mentali che ci caratterizzano da millenni)  e questo anche quando siamo convinti di essere razionali, di saper fronteggiare gli eventi e possedere noi stessi. Sono questi elementi che ci impediscono di avere una conoscenza non dico vera (ci imbarcheremmo in una lunga e difficile questione filosofica della verità della conoscenza) ma ragionevole dei fatti. Il punto è che  pregiudizi, esperienze passate, bisogni emotivi, sistemi di credenze che si sono strutturati nel tempo, costituiscono la nostra identità, il nostro IO a cui siamo abbarbicati.  E’ per questo che è così difficile cambiare opinione, essere flessibili ed accettare argomentazioni supportate dalla ricerca scientifica contrarie alle nostre. Cambiare opinione è come perdere un pezzo di noi stessi. Ed è per lo stesso motivo che andiamo a ricercare fonti di informazione  pseudoscientifiche che confermino quello che pensiamo. E’ evidente che se gli scienziati, nelle loro ricerche, procedessero allo stesso modo sarebbe una grave iattura per l’intera umanità in quanto non ci sarebbe mai alcun progresso. Lo scienziato, al contrario, ricerca ipotesi che contraddicono le sue per poter andare avanti nella ricerca, impostazione, questa, del metodo scientifico che risale addirittura a Ruggero Bacone e ripresa, in epoca contemporanea, da Karl Popper.  

 Il nostro funzionamento cerebrale e mentale dovrebbe essere noto per poter prendere le misure, agire di conseguenza e vivere meglio (è per questo che mi ostino nella diffusione di NEuroetica e Filosofia delle Neuroscienze) ma i cittadini italiani sono quelli che hanno il più basso livello di conoscenze scientifiche. Intanto, sarebbe utile porre la domanda posta dal personaggio televisivo  ad un neuroscienziato, ad un esperto di scienze cognitive o ad un filosofo della mente, che mai vengono invitati a partecipare a dibattiti e trasmissioni televisive, sempre molto affollate dai soliti immunologi, virologi. Fatta questa premessa vale la pena di soffermarci un attimo sui novax. Chi sono realmente? Un esercito variegato, con caratteristiche di personalità diverse e situazioni di vita diverse, ma animati da una comune avversione ai vaccini. Ci sono gli adolescenti attempati, ribelli inguaribili, quelli che vanno contro ogni cosa  venga proposta dal governo e dal “potere”: sono contro e basta. Tra questi si confondono gli arrabbiati cronici quelli che hanno collezionato frustrazioni, delusioni, esperienze di vita negative,  per i quali ogni protesta di gruppo diventa  occasione esplosiva di rabbia e violenza. C’è poi una parte cospicua che è affetta da pregiudizi, credenze, dai su citati bias mentali: sono quelli che si sono fatta una  propria idea o teoria sui vaccini più o meno strutturata antitetica, a quelle ufficiali. Infine una terza categoria di novax è costituita dai sospettosi, dai cosiddetti complottisti, da quelli che temono sempre che qualcosa venga tramato alle loro spalle. Sono affetti da una modalità di pensiero molto vicina al pensiero paranoide.  Ma anche i dubbiosi  cronici (quelli con caratteristiche ossessive di personalità) non scherzano: sono i più numerosi, sono quelli che non si decidono mai anche in altre situazioni di vita, rimandano continuamente, vanno alla ricerca di sicurezze e certezze perché temono di essere danneggiati dai vaccini. E’ evidente che nessuna delle prime tre   categorie possa essere facilmente convinta e possa cambiare opinione in merito ai vaccini. Aggiungerei un quarta categoria: quelli che non si fidano per natura: con  questi, come con i dubbiosi cronici, una informazione attenta e precisa può ottenere qualcosa ma è un’operazione non sempre coronata dal successo. Perché, parafrasando Don Abbondio a proposito del coraggio, la fiducia non te la puoi dare. Fondamentalmente noi ci fidiamo perché abbiamo bisogno di fidarci. Senza fiducia non potremmo vivere . CI fidiamo ad incominciare da quando ci svegliamo: ci fidiamo che quando scendiamo dal letto e mettiamo i piedi in terra saremo sorretti dal pavimento, ci fidiamo del treno che ci porterà a destinazione, ci fidiamo della maestra a cui la mattina affidiamo i nostri frugoli, … e potrei continuare con molti altri esempi di atti di fiducia quotidiana. Sappiamo d’altro canto che in nessun contesto di vita esiste un rischio zero o, detto in altri termini, sappiamo che esiste un’imprevedibilità della vita .  Siamo disposti ad accettare questa profonda verità  per molti contesti della nostra vita  ma non ci fidiamo, assoluto paradosso, dei vaccini, i quali sono stati studiati senza saltare alcun passaggio e secondo gli standard più elevati di valutazione. La fiducia è un’attitudine che va coltivata e sviluppata: primariamente all’interno della famiglia fin da quando si è piccoli. Se ci si sente accolti e amati, ci affidiamo all’adulto che si prende cura di noi. Maturiamo così fiducia e sicurezza che ci portano ad avere fiducia  ed apertura alla vita. Fiducia ed apertura si accompagnano  ad un’altra attitudine: alla cooperazione. Tutti i novax sono autocentrati. Non pensano che vaccinarsi è un atto civico, un atto di responsabilità dovuto alla comunità  e al mondo di cui facciamo parte. Non siamo esseri isolati, siamo tutti interconnessi gli uni con gli altri, in una sorta di un unico grande organismo. Maturare questa consapevolezza è un buon modo per avviarsi a festeggiare il Natale.

Maria Felice Pacitto

venerdì 3 dicembre 2021

GRUPPO D'INCONTRO: "Ansia e paura bloccano la nostra vita: come superarle e riprendere fiducia"

 

Centro di “ Psicologia Umanistico-Transpersonale ed         Analisi Fenomenologico-Esistenziale”

               PSICOTERAPIA, STUDIO,RICERCA 

                 GRUPPO D’INCONTRO

                                                                            


          Gestalt-Mindfulness, Neuroscienze

“Ansia e paura bloccano la nostra vita: come     superarle e riprendere fiducia”

             Sabato 18 Dicembre  Ore 15-19

Nel workshop impariamo a guardare le nostre ansie e paure, a valutare le nostre fragilità e i nostri punti di forza, a sciogliere i nodi che ci procurano sofferenza

                                  Workshop

Il workshop è utile per chiunque voglia fare cambiamenti nella propria vita, aumentare il proprio benessere e la qualità della vita, per quanti sono professionalmente impegnati in ambito sanitario ed educativo.

Il workshop è aperto a non più di 7 persone. Per accedere è necessario rispettare le misure sanitarie previste (green pass e mascherina)

AI PARTECIPANTI VERRA’ RILASCIATO UN ATTESTATO DI PARTECIPAZIONE

*M.Felice Pacitto, psicologae psicoterapeuta, filosofa della mente, istruttrice Mindfulness, è stata allieva e collaboratrice di Rollo May e Ronald Laing. E’ stata tra i primi a sviluppare, in Italia, il metodo dei Gruppi d’Incontro, di cui ha dato una formulazione teorica e metodologica nel testo “Dal Sentire all’Essere”, Ed. Magi

Per informazioni e per la prenotazione (obbligatoria) telefonare al “Centro di Psicologia Umanistica” via Molise,4-Cassino tel/fax:0776/25993(ore 16-19, mercoledì); cell3382481768; www:humanistic-psyc.it; mariafelicepacitto/blogspot;scuola di counsellingpsicologico.blogspot.com.