Neuroscienze, neuroetica, filosofia della mente, psicoterapia

martedì 23 febbraio 2016

La legge Cirinnà.....molto rumore per nulla

 la legge Cirinnà…. Molto rumore per nulla
La legge Cirinnà, proposta di legge preceduta da forti polemiche, prese di posizione, dibattiti e sondaggi. E ognuno ha detto la sua, spesso esternandosi in madornali strafalcioni, arrivati sia da quelli contro (si pensi all’affermazione del pediatra che bambini allevati da coppie crescano disturbati contro ogni ricerca scientifica che dice il contrario) sia da parte di quelli pro ( si pensi al “topico” richiamo alla pederastia greca che nulla ha a che vedere con il concetto attuale di omosessualità). Per non parlare poi dei veteromarxisti e delle veterofemministe per i quali ogni  opportunità di innovazione e di crescita democratica del paese diventa occasione per la stura a vecchie rabbie e acrimonie, e dei fondamentalisti (che ricordiamo non sono una categoria religiosa ma una struttura di personalità), per i quali ogni deroga dal passato diventa il pretesto per ribadire i valori della famiglia e della tradizione.  Che cosa ha di così pericoloso il discusso e ostacolato Disegno di legge n. 2081, presentato dalla senatrice Cirinnà? Nulla, assolutamente nulla. Esso prevede semplicemente la possibilità che anche  le coppie composte da due uomini o da due donne  vedano riconosciuta la loro unione davanti allo Stato. Una legge che arriva in ritardo in Italia che,

lunedì 8 febbraio 2016

Le statue velate, : na cattiva interpretazione del rispetto delle differenze.




Tra reticenze e scaricabarile continuano l’indagine e le polemiche sulla responsabilità delle statue coperte. Su questo si è detto molto e non mi interessa approfondire.  Piuttosto  vorrei soffermarmi su quello che quest’operazione, folle,  ha comportato in termini di identità culturale e non  solo italiana ma dell’intero  Occidente(diversamente non avrebbe destato tanto scalpore sulla stampa internazionale), e di altre questioni, chiunque ne sia stato il responsabile. E’ evidente che al di sotto di tale fatto v’è una male-inteso concetto di quello che significano identità nazionale e culturale, rapporto con le altre culture, con le diversità e differenze,e, ovviamente, cosa significhino  integrazione e  assimilazione. Si è parlato di eccesso di zelo, di svista superficiale : ancora una volta il carattere superficiale della italianità! Un fatto sicuramente ingiustificabile ma, forse, spiegabile alla luce del clima ansiogeno, timoroso che si è venuto a verificare dopo gli attentati terroristici dello scorso anno. Ma è proprio in questi frangenti che bisogna essere razionali (esercitare il frontale!),  valutare e calibrare ogni mossa, anche quella più banale. E sicuramente non sono il timore e la sudditanza che dobbiamo mostrare in questo momento. Ma spostiamoci sul  tema di fondo, fondamentalmente eluso  nella sua complessità e, dunque, destinato a rimanere  irrisolto:  quello della migrazione (problema centrale per i prossimi decenni)e  ad esso connesso quello dell’integrazione.  Che cosa significa  integrazione? È un termine ambiguo e contiguo a quello di assimilazione.  Termini  sfumanti l’uno nell’altro. Un malinteso rispetto per l’alterità porta a privilegiare il termine integrazione, termine   che si muove all’interno di una popolarità: acquisire le norme  della cultura ospite e, nello stesso tempo, mantenere le proprie identità e differenza. Composizione difficile se non impossibile per il semplice fatto che le norme di una determinata cultura non sono mai solo semplicemente tali ma sono molto altro: valori, costumi, sistemi di credenze. L’attuale esodo migratorio viene spesso paragonato all’esodo del popolo ebreo in Occidente. Ma nulla di più diverso. Gli Ebrei che si stanziarono in Occidente volevano assimilarsi e di fatto lo fecero: diventarono  tedeschi, francesi, italiani, ecc. ma  nell’interiorità rimanevano ebrei. Un processo di assimilazione che per molti fu anche conflittuale  e drammatico. Quella ebraicità,  che Sigmund Freud cercò di definire, non impedì l’assimilazione alla cultura europea.  Connubio, ebraicità ecultura mitteleuropea, che dette luogo alle prodigiose  e più innovative espressioni culturali del’900. Non si spiegherebbe diversamente la proliferazione dei grandi scienziati, letterati,filosofi ed artisti del novecento: da Freud ad Einstein, da Zweig a Man, a Husserl, a Jaspers, Schonberg ecc. Hannah Arendt, allieva  del nazista Heidegger,  era ebrea  ma del tutto integrata nella cultura europea:  si accorse (quasi) della sua ebraicità solo quando, con l’avvento di Hitler, la permanenza in Germania era diventata pericolosa. Ora, i migranti che arrivano da noi non vogliono assimilarsi o integrarsi per usare un termine politically correct. O forse, c’è da chiedersi: “Esiste una specificità “islamica” che impedisce l’integrazione?”. Tema difficile e spinoso. Con  l’episodio delle statue siamo andati nel senso opposto:  siamo stati noi ed assimilarci agli altri perdendo identità e specificità, e creando, se vogliamo essere logici, una contraddizione di fondo: come si fa a parlare di integrazione  in qualcosa che ha perso la sua identità e cioè in un nulla? Ha ragione la Merkel che  non ha chiuso le frontiere dopo i fatti di Colonia,  ma ha reso imprescindibile e severa  l’integrazione. È evidente come in Italia sia mancato   un serio dibattito sui temi dell’integrazione e dell’assimilazione, parole abusate e utilizzate nel più “autentico buonismo italico” dai politici, della gente comune, dagli operatori e associazioni che si occupano dei migranti. Forse fa comodo baipassare la complessità del problema e fa comodo soprattutto a quelli che dell’emigrazione hanno  fatto un business?  


mercoledì 3 febbraio 2016


 



  IO DONNA, IO UOMO: INCONTRARSI, CAPIRSI

               Sabato 13 Febbraio ore 15-19

                    Workshop teorico- esperienziale per:

●imparare l’arte della negoziazione

●sviluppare la capacità di risolvere i conflitti

●rinverdire quelle emozioni che la quotidianità della vita di coppia ha corroso

 

L’intimità della relazione richiede cura, affetto, attenzione e si può sviluppare, apprendere, ritrovare.

Le ricerche nelle neuroscienze mostrano che le persone innamorate hanno una vita più lunga, un sistema immunitario migliore, relazioni umane più soddisfacenti, più successo economico.

 

Parte teorica: i temi “caldi” nella vita di coppia, stili di comunicazione, stili di attaccamento.

 

 

Il workshop teorico pratico è tenuto dalla dott.ssa M.F. Pacitto, esperta in video microanalisi (Video Intervention Therapy- Certificate), in teoria dell’attachement applicata alla vita di coppia,specializzata in psicoterapia della coppia e della famiglia.

Per informazioni e per la prenotazione  telefonare al “Centro di Psicologia Umanistica” via Molise,4-Cassino tel/fax:0776/25993(ore 16-19, mercoledì); cell3382481768; www:humanistic-psyc.it; mariafelicepacitto/blogspot;scuola di counsellingpsicologico.blogspot.com.