Neuroscienze, neuroetica, filosofia della mente, psicoterapia

lunedì 27 giugno 2022

Corso Mindfulness in presenza: facciamo rifiorire i nostri sogni


 

                                           M I N D F U L N E S S     


 Tre incontri in presenza e online: mercoledì 6 luglio, mercoledi 13  luglio, mercoledì 20

                               dalle  ore 19 alle ore 20 e 30

  E’ ora di ripartire ma:  “Accogliamo la nostra fragilità e sviluppiamo saggezza facendo rifiorire i nostri sogni”

Pratiche di consapevolezza, pratiche di compassione, gentilezza amorevole, equilibrio, gioia condivisa, riflessioni su testi di saggezza.

 La MINDFULNESS:

riduce ansia, stress, depressione, disturbi ossessivi-compulsivi, somatizzazioni, disturbi del sonno, senso di inadeguatezza di Sè

potenzia le difese immunitarie e la capacità a resistere agli eventi avversi e al dolore della vita

agisce sul dolore cronico e sui disturbi in area psicosomatica (psoriasi)

●promuove la longevità ed il benessere fisico e psichico

 

 

 Il corso è aperto ad un massimo di sette persone

Per informazioni ed iscrizione (obbligatoria): “Centro Psicologia Umanistica Cassino”, via Molise, 4, 0776/25993,cell.3382481768; email:mariafelice@humanistic-psyc.it

 

UNA GUERRA SCHIZOFRENICA

 


Da tre mesi siamo in guerra. Ma è da decenni che alcune zone del  mondo sono in guerra: ma non ce ne eravamo accorti perché guerre troppo lontane da noi e ciò che è lontano non ci coinvolge . Abbiamo goduto di 80 anni  di pace fittizia. Ed ora siamo atterrati improvvisamente sulla realtà. Siamo dinanzi ad una guerra tragica, crudele ma soprattutto paradossale, schizofrenica.  Paradossale perché qualsiasi cosa fai  o non fai sbagli, determini conseguenze gravi  o sei inefficace . Se dai le armi rischi l’escalation della guerra, se non le dai faciliti la falcidia degli ucraini. Qualsiasi cosa tu faccia sbagli. Una guerra diversa da tutte le altre perché è schizofrenica: diamo le armi per combattere Putin ma continuiamo a comprare gas da lui fornendogli così denaro per continuare la guerra. Continuiamo con le sanzioni ma poi ci accordiamo con Putin per la fuoru
iscita del grano dall’Ucraina. Continuiamo a mandare armi ma non proprio Facciamo fatica a tenere insieme o a far coesistere queste due cose opposte. C’è da uscire fuori di testa. Nella nostra mentalità di persone medie l’aggressore è aggressore e ci si difende da lui, il nemico è nemico e non  si fanno affari con lui. Facciamo fatica a far coesistere guerra e ragioni economiche. Una guerra  inaspettatamente lunga.  All’inizio sembrava una situazione (che  comunque avrebbe dovuto essere prevista considerando la complessità geopolitica della zona) semplicemente sfuggita di mano agli organismi politici e alle forze diplomatiche, anche europee, ormai inefficienti e incapaci di comprendere ed affrontare la complessità dei fenomeni politici attuali. Ma le cose sono andate progressivamente complicandosi e non vediamo facili soluzioni. In questi mesi abbiamo visto e sentito di tutto. Dopo un moto collettivo di indignazione contro Putin e di manifesta, sentita solidarietà nei confronti del popolo ucraino, gli italiani si sono spaccati e polarizzati in due schieramenti contrapposti:  Il popolo dei pacifisti antiamericani che vogliono  il blocco dell’invio delle armi a Zelenski e si schierano contro i presunti  sostenitori della guerra, insensibili alle sofferenze del popolo ucraino. Come se la pace non fosse nei desideri di tutti! Non ci è stata risparmiata neanche una deplorevole certa spettacolarizzazione della guerra  mostrata e narrata  dai vari intrattenitori dei salotti televisivi. Non ci è stato risparmiato il gelido, calcolatore, Orsini il quale ci ha ripetuto come un mantra che aiutare Zelenski avrebbe fatto arrabbiare Putin ancora di più ed innescato un’escalation della guerra. Tanto valeva cedere subito a Putin quello che voleva “tanto se lo sarebbe preso lo stesso”.  Ci saremmo almeno aspettato da uno studioso la dichiarazione di un debito. Anni fa uno studioso di fama Paul Watzlawick coniò la formula “la profezia che si autodetermina” alludendo alla situazione di due paesi vicini rivali e sospettosi: uno dei due tira su muraglioni di difesa perché teme di essere attaccato. L’altro si insospettisce ed attacca davvero. Non ricorda forse la vicenda Putin-Ucraina? Ovviamente il muraglione difensivo che insospettisce il vicino sta per la volontà, da parte dell’Ucraina, di entrare nella Nato. La prima parte del ragionamento di Orsini la condividiamo ma non ci piace la seconda per il semplice fatto che se un popolo chiede aiuto, e per la giusta causa di potersi difendere, dobbiamo aiutarlo. Ma il punto è che  esula dall’orizzonte di pensiero di Orsini qualsiasi riferimento a valori quali la legittima aspirazione dei popoli ad autodeterminarsi  e ad essere liberi, valori per i quali vale la pena di combattere e anche morire.  Valori, questi, connessi, a quello fondamentale della giustizia: la guerra  ristabilisce la giustizia nel senso che difende i diritti di un popolo  contro chi non rispetta le norme e lo invade.  Tutti, ora, invocano  la pace, ma può esservi pace durevole senza giustizia? Quanto potrebbe durare la pace? Inoltre, per quanto la guerra sia il massimo dell’incertezza e dell’insicurezza per i cittadini, talora essa è il mezzo per ristabilire la sicurezza della nazione e la Pace. Difendere lo stato è il primo dovere di un governante e anche dei governati, con tutti i mezzi possibili anche con la guerra. Paradossalmente pace e guerra talora sono un binomio inscindibile.

Ma in questo momento sembra si affermi il “si salvi chi può!” Gli europei non stanno mandando le armi che avevano promesso e stipulano accordi economici con Putin: si sono resi conto che le sanzioni colpiscono anche loro e che senza gas l’economia non procede. E anche Biden, nonostante le promesse, invia armi che non sono sufficientemente potenti per vincere e fermare i russi ma solo per ridurne l’impatto. Aiutiamo l’Ucraina ma solo fino ad un certo punto, tale che non disturbi troppo la sucettibilità di Putin e tale che non si debba mai dire che abbiamo lasciato da soli gli ucraini, che pur combattono per i valori che sostanziano le nostre democrazie. E anche l’opinione pubblica  si è fisiologicamente assuefatta alle immagini della guerra e ai reportage televisivi: ormai non si parla quasi più di guerra e del suo andamento.  L’estate avanza perciò non si vuole pensare né soffrire con e per gli altri: è ora di divertirsi e godere!

Maria Felice Pacitto