Comè noto Giacomo Rizzolatti è uno scienziato
dell’Università di Parma che con il suo team ha fatto la scoperta, forse , più
significativa della fine del secolo scorso nell'ambito delle Neuroscienze, la scoperta più nota anche nel mondo extrascientifico.
(Segue una breve sintesi della relazione che Rizzolatti ha tenuto al
congresso di Neuroetica)
I neuroni specchio sono stati scoperti circa 20 anni fa
nella scimmia. La concomitante invenzione
della fMRI (risonanza magnetica funzionale ) permise di vedere come i medesimi neuroni
siano presenti anche nel soggetto umano. L’osservazione di azioni altrui attiva
nell’osservatore le medesime aeree motorie come se fosse lui stesso a compiere
l’azione. Nei neuroni specchio v'è, dunque, un meccanismo che trasforma l'informazione sensoriale in un formato motorio. Il “meccanismo specchio” è presente oltre che nelle aeree motorie,
anche nelle aeree responsabili delle emozioni.
Se vedo un uomo piangere si attivano gli stessi neuroni di quando sono io a piangere: i neuroni specchio sono il meccanismo fisiologico dell'empatia. Questo elemento della scoperta di Rizzolatti e del suo team ne ha determinato la larga diffusione anche tra i non addetti ai lavori. Esistono anche catene neurali specchio che si attivano per decodificare l'intenzione dell'azione motoria: se si tratta, ad esempio, di prendere il bicchiere per bere o per spostarlo.
L’insula anteriore è responsabile della emozione del
disgusto (una delle emozioni di base individuate da ekman). Pazienti che hanno
una lesione bilaterale nella regione dell’insula perdono il senso del disgusto.
E’ descritto, in letteratura, il caso di un paziente con lesione dell’insula,
che commentadinanzi a del cibo sputato per terra: “delizioso!” In uno studio
svolto a Marsiglia il soggetto sperimentale veniva esposto a stimoli naturali
disgustosi (uova marce). L’insula si attivava, ma si attivava anche dinanzi ad
immagini di persone che provavano disgusto. Questo significa che siamo dotati
geneticamente di un meccanismo che ci fa
sentire le emozioni dell’altro direttamente dall’interno. Non si tratta
di una comprensione cognitiva o inferenziale, ma dall’interno: “The
understanding from the inside”.
Recentemente Rizzolatti, con il suo team, ha sviluppato una
metodologia che consente, al contrario della fMRI(mostra solo le aeree che si
attivano in corrispondenza di uno stimolo) di definire anche la dinamica
temporale dell’attivazione. La sperimentazione è stata condotta in collaborazione con il centro chirurgico
per la cura dell’epilessia farmaco-resistente del Niguarda di Milano. E’ stata
registrata l’attivazione cerebrale in 100 soggetti, in cui veniva stimolato un
nervo del braccio, con la stereo-elettroencefalografia, la quale permette di
descrivere nei dettagli la dinamica spazio-temporale dell’attività cerebrale,
grazie alla possibilità di sincronizzare le attività corticali con le diverse
fasi dell’azione osservata. Ciò ha permesso di rivelare come molte di queste
aree si attivino in base ad un meccanismo specchio il quale segue nel tempo le fasi dell’azione. Quando osservo
un’azione di un altro si verifica una progressione temporale delle attivazioni
nel mio cervello come se fossi io a fare
quell’azione.
Un altro esperimento recente, fatto con la stessa
strumentazione, ha dimostrato che la
regione del cingolo anteriore controlla il riso. Ad alcuni soggetti veniva stimolata
elettricamente tale regione: veniva evocato un riso naturale. Se agli stessi
soggetti venivano mostrati filmati di
persone che ridono o piangono, si attivava la zona del programma motorio del
ridere solo dinanzi a scene con riso.
Esso ci permette la comprensione del comportamento altrui in
automatico, fuori di qualsiasi comprensione di carattere cognitivo. E’ come se
lo stato mentale dell’altro diventasse il mio. Gli ultimi esperimenti
confermano il fatto che i meccanismi specchio utilizzano le basi neurali che
servono per produrre movimenti ed azioni per comprendere le azioni ed emozioni
degli altri.
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