Modellare il
cervello umano con organoidi cerebrali: un dibattito tra neuroscienze e
neuroetica
Se
potessimo osservare da vicino il nostro cervello, come si sviluppa, come fa
connessioni e come risponde agli stimoli, che cosa vedremmo? Biologi e
neuroscienziati stanno cercando di rispondere a questa domanda creando, a
partire da cellule staminali umane, dei modelli tridimensionali del cervello.
Questi modelli, chiamati organoidi cerebrali, promettono grandi passi
avanti nella comprensione di malattie che distruggono il corretto funzionamento
neurale, come la schizofrenia o il morbo di Alzheimer, ma al contempo sembrano
anche essere dei complessi puzzle etici. Che uso può esserne fatto? C’è la
possibilità di brevettare le scoperte fatte con essi? Che tipo di consenso va
richiesto a coloro i quali decidono di donare le loro cellule? E, ancora,
quanto avanti si può spingere la scienza nella creazione di modelli del
cervello umano? C’è la possibilità che questi “mini-cervelli” diventino più che
delle semplici colture? E, per finire, è davvero giusto chiamarli
“mini-cervelli”?
In
questo intervento cercheremo di rispondere a questi e ad altri quesiti,
illustrando le potenzialità, ma anche i limiti scientifici ed etici, degli
organoidi cerebrali umani.
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