III Convegno Cassinate di
Neuroetica e Filosofia delle Neuroscienze il 1 aprile a Cassino:
“Emozioni e ragione”.
Anche quest’anno la Sine
(Società italiana di Neuroetica e
Filosofia delle Neuroscienze ) sarà a Cassino con
rappresentanti significativi di questo settore: Alberto Oliverio (Univ.La
Sapienza, Roma): “Come nascono le
emozioni e come evolvono nel corso della nostra vita”, Marco
Celentano(Univ.Cassino): “Menti e culture
animali. Un mondo da conoscere e da difendere”, (Univ.Cattolica, Milano); Rossella Guerini
(Univ.Roma3): “L’attenzione e il
multitasking: che cosa riusciamo a fare simultaneamente?”;Nicola Canessa
(IUSS-Pavia) “Che cosa ci guida nelle
nostre scelte economiche?” ; Sarah Songhorian (Università Vita-Salute San
Raffaele, Milano): “L’emptia. Mito e
realtà di un’emozione chiave”. IL convegno, patrocinato dall’Ordine
Nazionale degli Psicologi e dall’Ordine Regionale degli Psicologi del Lazio è organizzato
dalla dott.ssa Pacitto (Centro di Psicologia Umanistica e Analisi
Fenomenologico-Esistenziale), membro
della Sine , in collaborazione
con gli sponsor : Banca Popolare del cassinate (Presidente dott. Donato
Formisano,Vicepresidente prof. Vincenzo Formisano),azienda FERONE Srl (Gianni
Ferone).
In anteprima
Lo sviluppo delle neuroscienze cognitive, grazie
all’uso di nuovi strumenti d’indagine non invasivi del nostro cervello, ha permesso di conoscere molti meccanismi che sono
alla base della nostra mente e dei nostri comportamenti quotidiani. Sono nate
perciò una serie di branche neuroscientifiche
: la neuroetica, la neuroestetica, la neuroeconomy, la
neuropolitica, ecc… . La Neuroetica
è nata intorno agli anni ’90. E’ un contesto disciplinare al confine tra alcune
scienze specifiche (neuroscienze, psicologia, filosofia della mente, genetica,
biologia molecolare, psicologia cognitiva, teoria dell’evoluzione) e la filosofia,
in particolare nella declinazione dell’etica. E’ un campo complesso sia in
termini di riflessione tematica che di metodo ed è interdisciplinare. Riesce,
infatti, a realizzare quello che sembrava impossibile, cioè un dialogo
proficuo tra saperi scientifici ed
umanistici, che vede lavorare, fianco a fianco, neuroscienziati, biologi
molecolari, psicologi cognitivisti, psicologi evoluzionisti, filosofi della
mente e filosofi morali.
La Neuroetica
può essere intesa in due sensi: innanzi tutto come analisi delle questioni
etiche sollevate dalle scoperte neuroscientifiche e dalla loro applicazione e ,
in questo senso, è al confine della bioetica. In un altro senso può essere
intesa come l’investigazione, secondo una prospettiva naturalistica e, dunque,
cerebrale, di alcuni problemi tradizionali dell’etica e della psicologia
morale. E’ comunque un campo d’indagine sempre meno riservato agli specialisti
e destinato ad entrare inevitabilmente nella nostra vita quotidiana, nella
cronaca e nella società, per le enormi ricadute
nell'ambito del diritto, della farmacologia, della salute mentale e
della vita sociale. Tre anni fa in Italia è nata la Società di Neuroetica e
Filosofia delle Neuroscienze (Sine)
che raccoglie ricercatori e studiosi
italiani .
Il
filo conduttore del convegno di quest’anno sarà il tema “Emozioni e ragione”,
attorno al quale si svilupperanno i temi specifici, scelti in base non solo ad
un interesse di tipo scientifico ma anche alla loro significatività ed urgenza
per la vita quotidiana.
Nella
storia del pensiero occidentale emozioni e ragione sono sempre state
considerate contrapposte, con una attribuzione
di un ruolo subalterno alle prime. Questo forse ha determinato un ritardo nello
studio delle emozioni, dovuto anche alla difficoltà di studiarle. Oggi sono al
centro della ricerca psicologica e neuroscientifica. In particolare l’interesse
per questo ambito si è risvegliato dagli anni ’90 del ‘900 in poi grazie anche
allo sviluppo della neurobiologia animale e delle neuroscienze affettive (Ledoux, Panksepp, Porges) . Con i
nostri fratelli animali noi condividiamo schemi emotivi di base che determinano
alcuni nostri comportamento. Ma in quanto soggetti umani abbiamo una vita emotiva
complessa che può essere fonte del nostro benessere (si pensi all’amore, alla
gioia, alla curiosità, all’entusiasmo, ecc…) ma anche delle nostre sofferenze
(terrore, disperazione, sfiducia ecc..). Le neuroscienze hanno appunto rivelato
il ruolo centrale che le emozioni hanno nella nostro vita personale e
relazionale: siamo cablati per entrare in relazione con gli altri e lo facciamo
attraverso le emozioni. La ricerca sulle emozioni è stata incentivata anche dalla
necessità di far fronte all’aumento dei disturbi dell’area emotiva: dai
fenomeni di disregolazione all’ansia ormai dilagante che si presenta,
quest’ultima, anche in persone considerate mentalmente sane. Le emozioni sono
presenti nella nostra vita anche quando pensiamo di essere razionali e di fare
scelte oculate, come ad esempio si verifica nelle scelte economiche. Un tema di
grande rilievo se si pensa ai disastri economici che si sono verificati
nell’ultimo decennio. Ma le emozioni sono alla base anche dei nostri
comportamenti morali e prosociali: l’empatia è ciò che ci rende solleciti verso
gli altri, come già alcuni filosofi utilitaristici avevano sottolineato. L’empatia,
concetto complesso e, talora, banalizzato, è stato rimesso in circolo dalla
scoperta dei neuroni specchio, fatta alla metà degli anni’90 da Giacomo
Rizzolatti e dal suo staff. Una scoperta che può essere considerata tra quelle
più significative del secolo scorso e per la quale Rizzolatti meriterebbe il
Nobel. ( Demeritiamo per molte cose ma in ambito neuroscientifico in Italia
siamo molto avanzati). E’ stato inserito nel convegno, considerando la sua rilevanza
sociale, anche il tema del multitasking e dell’attenzione, meccanismo, quest'ultimo, complesso e non del tutto esplorato. Mantenere stabile l'attenzione è cosa difficile ma i sono tecniche che possono aiutare a dirigere l'attenzione e a mantenerla stabile come la mindfullness. Siamo in un mondo
dinamico che vuole risposte immediate, veloci, ma la ricerca ci dice che fare
più cose contemporaneamente (ad esempio
guidare e parlare al telefonino) deprime il livello della nostra attenzione con
conseguenze gravi anche per la nostra incolumità. Infine il tema della
psicologia animale: negli ultimi anni si è sviluppata molta ricerca in questo
settore che ha portato ad attribuire alle specie animali più evolute una
coscienza primaria, emozioni e comportamenti prosociali. In particolare la
conoscenza della psicologia dei primati ci aiuta a capire come siamo diventati
quello che siamo. Quello che stiamo scoprendo sugli animali rischia di portarci
a rivedere molte nostre convinzioni rispetto alla razionalità e ai processi
cognitivi.
L’obiettivo del convegno è, oltre a suscitare l’interesse dei ragazzi della scuola secondaria per la
Neuroetica e la Filosofia delle Neuroscienze in modo da aprire nuovi scenari di
scelta di studio e di professione (eventuali, futuri, giovani ricercatori), quello di diffondere le conoscenze scientifiche e le
problematiche morali ad esse connesse tra un pubblico che non sia costituito da
soli addetti ai lavori . Infatti, quelli
affrontati sono temi che riguardano tutti, in considerazione della loro
rilevanza per la salute e per la vita sociale. Non meno importante è l’obbiettivo di accorciare la
distanza tra la ricerca e la pratica di
base : clinica (psichiatrica e psicoterapeutica) medica, educativa.
Il
convegno che si terrà a Cassino, dalle ore 10 alle 16, presso la sala degli
Abati (piazza Corte), prevede la partecipazione gratuita.
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