Mi ha sorpreso il successo dello sceneggiato “La vita
promessa”: un storia d’altri tempi, corale fuori del target delle cose che oggi
generalmente si ama vedere . Uno sceneggiato che rimanda a quelli di una volta.
Ma evidentemente le narrazioni dal grande respiro parlano ancora al cuore
delle persone. Semplicemente perché abbiamo bisogno di narrazioni, di storie,
abbiamo bisogno di raccontarle e di ascoltarle. E’ ciò che ci rende specificamente umani: gli animali non
ne sono capaci. E poi l’allure è data da una strepitosa Luisa Ranieri. E’ lei
che ha il comando e guida tutta la narrazione. Gli altri, l’intero contesto
ruota intorno a lei. Ma perché ci piace tanto Carmela e ci trascina? Perché è
un personaggio complesso, ricco, dalle molte sfaccettature: è un materno solido
che difende e protegge i figli fino a scelte assurde e moralmente discutibili
come l’inganno consumato ai danni della giovane conterranea che si troverà a
sposare Rocco, un ragazzo che a causa di un trauma subito ha gravi problemi
psicologici. Un materno, dunque, che aggancia quel materno archetipico,
ancestrale, in cui affonda l’inconscio dei popoli mediterranei . Ma Carmela è
anche sensuale carnale capace di suscitare desideri e di provarne, sia pure
soffocandoli. E tutto questo L
uisa Ranieri sa renderlo alla perfezione. E poi
questo amore “sospeso”, mai dichiarato, appena accennato, tra l’emigrante che
ha fatto fortuna e Carmela. Un “amore sospeso” che tiene in costante attesa e
curiosità lo spettatore e che si dichiara solo alla fine.Psicologa,Psicoterapeuta,filosofa, istruttrice Mindfulness: alla fonte autentica della Psicologia Umanistica*
Neuroscienze, neuroetica, filosofia della mente, psicoterapia
lunedì 15 ottobre 2018
Perché ci piace tanto "La vita promessa"? Una strepitosa Luisa Ranieri
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