Neuroscienze, neuroetica, filosofia della mente, psicoterapia

domenica 4 novembre 2018

Scuola di Alta formazione in Filosofia, Etica ed Etologia a Cassino.


DIPARTIMENTO DI LETTERE E FILOSOFIA DELL’UNIVERSITÁ DI CASSINO E DEL LAZIO MERIDIONALE
CENTRO INTERUNIVERSITARIO RES VIVA
ASSOCIAZIONE  ANTISPECISTA “SOTTO LE ALI DEL CORVO”
CENTRO STUDI FORTINI-MASI
JANE GOODALL INSTITUTE – ITALIA
ISTITUTO  ITALIANO PER GLI STUDI FILOSOFICI

 

SCUOLA DI ALTA FORMAZIONE IN FILOSOFIA, ETICA, ED ETOLOGIA
Corso 2018
La costruzione delle forme nel mondo animale


Università di Cassino e del Lazio Meridionale - Campus Folcara, 14-15 novembre 2018

Marco Celentano
Presentazione del corso
“Mi ricordo che all’università, studiando biologia, facevamo un gioco: «Dimmi una forma che non abbiano inventato i Radiolari». Trovammo solo una scarpa”.
Così Mirella Delfini, nel suo Mollusco sarà lei (2009), introduceva al primo tra i misteri con cui chi voglia cimentarsi nello studio della filogenesi e ontogenesi delle forme biologiche, o delle preferenze e avversioni per determinate forme e delle abilità nel costruirle, osservabili nel mondo animale, dovrà confrontarsi:
Il vivente iniziò a sviluppare una stupefacente varietà di morfologie, una miriade di forme che poi anche le tecniche e le arti umane hanno ereditato, incorporato, e rielaborato, centinaia di milioni di anni che comparissero occhi in grado di vederle, distinguerle, apprezzarle.
Già agli inizi del Cambriano, più di 500 milioni di anni fa, i Foraminiferi e altri protozoi introducevano, come scrive poeticamente Mirella, “un presagio di bellezza in uno spazio ancora vuoto di forme” (cit., p. 20) o, in ogni caso, plasmato da forze non viventi.
Prendeva avvio, così, insieme al differenziarsi delle forme viventi, anche un altro fenomeno che ha caratterizzato l’intera filogenesi: l’evoluzione convergente verso determinate morfologie, in specie e classi diverse, che vanno dai più semplici unicellulari ai pluricellulari dei diversi “regni”. Convergenze trasversali, dunque, anche a questi ultimi, poiché tra le morfologie vegetali e quelle animali sono riscontrabili migliaia di similitudini e molte di queste, dalla sfera alla raggiera alla bilateralità, hanno, dal punto di vista formale, predecessori negli unicellulari.


La genesi e la differenziazione degli organi sensori e motori animali introdusse, in questo scenario già così variegato, nuove e ulteriori forme di selezione e modificazione, sia delle forme presenti nell’ambiente, sia delle forme  e dei colori degli organismi stessi, rivelandosi di importanza decisiva anche per l’evoluzione del regno vegetale, basti pensare alla coevoluzione tra fiori e insetti.
Fin dall’inizio di questo processo, gli animali hanno imparato, non solo a riconoscere e sfruttare forme esistenti nei loro ambienti di vita, ma anche a produrre forme, modificando e riassemblando materiali presenti nel proprio habitat, decorandosi il corpo, modulandone e coordinandone le sonorità  e i movimenti in complessi rituali.
Gli elaborati rituali che alcune coppie di granchi monogami affinano per anni, eseguendoli insieme prima di ogni accoppiamento, le danze di corteggiamento del ragno pavone saltatore australiano, i “canti” di seduzione emessi dai grilli maschi in prossimità di una femmina, durante il periodo riproduttivo, e molti altri fenomeni analoghi, oggi ben documentati, suggeriscono che “preferenze” e abilità individuali possano svolgere un ruolo nella selezione ed evoluzione delle forme, dei prodotti, e delle attività animali già presso phyla che la tradizione zoologica classificava come “inferiori”, in quanto dotati di un sistema nervoso “non centralizzato”, come gli artropodi.
Mancano ancora, però, nello studio delle differenze individuali in queste tipologie di animali, documentazioni, test, differenziazioni e approfondimenti adeguati, e il consenso sulla loro esistenza o rilevanza non è unanime.
Nei vertebrati, da alcune specie di pesci fino ad uccelli e mammiferi, siamo invece in grado di attestare l’ampia diffusione di un fenomeno determinante anche per l’evoluzione dell’espressione estetica e della comunicazione umane: il maturare delle preferenze individuali nel contesto di tradizioni comportamentali e comunicative, che si trasmettono tramite apprendimento di generazione in generazione, e si differenziano da popolazione a popolazione, all’interno di una medesima specie.

Il corso 2018 della Post-Graduate School of Philosophy, Ethics, and Ethology, undicesimo di una serie iniziata nel 2008, proporrà, avvalendosi come sempre dell’intervento di studiosi altamente qualificati, un’esplorazione di questo vasto universo della selezione e produzione delle forme,  e della genesi delle preferenze formali, quale si presenta nel regno animale.
La prima sessione introdurrà il tema delle origini e dell’evoluzione delle forme biologiche, e quello della filogenesi e ontogenesi delle preferenze “formali” e cromatiche.
Le due successive saranno incentrate sulla disamina di comportamenti e prodotti animali che presentano significative analogie con attività e produzioni umane tradizionalmente catalogate come “estetiche”: dall’autodecorazione negli insetti, di cui J.H. Fabre fu fine osservatore, alle sculture di sabbia del pesce palla giapponese, scoperte solo una ventina di anni fa, agli spettacoli nidi degli uccelli giardinieri, alle “danze” e ai “canti” diffusi a macchia d’olio in diverse classi e specie animali.
Una esplorazione orientata a delineare mappature orizzontali delle attività produttive e delle abilità espressive animali, senza suggerire o istituire tra queste alcun tipo di scala gerarchica, sottolineando, invece, il fenomeno dell’evoluzione convergente verso l’assunzione di determinate forme espressive, e il loro uso nelle tecniche costruttive e nelle attività comunicative. Un fenomeno che si è verificato più volte, nel corso della filogenesi, anche tra specie molto distanti e diverse tra loro, sotto il profilo filogenetico, genetico, ed ecologico (basti pensare, nell’ambito delle modalità espressive, ai “canti” e alle “danze” di corteggiamento) e costituisce, anche per questo motivo, uno dei misteri più affascinanti del mondo vivente.



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