Neuroscienze, neuroetica, filosofia della mente, psicoterapia

lunedì 9 marzo 2020

In occasione dell'8 marzo: parliamo di problematiche adolescenziali iali


E’ da 13 anni  (a Cassino esisteva il deserto!) che L’Associazione di psicologia Umanistica ed Analisi Fenomenologico Esistenziale si occupa di questioni femminili e lo fa secondo una prospettiva particolare, cioè cogliendo “la soggettività e la psicologia del femminile”. Che cosa significa? Interrogarsi su che cosa significhi il femminili cioè che cosa sia l’identita femminile, come è andata costruendosi nel tempo e che cosa sia diventata oggi. Senza trascurare il tema politico (risale a 12 anni fa la proiezione del film “Vogliamo anche le rose”, pregevole, storica ricostruzione  delle tappe che dagli anni’60 in poi hanno segnato la progressiva acquisizione dei diritti parityari da parte delle donne), il focus della ricerca si è sempre rivolta ad indagare le pieghe del femminile, la specificità dei percorsi e la complessità del suo evolversi attraverso i tempi. Si sono dunque avvicendate sul cineschermo da noi organizzato le pioniere della psicoanalisi (Louù Andreas Salomé, Sabine Spilrein), le filosofe che per prime hanno guidato la rivendicazione, da parte delle donne, di riappropriarsi del diritto di pensare e diventare se stesse (Ipazia, Edith Stein, Simone Weil, Hannah
Arendt, Iris Murdoch), le scienziate (Temple Grandin, Diane Fossey), le artiste (Marina Abramovic, Margaret Keane). Non sono mancati seminari e riflessioni su tematiche specifiche: così abbiamo letto di Diotima nelle pagine in cui  ce ne parla Socrate nel Convivio; abbiamo letto Ildegarda di Bingen, Karen Hornay ed Helene Deutch. Né abbiamo trascurato la relazione tra femminile e maschile, analizzata nelle sue zone d’ombra ed ambiguità ( si pensi al tema del gaslight immortalato nel celebre film Angoscia).
Quest’anno si è voluto scegliere il femminile adolescenziale, troppo trascurato e disciolto nella tematica generale dell’adolescenza. Si è scelto, pertanto, un film del 2019, diretto da Francesco Ghiaccio. La trama si snoda intorno  alla storia di tre amiche inseparabili, che devono confrontarsi con i problemi tipici dell’adolescenza: i chili di troppo, il rapporto con i coetanei e con il mondo maschile, il conflitto con le figure genitoriali. Il film si qualifica appunto per la sobrietà e l’aderenza alla realtà del tema trattato senza indulgere in pseudo drammi, senza calcare la mano su effetti e particolari di repertorio, con rispetto e delicatezza verso il mondo adolescenziale
 L’adolescenza, è noto, è fase della vita particolarmente difficile, destinata a reperire molteplici energie psichiche e fisiologiche per le  molte  questioni che l’adolescente deve affrontare. Innanzi tutto il problema della propria identità. “Chi sono io?” “Che cosa voglio?” “Come devo rapportarmi con il mondo” Domande che l’adolescente si pone e che sono di non poca entità considerando che, dalle risposte, si struttura il nucleo base della personalità dell’adulto. Ogni fase della vita ha, infatti, un compito. Quello dell’adolescenza è appunto arrivare al primo nucleo di base della propria identità. E’ troppo dire “trovare se stessi”, in quanto questo è un processo che dura un’intera vita. Una volta si diceva, in ambito psicologico, che la vita dell’adolescente è caratterizzata dal processo alternato del “dentro/ fuori” la famiglia, formula che in parte ha ancora senso e che sta ad indicare l’impellenza che l’adolescente ha di separarsi dalla famiglia ma, nello stesso tempo, il timore di affrontare il mondo e, dunque, il suo bisogno di poter rientrare al sicuro nella famiglia. Oggi, il mondo esterno è diventato più incombente nella vita dell’adolescente, che  si trova spesso ad affrontare  da solo situazioni relazionali difficili e pericolose che mettono a dura prova il suo processo di crescita serena e di acquisizione di una identità.  Ma in primo piano v’è  il tema difficile del rapporto con il proprio corpo, un corpo in trasformazione  (sotto le spinte ormonali)con cui l’adolescente deve prendere confidenza, che deve imparare a gestire e valutare come il suo proprio corpo. Cambiamenti fisici che devono essere integrati in un nuovo senso del Sé psico-corporeo. E non è semplice in un mondo in cui forte è la pressione dei media nell’imporre un’immagine di fisicità e di bellezza standardizzata e normativa cui non è facile sottrarsi. Il tema del corpo è centrale nell’adolescenza e procura, forse, le più grosse sofferenze. La tempesta ormonale trasforma il corpo di una adolescente in quello di una donna ed apre al tema difficile, tutto nuovo,della sessualità e dell’amore romantico.   Non secondario è anche il tema dell’autoaffermazione personale: in un mondo che comanda di avere successo, di essere sempre felici e all’altezza della situazione, sorgono inevitabilmente sentimenti di inadeguatezza ed impotenza. Infine il rapporto difficile con i coetanei. I gruppi adolescenziali sono organizzati intorno a regole e valori, uniformati a quelli narcisistici della società  (autoaffermazione esasperata, arroganza, dominanza, eccc…). Chi non si adegua viene escluso. L’ostracismo da parte dei coetanei è una delle ferite più gravi che l’adolescente patisce considerando gli sforzi che egli/ ella attraversa per separarsi dalla famiglia ed apri
Infine per le adolescente non è semplice, spesso, il rapporto con la madre. Il profilo materno è fortemente cambiato negli ultimi decenni e mostra un’ambiguità di fondo che oscilla tra una manifesta complicità e una concorrenza di fondo.
 Dal modo in cui l’adolescente affronta e risolve le sfide che  questa fase della vita pone dipende la maturità e sanità psicologica dell’adulto. Non sempre tutto si sviluppa in modo lineare: troppi sono i nodi problematici che l’adolescente deve afffrontare, troppa è la pressione di un modello di vita falso: il dover essere belli, intelligenti, sempre all’altezza della situazione, vincenti e di successo!
E’ evidente che mai come in questa fase è facile che l’adolescente se non debitamente sostenuto ed aiutato possa non  farcela, possa soccombere al peso delle richieste  da parte della società e  della famiglia. Quest’ultima rimane il modulatore fondamentale delle problematiche e delle crisi adolescenziali.
Maria Felice Pacitto


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