Edith Stein, ebrea
come Simone Weill e Hanna Arendt. Tre donne filosofe che hanno segnato il
percorso speculativo del secolo scorso. Tre donne il cui discorso si dispiega sullo
sfondo drammatico del nazismo.Voci che hanno saputo interpretare il desiderio
della donna a poter essere piuttosto che ad avere, contro il conformismo
massificante della contemporaneità. Un poter essere che si esprime nella Arendt
attraverso la teorizzazione di una filosofia inserita pienamente nella vita e
nel sociale, nella Weill nella ricerca di una mistica estetica , nella Stein nella comprensione dell’uomo. La loro opera è
inscindibile dalla loro vita. Tre donne filosofe ed ebree il che vorrà pur dire
qualcosa.
Edith Stein nacque a
Breslavia nel 1991. Intraprese nella stessa città gli studi di letteratura e di
psicologia. Nel 1913 si trasferì a Gottinga, attratta dall'ambiente
universitario particolarmente innovativo. A Gottinga si parlava di filosofia
dalla mattina alla sera! Ella era particolarmente dotata, per cui le fu facile
inserirsi nel mondo universitario. Qui divenne allieva e poi assistente di Edmund Husserl, il fondatore della fenomenologia. Discuterà
proprio con lui la tesi di dottorato che
darà luogo al primo lavoro teorico della Stein pubblicato con il nome de “Il problema dell’empatia”. Si tratta
del testo forse più conosciuto della filosofa, tornato in auge soprattutto dopo la scoperta, in ambito neuro scientifico,
delle cellule specchio, che sono appunto i neuroni responsabili delle nostre
capacità empatiche. Dunque nel 1916
divenne dottore in filosofia, cosa molto insolita per quei tempi. Dopo due anni
di collaborazione lasciò il maestro anche se rimase in ottimi rapporti con lui.
Nel 1922 la conversione al cattolicesimo. Racconta lei stessa le circostanze della sua conversione: decisiva
fu la lettura della vita di Santa Teresa letta in una sola notte in un'estate del 21.
La conversione, che all’epoca si verificò spesso, era un tema drammatico per
gli ebrei. L’esser diventata cattolica
non segnò per la Stein il distacco dal suo essere ebrea, anzi la portò ad una
riscoperta della ebraicità. Tentò
successivamente l'abilitazione all'insegnamento universitario ma si scontrò con
una mentalità che non concedeva spazio alle donne, anche se ottenne che
diventasse legalmente possibile. IN questi anni partecipò al dibattito sulla condizione
femminile della donna elaborando il suo punto di vista, innovativo per l’epoca,
di una specificità dell’animo femminile (Formazione
e vocazione della donna)Nel 1931 e 32 le si presentarono altre due
occasioni di insegnamento universitario che sfumarono rapidamente.Andò, dunque,
ad insegnare nell'istituto tedesco di pedagogia scientifica di Munster ma nel ‘33
una nuova legge del Reich impedì agli ebrei l'accesso all'insegnamento. Edith
aveva già intuito da tempo che il nazismo era estremamente pericoloso (LO
paragonava al Maligno) e che gli Ebrei erano in pericolo estremo. Ha la
possibilità di andare ad insegnare in America Latina ma decide, assecondando
una vecchia idea, di entrare al Carmelo di Colonia. Questa decisione non fu
compresa considerando che la Stein era una filosofa molto conosciuta nell’ambito scientifico, amante degli studi e
della ricerca, pienamente immessa nella vita attiva. Nel Carmelo finisce, forse, il testo più
importante della sua elaborazione teorica “Essere finito ed essere
eterno”(1936) che non poté, ovviamente, essere stampato per le leggi
restrittive nei confronti degli Ebrei. In questo testo la grande fenomenologia
tenta una conciliazione tra la fenomenologia ed il pensiero di San Tommaso.
Intanto le condizioni di vita degli ebrei sono diventate impossibili: c'è una vera e propria caccia
all'ebreo. Edith, insieme alla sorella Rosa che l’ha seguita in convento, viene
fatta espatriare in Olanda presso il convento di Echet. Ma nel 1940 i tedeschi
invadono l'Olanda. Essi avevano promesso che non avrebbero perseguitati gli ebrei convertiti prima dell'invasione.
Nel 1942 viene decisa la soluzione finale degli ebrei e incominciano le
deportazioni di massa verso i campi di sterminio. I vescovi olandesi pubblicano
un documento di condanna della persecuzione antisemita. Immediata fu la
risposta vendicativa delle forze
tedesche: qualche giorno dopo il 2 agosto 1942 vennero deportati cattolici
olandesi di origine ebrea. Due agenti della gestapo fecero irruzione nel Carmelo e prelevarono
anche Edith e la sorella Rosa.Furono condotte a
Westerbork, un vero e proprio
campo di smistamento .Il 7 agosto furono trasferite ad Auschwitz.Il 9 agosto
Edith morì in una camera a gas. Nel 1998 Giovanni Paolo II la canonizzò come
martire della e successivamente la proclamò co-patrona d’Europa.
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