la legge Cirinnà….
Molto rumore per nulla
La legge Cirinnà, proposta di legge preceduta da forti
polemiche, prese di posizione, dibattiti e sondaggi. E ognuno ha detto la sua,
spesso esternandosi in madornali strafalcioni, arrivati sia da quelli contro
(si pensi all’affermazione del pediatra che bambini allevati da coppie crescano
disturbati contro ogni ricerca scientifica che dice il contrario) sia da parte
di quelli pro ( si pensi al “topico” richiamo alla pederastia greca che nulla
ha a che vedere con il concetto attuale di omosessualità). Per non parlare poi
dei veteromarxisti e delle veterofemministe per i quali ogni opportunità di innovazione e di crescita
democratica del paese diventa occasione per la stura a vecchie rabbie e
acrimonie, e dei fondamentalisti (che ricordiamo non sono una categoria
religiosa ma una struttura di personalità), per i quali ogni deroga dal passato
diventa il pretesto per ribadire i valori della famiglia e della
tradizione. Che cosa ha di così pericoloso il discusso e ostacolato
Disegno di legge n. 2081, presentato dalla senatrice Cirinnà? Nulla,
assolutamente nulla. Esso prevede semplicemente la possibilità che anche le coppie composte da due uomini o da due
donne vedano riconosciuta la loro unione
davanti allo Stato. Una legge che arriva in ritardo in Italia che, non
dimentichiamolo, è stata redarguita dalla Corte europea dei diritti dell’uomo (
Strasburgo) per la non concessione di questi diritti alle coppie omosessuali.
La legge permette alle coppie omosessuali, che accedono
all’istituto delle unioni civili, di avere diritto all’assistenza sanitaria da
parte del/la compagno/a, all’assistenza carceraria in caso di detenzione , al
poter scegliere la divisione dei beni o meno,
al subentrare del contratto di affitto in caso di morte
dell’intestatario/a – partner, alla reversibilità della pensione. Comporta
anche gli stessi DOVERI previsti per le coppie eterosessuali sposate.
C’è qualcosa di sconvolgente in tutto questo? Direi proprio
di no. IL problema, piuttosto, è quello dei pregiudizi che nei con fronti degli
omosessuali continuano a sussistere nonostante che la comunità scientifica,
nazionale ed internazionale, abbia “certificato” l’assoluta normalità dei
soggetti omosessuali. I maschi gay sono maschi a tutti gli effetti, le lesbiche
sono femmine a tutti gli effetti. Hanno semplicemente un gusto sessuale
differente che non inficia il loro essere persone e la loro identità né la loro
salute psichica. Tra l’altro non v’è nessuna teoria psicologica accreditata che
spieghi lo sviluppo omosessuale da una originaria bisessualità. Si diventa
omosessuali quando si diventa omosessuali. Semplicemente. Comunque sembrerebbe
che la maggioranza ( una maggioranza risicata del 52%)degli italiani, stando ai
sondaggi, è farovole all’estensione dei diritti civili. La cosa cambia però
riguardo alla stepchild
cioè alla possibilità di adottare il figlio biologico del
proprio partner che fa semplicemente capo, nel testo che sarà discusso in
senato,all’art. 5 (Modifiche alla legge 4 maggio 1983, n. 184) all’interno del
CAP. I DELLE UNIONI CIVILI, che recita:
“1. All’articolo 44, comma 1, lettera b), della legge 4
maggio 1983, n. 184, dopo la parola: «coniuge» sono inserite le seguenti: «o
dalla parte dell’unione civile tra persone dello stesso sesso» e dopo le
parole: «e dell’altro coniuge» sono aggiunte le seguenti: «o dell’altra parte
dell’unione civile tra persone dello stesso sesso»”.
Va precisato che questo tipo di adozione, chiamata
particolare o speciale, esiste già (Art. 44 legge sulle adozioni 184/83,
sostituita da legge 149/2001) e che può essere revocabile, come qualsiasi altra
adozione, per indegnità o sopraggiunta incapacità genitoriale dell’adottante o
per violazione dei diritti dei minori.
Il 54% degli italiani sono contrari ad un a legge che ha,
piuttosto, come interesse superiore e primario quello del bambino.La
motivazione addotta dai contrari è che i
figli devono avere un padre e una madre
e che in situazioni diverse i figli crescerebbero “storti”. Si dice anche che
la famiglia ha una base naturale e che si fonda su un padre e una madre.
Affermazioni che contraddicono situazioni reali che esistono: nuclei familiari, rimasti esclusivamente
femminili (ma la stessa cosa vale per
quelli maschili)per una serie di cause quali possono essere la morte del
coniuge o un suo allontanamento per vari motivi, che funzionano benissimo e
provvedono egregiamente alla crescita umana e psicologica dei minori. A questo
punto bisogna chiedersi che cosa significhi la parola “famiglia”. Famiglia è
qualsiasi situazione in cui ci siano sostegno, affettività, presa in carico
responsabile degli altri, funzione di cura, con tutta quella complessità di
competenze che soprattutto questa ultima parola comporta nei confronti dei
minori. E allora esistono famiglie, non biologicamente costruite, che
funzionano meglio delle molte altre cosiddette “regolari” e con “figli propri”,
attraversate da conflitti e violenze come spesso, purtroppo, ci i forma la
stampa quotidiana. Che cosa significa “figli propri” o biologici? Forse che le
paternità e maternità “spirituali” valgono meno di quelle biologiche? Forse che
i figli generati e partoriti si amano di
più di quelli che la sorte ci propone di prendere in carico. Una volta per
tutte chi parla di famiglia biologica ( ed è generalmente chi dà valore alla
spiritualità) si decida: siamo esseri semplicemente biologici o esseri di
“cultura”?
Ormai, da ricerche più che ventennali ed internazionali di
vario tipo, risulta che non esistono
differenze significative tra la prole di coppie dello stesso sesso e la prole
di coppie di sesso differente.
E così
sintetizza(2014) il Prof.Vittorio Linciardi, docente universitario e
psicoanalista, : “Le più importanti associazioni scientifiche
internazionali nel campo della psichiatria, della pediatria, della psicologia
e della psicoanalisi (non ultime le dichiarazioni del Presidente della
Società Psicoanalitica Italiana, Antonino Ferro), sottolineano che bambini
cresciuti da genitori dello stesso sesso si sviluppano come quelli cresciuti da
genitori eterosessuali e che non c’è una relazione tra l’orientamento sessuale
dei genitori e qualsiasi tipo di misura dell’adattamento emotivo, psicosociale
e comportamentale del bambino. Adulti coscienziosi e capaci di fornire cure,
che siano uomini o donne, eterosessuali o omosessuali, possono essere ottimi
genitori”.
Un ultimo dettaglio: la legge Cirannà, che si vota oggi, non
ha nulla a che vedere con l’utero in affitto, pratica discutibile, uilizzata
nel 95% dei casi da coppie eterosessuali, impegnate ad avere il “figlio
proprio”. Ma se sono così bisognose di “dare amore” è proprio necessario
metterne al mondo altri, e in questo modo, quando esistono migliaia di bambini abbandonati
bisognosi di amore e di cure?. In Italia l’utero in affitto è già regolamentato
dalla legge 40: è vietato.
Nessun commento :
Posta un commento