Neuroscienze, neuroetica, filosofia della mente, psicoterapia

martedì 23 febbraio 2016

La legge Cirinnà.....molto rumore per nulla

 la legge Cirinnà…. Molto rumore per nulla
La legge Cirinnà, proposta di legge preceduta da forti polemiche, prese di posizione, dibattiti e sondaggi. E ognuno ha detto la sua, spesso esternandosi in madornali strafalcioni, arrivati sia da quelli contro (si pensi all’affermazione del pediatra che bambini allevati da coppie crescano disturbati contro ogni ricerca scientifica che dice il contrario) sia da parte di quelli pro ( si pensi al “topico” richiamo alla pederastia greca che nulla ha a che vedere con il concetto attuale di omosessualità). Per non parlare poi dei veteromarxisti e delle veterofemministe per i quali ogni  opportunità di innovazione e di crescita democratica del paese diventa occasione per la stura a vecchie rabbie e acrimonie, e dei fondamentalisti (che ricordiamo non sono una categoria religiosa ma una struttura di personalità), per i quali ogni deroga dal passato diventa il pretesto per ribadire i valori della famiglia e della tradizione.  Che cosa ha di così pericoloso il discusso e ostacolato Disegno di legge n. 2081, presentato dalla senatrice Cirinnà? Nulla, assolutamente nulla. Esso prevede semplicemente la possibilità che anche  le coppie composte da due uomini o da due donne  vedano riconosciuta la loro unione davanti allo Stato. Una legge che arriva in ritardo in Italia che, non dimentichiamolo, è stata redarguita dalla Corte europea dei diritti dell’uomo ( Strasburgo) per la non concessione di questi diritti alle coppie omosessuali.
La legge permette alle coppie omosessuali, che accedono all’istituto delle unioni civili, di avere diritto all’assistenza sanitaria da parte del/la compagno/a, all’assistenza carceraria in caso di detenzione , al poter scegliere la divisione dei beni o meno,  al subentrare del contratto di affitto in caso di morte dell’intestatario/a – partner, alla reversibilità della pensione. Comporta anche gli stessi DOVERI previsti per le coppie eterosessuali sposate.
C’è qualcosa di sconvolgente in tutto questo? Direi proprio di no. IL problema, piuttosto, è quello dei pregiudizi che nei con fronti degli omosessuali continuano a sussistere nonostante che la comunità scientifica, nazionale ed internazionale, abbia “certificato” l’assoluta normalità dei soggetti omosessuali. I maschi gay sono maschi a tutti gli effetti, le lesbiche sono femmine a tutti gli effetti. Hanno semplicemente un gusto sessuale differente che non inficia il loro essere persone e la loro identità né la loro salute psichica. Tra l’altro non v’è nessuna teoria psicologica accreditata che spieghi lo sviluppo omosessuale da una originaria bisessualità. Si diventa omosessuali quando si diventa omosessuali. Semplicemente. Comunque sembrerebbe che la maggioranza ( una maggioranza risicata del 52%)degli italiani, stando ai sondaggi, è farovole all’estensione dei diritti civili. La cosa cambia però riguardo alla stepchild
cioè alla possibilità di adottare il figlio biologico del proprio partner che fa semplicemente capo, nel testo che sarà discusso in senato,all’art. 5 (Modifiche alla legge 4 maggio 1983, n. 184) all’interno del CAP. I DELLE UNIONI CIVILI, che recita:
“1. All’articolo 44, comma 1, lettera b), della legge 4 maggio 1983, n. 184, dopo la parola: «coniuge» sono inserite le seguenti: «o dalla parte dell’unione civile tra persone dello stesso sesso» e dopo le parole: «e dell’altro coniuge» sono aggiunte le seguenti: «o dell’altra parte dell’unione civile tra persone dello stesso sesso»”.
Va precisato che questo tipo di adozione, chiamata particolare o speciale, esiste già (Art. 44 legge sulle adozioni 184/83, sostituita da legge 149/2001) e che può essere revocabile, come qualsiasi altra adozione, per indegnità o sopraggiunta incapacità genitoriale dell’adottante o per violazione dei diritti dei minori.
Il 54% degli italiani sono contrari ad un a legge che ha, piuttosto, come interesse superiore e primario quello del bambino.La motivazione addotta dai contrari  è che i figli  devono avere un padre e una madre e che in situazioni diverse i figli crescerebbero “storti”. Si dice anche che la famiglia ha una base naturale e che si fonda su un padre e una madre. Affermazioni che contraddicono situazioni reali che esistono:  nuclei familiari, rimasti esclusivamente femminili (ma la stessa cosa  vale per quelli maschili)per una serie di cause quali possono essere la morte del coniuge o un suo allontanamento per vari motivi, che funzionano benissimo e provvedono egregiamente alla crescita umana e psicologica dei minori. A questo punto bisogna chiedersi che cosa significhi la parola “famiglia”. Famiglia è qualsiasi situazione in cui ci siano sostegno, affettività, presa in carico responsabile degli altri, funzione di cura, con tutta quella complessità di competenze che soprattutto questa ultima parola comporta nei confronti dei minori. E allora esistono famiglie, non biologicamente costruite, che funzionano meglio delle molte altre cosiddette “regolari” e con “figli propri”, attraversate da conflitti e violenze come spesso, purtroppo, ci i forma la stampa quotidiana. Che cosa significa “figli propri” o biologici? Forse che le paternità e maternità “spirituali” valgono meno di quelle biologiche? Forse che i figli  generati e partoriti si amano di più di quelli che la sorte ci propone di prendere in carico. Una volta per tutte chi parla di famiglia biologica ( ed è generalmente chi dà valore alla spiritualità) si decida: siamo esseri semplicemente biologici o esseri di “cultura”?
Ormai, da ricerche più che ventennali ed internazionali di vario tipo,  risulta che non esistono differenze significative tra la prole di coppie dello stesso sesso e la prole di coppie di sesso differente.
E  così sintetizza(2014) il Prof.Vittorio Linciardi, docente universitario e psicoanalista, : “Le più importanti associazioni scientifiche internazionali nel campo della psichiatria, della pediatria, della psicologia e  della psicoanalisi (non ultime le dichiarazioni del Presidente della Società Psicoanalitica Italiana, Antonino Ferro), sottolineano che bambini cresciuti da genitori dello stesso sesso si sviluppano come quelli cresciuti da genitori eterosessuali e che non c’è una relazione tra l’orientamento sessuale dei genitori e qualsiasi tipo di misura dell’adattamento emotivo, psicosociale e comportamentale del bambino. Adulti coscienziosi e capaci di fornire cure, che siano uomini o donne, eterosessuali o omosessuali, possono essere ottimi genitori”.
Un ultimo dettaglio: la legge Cirannà, che si vota oggi, non ha nulla a che vedere con l’utero in affitto, pratica discutibile, uilizzata nel 95% dei casi da coppie eterosessuali, impegnate ad avere il “figlio proprio”. Ma se sono così bisognose di “dare amore” è proprio necessario metterne al mondo altri, e in questo modo, quando  esistono migliaia di bambini abbandonati bisognosi di amore e di cure?. In Italia l’utero in affitto è già regolamentato dalla legge 40: è vietato.

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