Il silenzio oltre a produrre uno stato soggettivo di
benessere, considerando lo stress determinato dall’eccesso di rumori del mondo in
cui viviamo, svolge anche un ruolo di modificazione funzionale e strutturale
del cervello che porta ad un maggiore controllo delle emozioni, aumento del
livello di attenzione, delle capacità di memorizzazione. Molte prove in questo
senso sono date dallo studio degli effetti della meditazione che può essere
considerata una forma dci silenzio strutturato. Studi numerosissimi di
neuroimaging dimostrano, ormai da tempo, gli effetti della meditazione o
mindfulness :potenziamento di attenzione e memoria di lavoro, aumento della
prosocialità, riduzione di ansia e depressione. Su tali effetti benefici v’è
ormai una vasta letteratura. Alcuni studi hanno rilevato come la meditazione
agisca sull’attività di due network cerebrali che lavorano in modo antagonista:
il Default Mode Netrwork (Dmn) ed il Task Positive Network (Tpn) La regolazione
del primo ( corteccia prefrontale mediale, corteccia cingolata posteriore,
ippocampo ed amigdala)permette di ridurre le ansie e le insoddisfazioni
prodotte dalla divagazione mentale e consente di creare uno spazio di lavoro
cosciente per pianificare attività future e progetti sulla base anche delle esperienze
passate. Il secondo sistema (corteccia prefrontale laterale, corteccia
cingolata anteriore, insula e corteccia somatosensoriale) dirige la nostra
attenzione su un compito ed è deputato allo svolgimento di processi che
richiedono controllo. La meditazione aumenta la TPN e diminuisce l’attività
della DMN. Il primo effetto determina un aumento dell’attenzione e delle prestazioni della memoria di lavoro,
il primo effetto determina un aumento delle prestazioni cognitive e un aumento
del benessere. La regolazione della DMN che crea uno stato di calma psicofisico
ed una condizione di silenzio interiore determina incremento delle capacità cognitive.
La meditazione consente delle pause che aiutano un cervello ingolfato a
“rilassarsi” e a diventare successivamente più produttivo. Insomma una sorta di
ricarica. Da un punto di vista neurofisiologico la meditazione induce una
riduzione del livello di alcune citochine tra cui l’interleuchina-1 che
rappresenta un ostacolo naturale al buon funzionamento delle capacità cognitive.
Il silenzio, come molte tradizioni di saggezza affermano,
apre a spazi interiori, facilita l’autoconoscenza e migliora la qualità della
vita influenzando positivamente la concentrazione, la capacità di tollerare gli
eventi avversi, la creatività, l’empatia, il rapporto con il proprio corpo..
L’eccessiva attività della Dmn che si verifica quando non siamo impegnati in un compito, è una conseguenza
della evoluzione che per facilitare la nostra capacità di difenderci dagli
eventi dannosi ci ha predisposti ad anticipare quello che potrebbe accadere. Ma
come ogni meccanismo escogitato dal processo evoluzionistico non è
perfetto: se la tendenza a proiettarci
nel futuro è vantaggiosa per alcune funzioni ci impedisce però di goderci il
presente.
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