Neuroscienze, Genetica e
politica: possono i geni determinare il nostro comportamento politico?
Ormai la genetica e le neuroscienze ci dicono chi siamo. Già
da tempo vengono infatti applicate ai diversi aspetti della vita umana, non
senza mettere in campo una serie di problematiche che non sono solo
semplicemente di ordine scientifico ma di carattere etico e che aprono a
scenari inquietanti, problematiche la cui analisi rimando ad altra sede*.Non
sfugge ovviamente il comportamento politico: le nostre scelte politiche potrebbero essere
influenzate dai geni? Il primo ad indagare le determinanti genetiche dei nostri
comportamenti culturali fu il genetista Nicholas Martin il quale, circa
vent'anni fa, studiando coppie di gemelli, scoprì che questi avevano idee
simili in ambito dell'etica mentre gli altri fratelli no. Più recentemente
altri studiosi, John Alford e Peter Hatemi, hanno riscontrato analoghi
risultati. Anzi a sventare qualsiasi obiezione relativa al fatto che i gemelli
generalmente fanno stessi studi frequentano stessi ambienti, sono andati a
cercare gemelli che hanno frequentazioni diverse, vite diverse. Ebbene i
gemelli omozigoti hanno le medesime idee rispetto al comportamento politico e
al comportamento morale.
In una ricerca più
recente ( sempre di Alford e Hatemi) si sottoponevano i soggetti sperimentali
alla visione di immagini diverse. Si scopriva che i liberal (quelli di
sinistra) si soffermano di più dinanzi ad immagini piacevoli (bambino fekice,
coniglietto, ..) mentre i conservatori (quelli di destra)si soffermano di più
su immagini che suscitano paura o disgusto (una ferita infestata da vermi,..).
I primi inoltre sarebbero più aperti alle novità e più tolleranti, mentre i
secondi legati alle tradizioni, all'ordine e all'organizzazione. E, ancora, i primi sarebbero più tolleranti nei
confronti degli immigrati e dei matrimoni gay al contrario dei secondi. Sarebbero
inoltre più aperti ai cambiamenti. Da piccoli sarebbero stati più autonomi,
empatici e poco inibiti. Stesse caratteritische dei bambini che da adulti, secondo una nota, vecchia ma sempre attuale ricerca di
Gordon Allport, sviluppano il tratto caratteriale della tolleranza. I conservatori più dogmatici, meno inclini al cambiamento. Gli studiosi concludono che l’orientamento
politico sembra emergere già a 4 anni e che vi sarebbe una disposizione
naturale, modulata attraverso le fasi
evolutive.E’ possibile che in un futuro non troppo lontano si vorrà sfruttare
la Neurobiologia per facilitare e
indurre il comportamento politico degli elettori. Comunque si tratta di dati
che meriterebbero una larga discussione. E’ evidente che, se i nostri
comportamenti politici fossero del tutto determinati da geni, sarebbe
impossibile cambiare opinione politica come invece accade in circostanze particolari. Va comunque precisato che nessun lavoro
scientifico ha mai affermato una rigida determinazone tra genetica e
comportamento. Presumibilmente i nostri comportamenti politici sono determinanti dalla interazione di una serie
di fattori quali i geni, l’educazione, le esperienze di vita. Ma
sicuramente una significatività gli studi sul rapporto genetica- comportamento
politico la hanno se consideriamo che difficilmente le persone cambiano
orientamento politico tranne che dinanzi ad eventi traumatici. Molti, negli
USA, dopo la caduta delle torri gemelle, divennero conservatori. Di fatto
ulteriori studi, in ambito neuroscientifico, mostrano come gli elettori cambino
partito quando c’è crisi perché le emozioni (ansia e paura) ci aiutano a
rimettere in discussione le scelte che noi facciamo quasi in modo automatico.
(Questo spiegherebbe anche il successo di Renzi checché ne dica Grillo che ,
deluso e rabbioso per i risultati, accusa gli avversari di brogli elettorali!).Dunque,
alla luce delle vicende della politica italiana generatrice di ansia, stress e depressione,
gli esiti delle scorse elezioni non dovrebbero aver sorpreso!
(Articolo di Maria Felice Pacitto, già pubblicato ne l'Inchiesta)
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