La cena di Natale
Immanuel Kant ne L’inizio
congetturale della storia degli uomini
(1798) affermava, con spirito ottimistico, che il genere umano è in
costante progresso verso il meglio. Nonostante la devozione che nutriamo per
Lui, il Filosofo non riesce a
convincerci. Né ci rasserena l’idea del paleontologo Steven Pincher, il quale ritiene che, dall’antichità
ai tempi nostri, la mortalità per violenza si sarebbe ridotta da dieci a
cinquanta volte grazie ad una serie di artefatti socio –culturali ce avrebbero
pacificato la vita sociale (idee di giustizia, uguaglianza, ecc..).Troppo
abbiamo visto e subito negli ultimi anni e l’ultimo, che si sta chiudendo, è
stato dei peggiori. Ad incominciare
dalla politica: prima Brexit, poi Trump, poi il
Referendum. Il crescendo del regresso della ragione e del dominio della “pancia”,
cui corrisponde, simmetricamente, la crisi e la dissoluzione della classe
politica. Che cos’è, adesso, questa corsa al voto, invocata da tutti, come se
fosse la soluzione di tutti i mali della politica italiana. Chi dovremmo
votare? Esistono soggetti, alternativi a
quelli attuali, degni della nostra fiducia? Non corriamo il rischio, data la
rabbia in circolo contro tutto e tutti (L’Europa, Renzi, le banche,i migranti,
i poteri forti..) tranne che nei confronti dei rabbiosi, di votare
altrettante/i Raggi?Colpisce
l’intemperanza e l’immodestia di questa
signora, assolutamente incapace, per essersi
proposta ed per aver accettato la conduzione di una città come Roma, conduzione
che avrebbe fatto tremare politici di ben altro calibro.
Ma più delle figure barbine della Raggi, ci angosciano i barconi
dei migranti che continuano a morire a centinaia sotto gli occhi impotenti dei
governi; le atrocità della guerra in Siria, la mattanza di Aleppo,la
persecuzione dei cristiani in Medio Oriente, in Egitto, in Darfur, la
persecuzione e gli abusi nei confronti delle donne in Afghanistan e l’Isis che
continua a colpire inesorabilmente,
proprio quando gli animi vogliono rilassarsi, prendere una tregua, con i
rituali natalizi, dai brutti pensieri e dallo stress procurato dal
bombardamento continuo di notizie
drammatiche. Sì perché le persone vogliono, e hanno bisogno, di prendere una
pausa , di dimenticare per un momento, ritrovare una qualche certezza. Le tradizioni
sono prodigiose in questo senso perciò non si manca quasi mai l’ appuntamento
con le feste natalizie : un modo per
rimanere legati ad un passato più gioioso e sereno in cui tutto sembrava
scorrere tra minori tormenti, con più certezze e solidità. Nel Natale si
ricercano momenti di pace, di pausa dalle incertezze e dalle tempeste del
mondo, ripetendo i medesimi rituali ogni anno: la corsa ai regali (oggi meno
impegnativi, solo sciocchezzuole), girando
per i mercatini, assaporando quei
piatti della tradizione che ben
conosciamo, quelli cucinati da mamma o da nonna, sempre gli stessi , che,
assieme ai ricordi, portano, tra le mille incertezze del mondo, la sicurezza
che qualcosa di stabile, cui potersi ancorare, rimane nel tempo.
Può essere sembrato strano alcuni abitanti i paesi dei
mercatini storici,intervistati all’indomani della strage di Berlino, abbiano
dichiarato di non essere preoccupate e “che comunque bisogna andare avanti”.
Incoscienza, coraggio, forza morale?
Semplicemente il buon funzionamento di quel meccanismo prodigioso e
misterioso che è il nostro cervello, che è programmato all’adattamento alle
situazioni contingenti in obbedienza alla legge della sopravvivenza che è
scritta nel nostro DNA. Tutto questo lo definiamo e strutturiamo in termini di
mente e processi psicologici come coraggio, resilienza, speranza; in termini di
processi cognitivi evoluti e raffinati
come Ragione Illuministica che non cede alla barbarie di un certo mondo
islamico religioso barbaro e oscurantista.
Ed è grazie alla ragione illuministica che obbediamo, nonostante tutto, al comando “tratta il profugo come te stesso”,
che non è solo di marca religiosa ma
appartiene alla più pura e nobile etica laica. Il terrorismo non intacca i valori su cui si
fondano le democrazie occidentali: l’uguaglianza, la libertà, la tolleranza .
Il dovere dell’accoglienza è un semplice corollario. E non regge la distinzione
tra rifugiati politici e migranti economici: in entrambi i casi si tratta di
persone in stato di bisogno che cercano di sfuggire alla morte, non importa a
quale tipo di morte, se per fame o per guerra. Ad esse va garantito, se vogliamo
conservare la nostra identità di popoli civili ed illuminati, il diritto alla
sopravvivenza.
Intanto,in questi tempi duri e in attesa delle “dolcezze”della cena di Natale,
suggerisco di diventare un po’ mindful e, prendendo in prestito da Kabat-Zinn ,
rimanere in un “abbraccio di gentilezza amorevole , sussurrarsi le frasi che
seguono o sentirle sussurrare dal vento, dall’aria, dal respiro, dal mondo:
Che io possa essere al
sicuro, protetto e libero da ogni male nel corpo e nell’anima.
Che io possa essere
felice e soddisfatto di ciò che ho.
Che io possa dimorare
n ella salute e nella completezza, a tutti i livelli”.
Buon
Natale !
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