In un piccolo scritto intitolato Sul male radicale nella natura
umana Immanuel Kant parla di una
tendenza al male (Hang zum Bosen) presente per natura all'interno di ogni uomo e che
lo porta a dimenticare quella legge morale che è dentro di noi. Ma, nello stesso tempo, egli parla anche di
una originaria disposizione al bene (Anlage zum Guten). Dice anche che non ci è dato di comprendere
la natura del male radicale, che esiste in “conformità alle leggi della
libertà” nel senso che, per esservi agire morale, deve esserci necessariamente
anche il male. Il che significa che per
esservi moralità noi dobbiamo essere necessariamente liberi. Dunque la libertà è la
ratio essendi della moralità . Citando Kant abbiamo toccato il
problema fondamentale che la questione morale pone in essere: quello della
libertà o del libero arbitrio. Tema specificamente filosofico, già da tempo anche le neuroscienze vi si applicano. Ciò che contraddistingue la ricerca scientifica contemporanea, infatti, è che essa cerchi un ponte con la riflessione filosofica. Tentativo, assolutamente, desiderabile ma che dà luogo a non poche difficoltà dato che la riflessione filosofica si basa sulla psicologia del senso comune (PSC) la quale ci dice cose assolutamente difformi dai risultati della ricerca scientifica. Secondo la psicologia del senso comune, infatti, noi ci percepiamo come esseri liberi, in grado di decidere in base ragioni... (Per saperne di più: Buoni si nasce, soggetti etici si diventa. La costruzione della mente etica tra neuroscienze, filosofia, psicologia, Ed Pendragon)
Psicologa,Psicoterapeuta,filosofa, istruttrice Mindfulness: alla fonte autentica della Psicologia Umanistica*
Neuroscienze, neuroetica, filosofia della mente, psicoterapia
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