Parlare solo di
diritti e acquisizione di potere non basta se
non si riflette ( contro gli stereotipi che ogni epoca, anche la nostra,
ha costruito in merito) su chi sia la donna oggi, quale livello di
autocoscienza abbia raggiunto, chi voglia essere , quale sia il suo desiderio. Le giovani generazioni
hanno assorbito, quasi per osmosi, l’idea della pari opportunità, l’idea dei
medesimi diritti di accesso alle professioni ed alle carriere ma
non basta. Le donne fanno carriera, occupano posti di potere ma
continuano, spesso, ad essere subalterne in famiglia. Sono in un modo
all’esterno, nella vita sociale, ed in un altro all’interno delle famiglie, in
cui spesso continuano a subilre violenze e maltrattamenti. E’ uno dei molti nodi che né il femminismo né le azioni
politiche hanno sciolto. Bisogna sfatare l’idea che a subire siano solo
donne sprovvedute, insicure e senza
lavoro. Il punto è che si fa ancora troppo poco nel senso di pratiche che facilitino
l’autocoscienza e la crescita personale, il senso della propria autonomia,
forza ed efficacia, pratiche che dovrebbero iniziare, attraverso un ‘educazione
più sensibile alle questioni della buona
relazionalità tra uomini e donne, fin dalla prima infanzia, a scuola e
in famiglia. Anche questo fa parte di una educazione alla eticità su cui più
volte mi sono soffermata.
Psicologa,Psicoterapeuta,filosofa, istruttrice Mindfulness: alla fonte autentica della Psicologia Umanistica*
Neuroscienze, neuroetica, filosofia della mente, psicoterapia
venerdì 30 agosto 2013
Prossimamente: nuove iniziative a proposito di "Psicologia e soggettività femminile"
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