Le scienze psicologiche si applicano ormai da tempo allo
studio del comportamento morale e di disposizioni caratteriali quali
l’altruismo e la cooperazione. Anche la
neurobiologia animale e l’etologia hanno dato un notevole contributo . Esse
segnalano una serie di casi in cui gli animali danno prova di comportamenti
“buoni” e di manifestazioni emotive ed empatiche che nell’essere umano possono essere considerate prerequisiti della
moralità. Scimmie rhesus preferiscono rimanere affamate piuttosto che nutrirsi
se il prezzo è quello di infliggere una scarica elettrica ai propri congeneri
(Gallup)Sembrerebbe che nutrano anche dispiacere ed imbarazzo in seguito ad
azioni sbagliate. Questo dimostrerebbe che la preoccupazione per gli altri fa parte
del nostro corredo filogenetico e che noi ci siamo evoluti dai nostri fratelli
animali come già Paul Rée aveva intuito nel lontano 1877. Ma mai definiremmo tali
comportamenti come morali o etici cosa che , invece , faremmo per analoghi
comportamenti dell’essere umano. La differenza è che quest’ultimo agisce con
consapevolezza , in base a fini e valori, ed è in grado di argomentare sul
perché delle proprie azioni.(Per saperne di più: "Buoni si nasce, soggetti etici si diventa.La costruzione della mente etica tra neurosciezze, filosofia, psicologia", Ed. Pendragon )
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