“Una madre
imperfetta”: il perché di un successo Grande successo ha ottenuto la serie
televisiva “Una mamma imperfetta” che verrà riproposta domani sera in prima
serata. C’è da chiedersi perché. La più grande difficoltà per una madre è
quella di non sentirsi sufficientemente all’altezza del suo ruolo,
sufficientemente competente, perfetta. E’ difficile che una madre riesca a
vedere i suoi errori, i suoi limiti e li accetti. Una madre sempre buona, disponibile,
amorevole, è il mito fondamentale dell’immaginario comune. E, pure, già la
psicologia ci aveva avvertito che non esistono madri perfette ma, come voleva
Donald Winnicott, il grande psicoanaliste infantile, piuttosto madri
“sufficientemente buone”, quelle madri cioè che siano in grado di dare sostegno
e contenimento quando il bambino ne ha bisogno, che sappiano anche ritrarsi
quando rischiano di essere invasive,che sappiano dosare il livello delle
frustrazioni. Non si tratta di madre perfette ma di madri che, anche se provano
talora consapevoli (è importante la consapevolezza!) sentimenti di insofferenza
nei confronti dei figli, sono in grado di accudirli. Più recentemente la
Psicologia Umanistica individuava quei bisogni fondamentali, di base, senza la
cui soddisfazione nessun essere umano può svilupparsi in modo psicologicamente
sano: dipendenza, sicurezza, protezione, stabilità,amore. Ancora più
recentemente, la ricerca psicologica nell’ambito dell’Infant Research, ci ha
svelato molti meccanismi del complesso mondo materno-infantile , tra cui
fondamentali la sintonizzazione e il rispecchiamento affettivo, fenomeni
imprescindibili per una positiva relazione madre-bimbo. Ora, ritornando alla
domanda che ci eravamo posta, non c’è da meravigliarsi che la serie “Una mamma
imperfetta” abbia riscosso tanto successo. La fiction ha sdoganato le
difficoltà, i limiti, le fatiche, le imperfezioni delle mamme. Finalmente, al
di là della vecchia retorica che vuole le madri sempre disponibili, amorevoli e
infaticabili, è lecito essere imperfette! Ma a patto però, aggiungerei, che i
figli possano contare sulla soddisfazione di quei bisogni fondamentali e di
quelle cure di cui si parlava più su.
Psicologa,Psicoterapeuta,filosofa, istruttrice Mindfulness: alla fonte autentica della Psicologia Umanistica*
Neuroscienze, neuroetica, filosofia della mente, psicoterapia
giovedì 26 dicembre 2013
domenica 22 dicembre 2013
Natale: la più ipocrita delle feste
Siamo tutti dentro l’ultima settimana dell’anno, quella più stressante dell’anno, quella che ci impegna fino all’ultimo rush finale dell’antivigilia e vigilia di natale: quella che il 7 gennaio ci farà dare un sospiro di sollievo e dire ”Finalmente le feste sono passate!”. Estenuanti code nei supermarket per fare incetta di panettoni e spumanti, corse frenetiche da un negozio all’altro alla ricerca del regalo che manca nella lista compilata per ricordare i regali fatti negli anni passati perché a nessuno piacciono i doppioni: significano mancanza di attenzione e, dunque, di affetto genuino. Regali, spesso fatti con insofferenza, più per dovere che per piacere, a persone di cui ti importa ben poco ma cui vanno fatti per antica consuetudine. Quelli che faticano di più sono gli ossessivi, gli eterni indecisi e i perfezionisti, quelli, appunto, che pretendono che il regalo sia originale, che il destinatario non lo abbia mai ricevuto, che sia di proprio e altrui gradimento. Ma ormai l’affinamento dell’arte del riciclo dovrebbe rassicurare i perfezionisti! I più saggi hanno deciso già da tempo di eliminarli, ma sbuca sempre qualche amico nuovo che riprende l’antica usanza e allora siete in trappola: dovete ricambiare! Insomma i regali sono la fonte del maggior stress e malanimo che l’operazione Natale comporta. Non è a caso che è stata coniata per indicare il fenomeno la formula “ sindrome da stress da regalo di Natale”. Il tutto (stress, ansia, stanchezza, malanimo) per quella, il Natale, che rischia di essere la festa più ipocrita dell’anno, la festa che consacra il più grande rituale dell’apparenza, in cui tutti sembrano felici, anzi si sentono in obbligo di sentirsi felici, in cui tutti sembrano abbassare il livello della conflittualità e si scambiano baci e abbracci perché è Natale e, come nelle favole, bisogna essere buoni e felici!
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sabato 7 dicembre 2013
Grupp d'Incontro: "Come liberarsi dell'ansia, superare i blocchi che ci ipediscono di raggiungere i nostri obiettivi e sviluppare l'autostima"
GRUPPO D’INCONTRO:
“Come liberarmi dell'ansia, superare i blocchi
che mi impediscono di raggiungere i
miei obiettivi e sviluppare la mia autostima”
Workshop
con Maria felice Pacitto*
Sabato 14 Dicembre
Ore 15-20
presso la sede del Centro di
Psicologia Umanistica
Il
Gruppo d’incontro ti aiuta a conoscerti, a migliorare i rapporti all’interno
della tua famiglia e del mondo del lavoro. Ti aiuta, se vuoi, a sciogliere
i nodi della tua vita, a vivere più serenamente
e pienamente
Il workshop
teorico-esperienziale prevede la partecipazione di non più di 20 persone; la
prenotazione è, pertanto, obbligatoria.
AI PARTECIPANTI VERRA’ RILASCIATO UN ATTESTATO DI PARTECIPAZIONE
*M.Felice Pacitto, psicologae psicoterapeuta, è
stata allieva e collaboratrice di Rollo May e Ronald Laing. Si è formata in
psicoterapia individuale, della coppia e della famiglia. E’ stata tra i primi a
sviluppare, in Italia, il metodo dei Gruppi d’Incontro.
Per informazioni e per la prenotazione (obbligatoria)
telefonare al “Centro di Psicologia
Umanistica” via Molise, 4-Cassino tel/fax:0776/25993(ore 16-18, lunedì, martedì);
cell3382481768
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venerdì 6 dicembre 2013
L'enigma della mente
Mente e cervello: istruzioni per l’uso.
Sala “Διάλογος”-via
Molise 4
Phineas Cage
Fino a 150 anni fa
pochissimo si sapeva del cervello perché era inesplorabile. Ma alcune tappe
fondamentali nella sua conoscenza sono state fatte all’inizio grazie ad alcuni
casi psicopatologici rimasti nella storia della neuropsicologia: si pensi al
caso Phineas Cage, si pensi al caso Le Borgne che offrì a H. Broca
l’opportunità di scoprire appunto le zone coinvolte nel disturbo del
linguaggio. Oggi molto si sa grazie alle
tecniche di neuroimaging, tecniche non invasive che ci consentono di esplorare
il cervello mentre il soggetto è sottoposto ad una determinata prova
sperimentale. Così sappiamo quali sono le zone coinvolte nel godimento di
un’opera d’arte, o quali si attivano quando noi facciamo una scelta morale, o
quando facciamo una scelta economica. Tali
tecniche sommate anche ai grandi progressi della genetica ci hanno, ultimamete ,consentito
anche di conoscere le conseguenze che traumi psichici precoci hanno per
l’anatomia cerebrale, confermando le intuizione che la psicoanalisi aveva
sviluppato già cento anni fa. Abbiamo avuto la possibilità di scoprire la
plasticità del cervello e la sua capacità di riorganizzarsi, cosa di estrema
importanza per aiutare le persone colpite da ictus o affette da determinate
patologie degenerative. Ma se quello che sappiamo è molto rispetto al passato,
è ancora molto poco. Il nostro cervello rimane ancora un mistero, il più grande
mistero dell’Universo! Si stima che nei prossimi 15 anni riusciremo a mappare i
75.ooo.ooo di neuroni della corteccia del topo. IL cervello umano ne ha 100
miliardi!
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L'enigma della mente
Conversazioni pomeridiane
Venerdì 6 dicembre ore 17
MENTE E CERVELLO: ISTRUZIONI PER L'USO
Una carrellata delle ricerche nell'ambito delle neuroscienze e della psicologia che ci aiutano a capire come siamo fatti e come funzioniamo. Il tutto per imparare a vivere meglio utilizzando le nostre risorse.
Sala Diàlogos, Cassino, via Molise, 4
Numero di partecipanti: 25
Contributo: 8 euro