Il disturbo
postraumatico da stress (DPTS) , i bambini salvati in Thailandia e la
MIndfulness . Che cos’è e come curarlo.
Il disturbo post-traumatico da
stress è una forma di disagio che si sviluppa in seguito ad esperienze
fortemente traumatiche. Esso può verificarsi a qualsiasi età e per molteplici
eventi drammatici: abusi e violenze sessuali, esposizione a violenza
organizzata (condizione di rifugiati, guerre), partecipazione a forme estreme
di violenza organizzata (combattimenti assalti di guerra), incidenti
automobilistici, disastri naturali (terremoti, alluvioni,ecc…), perdite (lutto,
separazione).. Può verificarsi anche in seguito
ad esposizione continua a moduli educativi violenti. Noto già dagli
inizi del novecento perché presentato dai reduci della prima guerra mondiale
(una guerra unica allora per le sue caratteristiche e per i livelli di
sofferenza indotti sulle truppe costrette per mesi ed anni nelle trincee, per la durezza dei generali, per l’equipaggiamento
inadeguato, ecc…)suscitò un forte interesse all’indomani della guerra del
Vietnam in quanto ne erano afflitti la maggior parte dei reduci. Ne sono una
chiara e drammatica espressione i films Apocalypse Now,Iil Cacciatore. Da quel
momento è stato fortemente studiato grazie anche alle nuove tecnologie di
indagine dei meccanismi cerebrali coinvolti. Ultimamente si è ritornati a
parlarne a proposito del caso dei 12 ragazzini e del loro allenatore rimasti
intrappolati in una grotta in Thailandia e poi salvati. Tutti gli addetti ai
lavori si sono chiesti se come e quanto i ragazzi possano presentare anche a
distanza di tempo sintomi emotivi, cognitivi,
comportamentali e fisici a causa della terribile esperienza vissuta.
Come si manifesta il PTSD? Con
una esasperata sensibilità verso situazioni, stimoli ambientali, che possano in
qualche modo ricordare l’evento subito. Pertanto chi è affetto da tale disturbo
tende ad evitare il contatto con tutto ciò possa ricordare l’evento drammatico.
Pertanto la sua vita si restringe. Si verificano anche stati ansiosi e
depressivi accompagnati spesso dall’emergere di flashback relativi all’evento
traumatico. Si verificano frequentemente
insonnia e incubi notturni. Lo stato d’allarme in cui vive il soggetto determina
un forte danno per la salute in generale.
Forte è anche il rischio di suicidio.
Non tutti reagiscono ad un evento traumatico
nello stesso modo. Un fattore protettivo
è una buone resilienza ed un benessere
psicologico già raggiunto al momento del trauma. Si stima che il 70% della popolazione abbia subito almeno
un evento traumatico nel corso della vita; mentre il 31/% subirebbe almeno tre o quattro eventi
traumatici nel corso della vita.
Quali sono le conseguenze di un trauma subito
durante l’infanzia sulla struttura di personalità? Un trauma cumulativo, quale
possono essere violenze fisiche e
psicologiche subite frequentemente all’inter o della famiglia, può dar luogo
allo sviluppo di una personalità fortemente border, caratterizzata da disregolazione emotiva,
impulsività, tendenza ad agire senza riflettere ed irrazionalmente. Il distrurbo post traumatico da stress e più
diffuso di quanto si pensi in quanto eventi drammatici non sono soltanto alcune
situazioni eccezionali ma anche eventi che accadono frequentemente nella nostra
quotidianità .
L’accresciuto interesse per questo disturbo psicopatologico
ha portato ad inserirlo nell’ultimo DSM (5) in una categoria specifica: Disturbi correlati al trauma e agli stressor
QUALI SONO I
CORRELATI NEURALI del PTSD
In chi subisce un trauma si attiva l’amigdala una
formazione neurale a forma di mandorla
che si trova nel sistema limbico e che è fortemente selettiva nei confronti degli stimoli ambientali
negativi. Si attiva ogni volta che abbiamo paura. Dal punto di vista
evoluzionistico ha una funzione protettiva. Insieme ad altre strutture
cerebrali, quali la corteccia cingolata dorsale anteriore e l’insula, riconosce
le situazioni minacciose. Nei soggetti afflitti da PTSD v’è una iperattivazione
dell’amigdala che porta una iperreattività nei confronti dell’ambiente. Come sostiene J.Ledoux, grande studioso delle
emozioni, la via che porta l’informazione dalla periferia all’amigdala è
veloce ed è molto più breve di quella
che porta l’informazione dalla periferia alla corteccia.. Pertanto dinanzi ad
uno stimolo ambientale nocicettivo la
reazione emotiva determinata dall’amigdala è velocissima e immediata,, non
viene moderatata dalla corteccia
COME CURARLO?
Il PTSD si cura innanzi tutto con la psicoterapia Gli
approcci più efficaci sono quelli che hanno un’attenzione alle componenti
emotive e corporee dell’esperienza.
Particolarmente efficace è la Mindfulness inserita in un percorso terapeutico. I sintomi del
DPTS, quali perdita di concentrazione, insonnia, ipervigilanza, ruminazione
sugli eventi passati, iperemotività, traggono un forte beneficio dall’effetto
calmante che le pratiche di meditazione hanno sul corpo e sulla mente. Alcuni
studi condotti su soggetti sopravvissuti ad un ciclone nel Bangladesh di alcuni
anni fa, hanno rilevato come chi possedesse una tradizione meditativa riusciva
a riprendersi più rapidamente dal trauma subito
I farmaci sono meno efficaci della psicoterapia..
Generalmente si ricorre agli antidepressivi ( paroxetina,,sertralina)
Attualmente viene utilizzata anche la somministrazione intranasale di
ossitocina. Si sta sperimentando anche la stimolazione magnetica transcranica.
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