Marina Abramovic è,
abuon titolo, considerata l’icona della “performance art”, una forma
espressiva di non facile comprensione,
specifica della contemporaneità. Ogni opera d’arte va compresa all’interno del
contesto storico-culturale in cui si sviluppa. Non si può comprendere l’arte
performativa, che vuole, per realizzarsi e completarsi, la presenza del
pubblico, al di fuori dello zeitgeist culturale di fondo che alimenta sempre la
psicologia quotidiana cioè il modo
comune di percepire, interpretare, sentire, i fatti, le cose e l’arte stessa.
Negli ultimi decenni, a seguito delle filosofie fenomenologiche, si è
sviluppata l’idea di una nostra ineliminabile relazionalità e coappartenenza,
gli uni con gli altri, resa possibile primariamente dalla nostra corporeità.
Nella performance art (come nella body art) il corpo è protagonista ma non nel
modo tradizionale. Non v’è contemplazione del corpo ma un corpo che vive-agisce e si autorappresenta. E non
si può comprendere l’arte performativa al di fuori della generale ossessiva (e
talora inquietante) presenza del “corpo”
nel mondo di oggi, corpo che, come mezzo e forma di linguaggio, attraversa le
varie forme della vita: dai fenomeni psicopatologici (cutting, disturbi
alimentari), alle forme di comportamenti diffusi (tatuaggi, chirurgia estetica),
alla caratterizzazione del genere e alla pubblicità (uso e abuso del corpo
femminile), all’arte stessa. Sorrentino ironizzava su
alcune di queste forme ne “La grande bellezza”, affresco
Psicologa,Psicoterapeuta,filosofa, istruttrice Mindfulness: alla fonte autentica della Psicologia Umanistica*
Neuroscienze, neuroetica, filosofia della mente, psicoterapia
martedì 15 dicembre 2015
lunedì 30 novembre 2015
Centro di “ Psicologia Umanistico-Transpersonale ed Analisi Fenomenologico-Esistenziale”
PSICOTERAPIA,STUDIO,RICERCA
in
“METODOLOGIA E TECNICA DEI GRUPPI
d’INCONTRO”
Date:
Sabato 12 Dicembre, Sabato 16 Gennaio , Sabato 20 Febbraio 20
Orari
h. 10-13 e 30
Teoria e metodologia
h. 13 e 30-14 e 30 pausa
h. 14 e 30-17 Gruppo esperienziale
h. 17-17 e 30 Break
h. 17 e 30-19e30 Gruppo esperienziale
PROGRAMMA
Parte teorica
1.la ricostruzione dello sfondo storico culturale che porta
ad una nuova concezione del soggetto e ad un nuovo modo di fare terapia, le
filosofie fenomenologico-esistenziali,
2.Le tappe salienti dello sviluppo della psicoterapia dopo
Freud.La psicologia Umanistica e lo sfondo culturale in cui si sviluppa.L’esplicitazione
del contesto storico e teorico in cui il
Gruppo d’Incontro si sviluppa
3.L’esposizione della metodologia del “Gruppo d’Incontro” .I
costrutti metodologici e tecnici vengono esplicitati passo passo con
riferimento ai risultati delle Neuroscienze e della ricerca applicata in campo
psicoanalitico, così anche le procedure che lo psicoterapeuta utilizza nella
conduzione del gruppo.
Parte pratica:
prevede la partecipazione a tre Gruppi d’Incontro
mercoledì 18 novembre 2015
Dopo Parigi: panico e paura. Siamo tutti in una condizione di trauma da stress.Chi sono i jidaisti
Dopo Parigi viviamo tutti una grande paura. ed incertezza. E già incominciano a manifestarsi, in molti, i tipici sintomi del Disturbo Post Traumatico da Stress. Con la paura dovremo convivere e per molti anni perché il terrorismo è un fenomeno complesso fatto di molte componenti storiche, politiche, religiose e non ultime le frange malavitose dell'occidente, che non si fanno scrupolo di fornire armi e mezzi tecnici all'ISIS, e i giovani terroristi che chiudono il cerchio delle azioni terroristiche.
Quasi nessuno è più convinto che la storia sia maestra di vita.
E se anche lo fosse, insegnante di vita, ha pessimi allievi. Si,perché, dopo la
strage di Charlie Hebdo, la guardia avrebbe dovuto rimanere in allerta in
Francia ( e in tutti i paesi occidentali) e non solo nel senso del
controllo ma anche nella produzione di piani e strategie volte allo scioglimento
dei conflitti e della violenza perché, è evidente, che qualsiasi manovra di
vendetta e di ritorsione ci allontana sempre più dalla pace ed aumenta e
riproduce la violenza. Eppure la conoscenza del tessuto sociale avrebbe dovuto allertare Parigi, una città di
10 milioni di abitanti e con un forte tasso di immigrazione. Le banlieu, zone
di emarginazione
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Pomeriggio intensivo di tecniche di ansia e antistress
VINCERE L’ANSIA E LO STRESS
Workshop
Sabato 21
Novembre ore 15-19
Pomeriggio intensivo di tecniche e pratiche di
autoconsapevolezza corporea, di mindfullness e visualizzazioni creative.
●rinforzare le naturali capacità ad
affrontare il dolore e gli imprevisti della vita
●imparare a gestire le emozioni negative
●aumentare le difese immunitarie
●scoprire le potenzialità per orientare la tua esistenza verso
l’autostima e la crescita personale
●aumentare la capacità di concentrazione
Centro di “Psicologia
Umanistica ed Analisi Fenomenologico-Esistenziale” . Per info e per l’iscrizione: 0776/25993; 338 2481768
martedì 17 novembre 2015
Stressor non sono solo il superlavoro e gli eventi avversi ma anche i fattori ambientali erelazionali
Oggi sappiamo
molte più cose su come gli stressor (gli agenti stressanti) agiscono sul nostro
organismo grazie ad un forte impulso dato alla ricerca nell’ambito delle neuroscienze e della biologia molecolare. Ma che cosa è lo stress? Si
definisce stress la risposta dell’organismo ad uno stimolo potenzialmente
stressante. Stressor è invece una situazione stimolo qualsiasi che venga ad
alterare la normale condizione di vita di un individuo: può essere sia un
evento di valenza positiva (ad esempio il matrimonio) che un evento a valenza
negativa (ad esempio un lutto). Stressor è anche un sistema di vita frenetico o
il superlavoro, nocivi e logoranti. Determinante
nella reazione allo stressor sono le esperienze pregresse dell’individuo e il
significato che egli attribuisce agli eventi stressor.
In situazione di forte stress l’organismo produce un eccesso di
cortisolo, l’ormone dello stress, che è il peggior killer della nostra salute.
lunedì 9 novembre 2015
Lo stress è la maggior fonte di malessere psichico e fisico: come prevenirlo, come gestirlo
Giovedì 12 Novembre ore 17 e
30:
LO STRESS LOGORA LA NOSTRA VITA
Come prevenirlo, come
gestirlo
(nel corso del
seminario verrà somministrato un test sullo stress)
Dott.
Maria Felice Pacitto
membro
della “Società italiana di Neuroetica e Filosofia delle Neuroscienze”
Stressor non è solo l’eccesso di lavoro o la vita frenetica che spesso ci
costringiamo a fare.
Stressor sono
anche gli eventi avversi che ci colpiscono: un lutto, una malattia.
Stressor (non
viene mai sottolineato) sono le violenze fisiche e gli abusi.
Stressor sono
i rumori e l’inquinamento ambientale
Stressor è
anche la mancanza di cure materne insufficienti. E’ ormai accertato dalla
ricerca che violenze, abusi, mancanza di cure provocano non solo problemi
psicologici ma anche alterazioni biochimiche ed organiche che a lungo andare
determinano gravi patologie fisiche.
Di questo e
delle strategie per gestire lo stress si parlerà giovedì 12 novembre.
Durante
l’evento sarà somministrato anche un test diagnostico dello stress.
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martedì 20 ottobre 2015
Neurocultura: "la cultura è prima di tutto una traccia biologica, o piuttosto neurobiologica"(Jean-Pierre Changeux)
“Per quanto la
rivoluzione neuroscientifica abbia avuto luogo, essa è però ben lontana
dall’aver dato tutti i suoi frutti. Ora dobbiamo attraversare un passo alla
volta l’immensa terra incognita che ancora separa le scienze biologiche dalle
scienze umane e sociali”(Jean-Pierre Changeux)
Secondo Changeux gli esseri umani hanno, a differenza delle
altre specie animali, la capacità di incorporare la storia perché
l’organizzazione del cervello umano si è sviluppata nel tempo risentendo
dell’ambiente sociale e culturale. E i
passaggi del lungo processo evolutivo si trovano conservati nell’assetto del nostro cervello, in cui antiche strutture
cerebrali coesistono accanto a strutture più recenti capaci di attivare
comportamenti più complessi. Il sovradimensionamento della corteccia cerebrale
ha permesso l’aumento dello spazio cosciente con tutto quello che ne consegue:
la capacità di imitare e di comprendere le interazioni sociali, le funzioni
cognitive più elevate,la razionalità stesse. Cruciale in tali
comportamenti è ruolo della corteccia
prefrontale. Le strutture corticali più recenti
possono inibire le strutture più antiche responsabili dei comportamenti emotivi. L’architettura cerebrale è il
risultato del processo di connessioni sinaptiche tra cellule nervose che si
attiva secondo un meccanismo di prove ed errori, senza un disegno intelligente,
secondo un meccanismo selettivo di distribuzione di alcune sinapsi ed
eliminazione di altre. Il processo inizia dallo stato embrionale fino all’età
adulta in cui i neuroni e le sinapsi continuano a svilupparsi. Il cervello
umano acquisisce attraverso l’apprendimento dei tratti propri della storia
sociale e culturale del gruppo umano al quale appartiene. Quest’evoluzione è
favorita da una caratteristica specificamente umana: uno sviluppo postnatale
molto più lungo rispetto alle altre specie, in cui la proliferazione e
l’eliminazione sinaptica proseguono oltre l’età della pubertà. La
stabilizzazione selettiva delle prime rappresentazioni del mondo conduce alla
selezione di una mappa di “relazioni
funzionali comuni” proprie ad un oggetto di senso. Così per prove ed
errori il bambino e poi l’adulto costruiscono
un universo simbolico che consentirà la comunicazione sociale e la
sopravvivenza.
martedì 15 settembre 2015
Neuroscienze: lo stress deprime l'altruismo
Costantemente, ogni giorno, siamo bersagliati (anche quelli che cercano di proteggersi) da una quantità di informazioni provenienti da fonti mediatiche, email, suonerie varie,telefonini e da facebook che la fa da padrone. Per molti è diventato un vero e proprio lavoro: postano regolarmente di prima mattina, poi nell'intervallo di pranzo ed infine in tarda serata. Complessivamente non meno di 25-30 post al giorno. Secondo alcuni neuroscienziati, ci troveremmo, oggi, in una situazione davvero paradossale: il mondo digitale che noi abbiamo creato ci domina tanto da sopravanzare la capacità elaborative del nostro cervello. La conseguenza è che, sommerso da una mole di
lunedì 24 agosto 2015
Meno stress più vita: le tecniche di mindfullness e di autoconsapevolezza corporea non sono nuove....
CORSO di
"Tecniche e pratiche di autoconsapevolezza corporea, di mindfullness e
visualizzazioni creative"
Le tecniche di consapevolezza corporea, di
mindfulness, le fantasie guidate, le visualizzazioni creative, aiutano ad entrare in relazione con le proprie esperienze
psico-corporee e a modulare la nostra
vita psichica ed emotiva. Esse aiutano a “scendere dalla mente” cioè a allontanarsi
da pensieri tristi e ricorrenti che ci impediscono di vivere serenamente
Grazie ad’ un allenamento costante, possiamo modificare il nostro modo di incontrare la vita, imparare a prenderci cura di noi stessi, a sentire i nostri autentici bisogni, sperimentare forme nuove di essere nel mondo
Grazie ad’ un allenamento costante, possiamo modificare il nostro modo di incontrare la vita, imparare a prenderci cura di noi stessi, a sentire i nostri autentici bisogni, sperimentare forme nuove di essere nel mondo
Il corso è rivolto a tutte le persone
che vivono un momento di disagio, di
difficoltà ( separazioni, lutti, malattie, gestione di emozioni difficili,
piccoli e grandi stress ed ansia quotidiane inquietudine, pensieri ricorrenti,
umore depresso, alterazione del sonno, ecc..) o semplicemente a quelli che
vogliono vivere più pienamente, autocentrati e
liberi da automatismi e comportamenti insoddisfacenti.
Il corso si svolge in 8 incontri di gruppo a
cadenza settimanale, della durata di 90 minuti ciascuno. Oltre ad un incontro
di una giornata.
Meno stress più vita
In condizioni di stress il nostro organismo produce il cortisolo, ormone
secreto dalle ghiandole surrenali sotto stimolazione dell’ACTH ormone prodotto
dall’ipofisi. UN eccesso di cortisolo, vero e proprio ormone Killer,
interferiscse con la serotonina, noradrenalina, la dopamina, neurormoni
fondamentali per il nostro benessere psichico e fisico. Esso è responsabile
della
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domenica 23 agosto 2015
Tecniche di autoconsapevolezza corporea, di mindfullness, visualizzazioni creative per ridurre l'ansia e lo stress, facilitare la resilienza, rinforzare l'apparato immunitario.
P s i c h e
e c e r v e l l o
Tcniche e pratiche di autoconsapevolezza corporea, di mindfullness e
visualizzazioni creative.
per : ●ridurre l’ansia e lo
stress;
●rinforzare le naturali capacità ad affrontare il dolore e gli imprevisti
della vita;
●imparare a gestire le emozioni negative;
●aumentare le difese immunitarie;
●combattere le malattie psicosomatiche;
●aumentare la capacità di concentrazione.
8 incontri di gruppo a cadenza settimanale
Inizio: 15 settembre ore 18. Iscrizione
entro Venerdì 11; costo: 120 euro
Per informazioni telefonare a: 0776/25993; 338 2481768
Centro di psicologia
Umanistica ed Analisi Fenomenologico-Esistenziale-Via Molise,4Cassino
sabato 15 agosto 2015
Ne "Il soccombente" Thomas Bernhard delinea il carattere masochista
Il "grigio" ma profondo romanzo di Thomas Bernhard, uno dei grandi "minori" del '900, che ruota intorno alla vicenda del grande pianista Glenn Gould e a due suoi amici-colleghi non altrettanto geniali fa una acuta descrizione del carattere masochista:
" Da sempre tutti quanti hanno visto in Wertheimer il soccombente, ma non hanno mai osato definirlo come soccombente; ma forse, pensai, è stato solo per mancanza di fantasia che agli altri non è venuta in mente una definizione così azzeccata, definizione che Glenn Gould ha creato fin dal primo momento in cui ha visto Wertheimer, con acume, devo dire, senza averlo osservato per molto tempo subito gli è venuto in mente il soccombente, al contrario di me che solo dopo averlo osservato piuttosto a lungo ed essere stato con lui per anni e anni, ho ideato il concetto di uomo da vicolo cieco. Abbiamo continuamente a che fare con tali soccombenti e con tali uomini da vicolo cieco, dissi a me stesso camminando veloce contro il vento.
" Da sempre tutti quanti hanno visto in Wertheimer il soccombente, ma non hanno mai osato definirlo come soccombente; ma forse, pensai, è stato solo per mancanza di fantasia che agli altri non è venuta in mente una definizione così azzeccata, definizione che Glenn Gould ha creato fin dal primo momento in cui ha visto Wertheimer, con acume, devo dire, senza averlo osservato per molto tempo subito gli è venuto in mente il soccombente, al contrario di me che solo dopo averlo osservato piuttosto a lungo ed essere stato con lui per anni e anni, ho ideato il concetto di uomo da vicolo cieco. Abbiamo continuamente a che fare con tali soccombenti e con tali uomini da vicolo cieco, dissi a me stesso camminando veloce contro il vento.
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venerdì 10 luglio 2015
Il caso Henry Molaison: il caso più studiato della medicina. Si è tornati a parlarne in occasione del libro di Suzanne Corkin (Prigioniero del presente), la neuroscienziata che lo ha studiato per 45 anni.
Il caso Henry Molaison
Nel 1953 all’età di 27 anni Henry Molaison, sofferente di
una grave forma di epilessia (poteva avere fino ad 11 attacchi in un giorno),
fu sottoposto ad un intervento devastante . Divenne il caso più studiato in
tutta la storia della medicina. Escoville, un giovane medico spregiudicato, individuò l’origine dei suoi
attacchi nel lobo temporale mediale e procedette alla ablazione di tre quarti
dell’ippocampo, del giro paraippocampale e dell’amigdala. All'epoca si sapeva
poco della funzione di queste strutture cerebrali. L'ippocampo fu succhiato
attraverso una cannula. Henry, dopo l’intervento, non riusciva più a
consolidare nuovi ricordi. Le sue esperienze soggettive (persona incontrate, emozioni gioioe o dolorose, ecc..), duravano
qualche manciata di secondi. Ricordava l'infanzia ma non quello che era
successo dopo l'operazione.Il che, da un punto di vista neuropsicologico,
significava che la formazione di tracce mnemoniche stabili e il loro recupero
attengono a sistemi neuronali diversi. Riusciva però ad apprendere nuove
abilità motorie (memoria procedurale)anche se non ricordava di averle apprese.
I suoi deficit cognitivi erano relativi a funzioni in cui era coinvolta la
memoria semantica. E, comunque, mostrava abilità intatte nel test
d’intelligenza e capacità di linguaggio normali. Era anche in grado di
disegnare la piantina della sua abitazione, in cui si era trasferito cinque
anni dopo l’intervento. Questa capacità era dovuto alla integrità della parte
posteriore del giro paraippocampale. Davvero sorprendente è come Escovil
all’epoca dell’ntervento fosse poco turbato dalle conseguenze dell’intervento
eseguito. Tornò a casa e disse alla
moglie: "Sai, ho cercato di
togliere l'epilessia ad un paziente e gli ho tolto la memoria".In seguito
però ammise l'errore. Gli era sfuggito
questo semplice fatto: quando un neurochirurgo apre una scatola cranica sta
attraversando la persona! Di questo caso si e tornati a parlare in occasione
della pubblicazione del libro di Suzanne Corkin
(Prigioniero del presente, Ed.
Adelphi) che da giovane dottoranda sottpose Molaison ad alcuni tests e continuò a seguirlo fino
ala morte. Anzi continuò a studiarlo attravrso le 2041 fettine in cui il suo
cervello era stato sezionato. In tutto 45 anni divita dedicati allo studio di
Molaison e della memoria. Attraverso lo studio di molaison ‘è stato possibile
un avanzamento significativo nella conoscenza di come la memoria si forma,come
si consolida e come viene recuperata, quali proteine la costituiscano.
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giovedì 11 giugno 2015
mindfullness, visualizzazioni creative, tecniche di
autoconsapevolezza corporea
per
ridurre l’ansia e lo stress, riscoprire e rinforzare le nostre
naturali capacità ad affrontare il dolore e gli imprevisti della vita,
sviluppare una maggiore tolleranza delle emozioni negative, fronteggiare le
malattie autoimmuni, aumentare la concentrazione.
BREVE CICLO INTENSIVO
Giugno martedì 16 ore
18 e 15
Il corso prevede CINQUE incontrI (UNO a settimana ) della durata
ciascuno di 90 minuti; COSTO COMPLESSIVO: 80 EURO
Centro
di psicologia Umanistica ed Analisi Fenomenologico-Esistenziale-Via Molise, 4
Per info: 0776/25993; 338 2481768
sabato 30 maggio 2015
Il matrimonio tra omosessuali in Irlanda:il raggiungimento di una reale parità tra coppie omo ed etero sessuali.
Da molti anni,
ormai, orientamenti sessuali diversi da quelli eterosessuali siano riconosciuti
scientificamente come normali e , dunque, non stati patologici né tantomeno
reati. Vale la pena di ricordare come la vita degli omosessuali nel
passato sia stata caratterizzata dalla impossibilità di manifestare il proprio
orientamento e come il diritto penale considerasse il reato di sodomia come un
crimine contro la moralità. Nella storia di molti paesi sono rintracciabili
maltrattamenti, derisioni, incomprensioni e condanne dell’omosessualità. E
anche in campo medico-psichiatrico si è considerata, nel passato,
l’omosessualità come un comportamento deviante che si cercava di curare e di
spiegare con una serie di teorie che non hanno alcun fondamento scientifico. E
non stiamo parlando di tempi molto lontani da noi: basti ricordare la persecuzione di cui viene fatto
oggetto Alan Touring, uno dei maggiori scienziati del novecento, la cui vicenda,
terribile ed impensabile per una società civile, è stata rinverdita
recentemente da un bellissimo film.
venerdì 29 maggio 2015
“ COME REAGIRE
ALLE AVVERSITA’ DELLA VITA"
Workshop
Sabato 6 giugno
ore 15- 18 e 30
Il Gruppo d’Incontro è una occasione di cambiamento e
crescita personale
AI PARTECIPANTI VERRA’ RILASCIATO UN ATTESTATO DI PARTECIPAZIONE
AI PARTECIPANTI VERRA’ RILASCIATO UN ATTESTATO DI PARTECIPAZIONE
*M.Felice Pacitto, psicologae psicoterapeuta, è stata allieva e
collaboratrice di Rollo May e Ronald Laing. E’ stata tra i primi a sviluppare,
in Italia, il metodo dei Gruppi d’Incontro, di cui ha dato una formulazione
teorica e metodologica nel testo “Dal Sentire all’Essere”, Ed. Magi
Per
informazioni e per la prenotazione (obbligatoria) telefonare al “Centro di Psicologia Umanistica” via
Molise,4-Cassino tel/fax:0776/25993(ore 16-18, lunedì, martedì); cell3382481768
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Sigmund Freud:"Considerazioni attuali sulla guerra e sulla morte"(1915)
Si tratta di un saggio che il padre della psicanalisi, deluso
degli eventi tragici, scrisse nel 1915. Un uomo, Freud, appartenente alla
corrente illuministica della cultura ebraica, lucido e razionale, privo di
illusioni, che guarda gli eventi con occhio psicoanalitico. La guerra per lui fu
un elemento di radicale rottura di quell’ottimismo che aveva caratterizzato la
fine del secondo ottocento. Un regresso della ragione all’uomo primordiale, la
perdita del “prezioso patrimonio comune all’umanità, costruito lungo i secoli”.
Eppure, come molti, anche Freud, alla dichiarazione della guerra, era stato
preso da quell’entusiasmo che aveva trascinato molta buona classe
intellettuale. Si trattava di un mondo ingenuo e fiducioso convinto che mai
Francesco Giuseppe, ormai ottantacinquenne, potesse chiamare alle armi
il suo popolo se non vi fosse stata la necessità di opporsi a criminali
avversari che minacciavano la pace dell’impero. Dopo mezzo secolo di pace
nessuno ricordava più gli orrori della guerra, la quale appariva adesso,
nell’immaginario collettivo, quasi
un’impresa romantica , un’avventura “travolgente e virile”(Zweigg) e, comunque,
una cosa che si sarebbe risolta in brevissimo tempo. Sicché molti giovani
temevano addirittura di poter essere esclusi e perciò correvano entusiasti e numerosissimi sotto le
bandiere che si andavano preparando. Gli stessi figli di Freud si arruolarono.
Ma Freud si ricredette quasi subito: ciò
che lo colpiva era la mancanza di moralità degli Stati, la brutalità di quella
guerra impensabile per una civiltà progredita. Lo sguardo analitico lo porta a vedere come gli impulsi distruttivi
non sono mai estirpati dal profondo dell’animo umano: continuano ad esistere, allo stato latente, comportamenti
primitivi tipici di fasi precedenti di sviluppo che possono emergere e
annullare gli sviluppi successivi. La
guerra, procurando l’annebbiamento delle facoltà intellettuali e delle
acquisizioni morali, li ha semplicemente svelati.
“La propria morte”
dice Freud, “è irrapresentabile..”Gli uomini si comportano come se non
esistesse.Ma la guerra ha riproposto inevitabilmente la riflessione sulla morte
e il dover fare i conti con la sua innegabile evidenza perché “gli uomini
muoiono veramente, e non uno alla volta ma in gran numero, spesso a decine di
migliaia al giorno”. Tra le molte osservazioni filosofiche e antropologiche emergono
nel testo anche quelle di interesse clinico come il concetto di ambivalenza
affettiva, la coppia di amore e odio, concetto che darà luogo ad altre future
teorizzazioni. Il tema della morte sarà ripreso successivamente in altri testi
di gran lunga più complessi dal punto di vista teorico e di più vasto interesse
clinico. Uno scritto “Considerazioni
attuali sulla guerra e sulla morte” che
appartiene alla riflessione freudiana di tipo più speculativo, a cui vale la
pena per l’uomo contemporaneo ancora rivolgersi per comprendere qualcosa in
merito alla complessità dell’animo umano e dei fatti della vita. Un testo,
quello in oggetto, attraversato da una vena pessimistica, che si accentuerà
sempre più in Freud ma che si affianca, anche, ad una luce di speranza : “Quando
il lutto sarà superato, apparirà che la nostra alta considerazione dei beni
della civiltà non ha sofferto per l’esperienza della loro fragilità. Torneremo
a ricostruire tutto ciò che la guerra ha distrutto, forse su un fondamento più solido e duraturo di
prima”
venerdì 22 maggio 2015
La prima riflessione di Freud sulla morte: "Considerazioni attuali sulla guerra e sulla morte"
Si tratta di un saggio che il padre della psicanalisi, deluso
degli eventi tragici, scrisse nel 1915. Un uomo, Freud, appartenente alla
corrente illuministica della cultura ebraica, lucido e razionale, privo di
illusioni che guarda gli eventi con occhio psicoanalitico. La guerra per lui fu
un elemento di radicale rottura di quell’ottimismo che aveva caratterizzato la
fine del secondo ottocento. Un regresso della ragione all’uomo primordiale, la
perdita del “prezioso patrimonio comune all’umanità, costruito lungo i secoli”.
Eppure, come molti, anche Freud, alla dichiarazione della guerra, era stato
preso da quell’entusiasmo che aveva trascinato molta buona classe
intellettuale. Si trattava di un mondo ingenuo e fiducioso convinto che mai
Francesco Giuseppe, ormai ottantacinquenne, potesse chiamare alle armi
il suo popolo se non vi fosse stata la necessità di opporsi a criminali
avversari che minacciavano la pace dell’impero. Dopo mezzo secolo di pace
nessuno ricordava più gli orrori della guerra, la quale appariva adesso,
nell’immaginario collettivo, quasi
un’impresa romantica , un’avventura “travolgente e virile”(Zweigg) e, comunque,
una cosa che si sarebbe risolta in brevissimo tempo. Sicché molti giovani
temevano addirittura di poter essere esclusi e perciò correvano entusiasti e numerosissimi sotto le
bandiere che si andavano preparando. Gli stessi figli di Freud si arruolarono.
Ma Freud si ricredette quasi subito: ciò
che lo colpiva era la mancanza di moralità degli Stati, la brutalità di quella
guerra impensabile per una civiltà progredita. Lo sguardo analitico lo porta a vedere come gli impulsi distruttivi
non sono mai estirpati dal profondo dell’animo umano: continuano ad esistere, allo stato latente, comportamenti
primitivi tipici di fasi precedenti di sviluppo che possono emergere e
annullare gli sviluppi successivi. La
guerra, procurando l’annebbiamento delle facoltà intellettuali e delle
acquisizioni morali, li ha semplicemente svelati.
domenica 17 maggio 2015
"Considerazioni attuali sulla guerra e sulla morte" di Sigmund freud: Reading
Centro di “Psicologia Umanistica ed Analisi
Fenomenologico-Esistenziale”
In occasione del centenario
della Prima Guerra Mondiale
R E A D IN G
“Considerazioni attuali sulla morte e sulla
guerra”
Sigmund Freud (1915)
Venerdì 22 e 29 Maggio ore 17
Due incontri pomeridiani
Aperti anche ai ragazzi a
partire dagli ultimi anni della scuola secondaria
Obbligatoria la prenotazione (Ingresso con contributo comprensivo del
materiale cartaceo)
PER INFO: Centro di “ Psicologia
Umanistico-transpersonale ed Analisi Fenomenologico-Esistenziale”
SALA DIALOGOS-Via Molise,4-03043 CASSINO Tel.25993; cell.3382481768
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lunedì 11 maggio 2015
Convegno Scientifico Internazionale di Neuroetica e secondo Congresso della Società italiana di Neuroetica (SINe)
CHI SENTE COSA? LA NEUROETICA TRA CERVELLO, MENTE E COSCIENZA
Incontri su Neuroscienze e Società, VII Edizione
CHI SENTE COSA? LA NEUROETICA TRA CERVELLO, MENTE E COSCIENZA
Incontri su Neuroscienze e Società, VII Edizione
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giovedì 23 aprile 2015
Neuroscienze: le teorie di Tononi e Dehaene aprono a nuove prospettive sugli studi della coscienza
Non è facile immaginare e capire come quella massa gelatinosa, dal peso inferiore a 1500 grammi, chiusa nella nostra scatola cranica, produca la mente cioè i nostri pensieri, la nostra immaginazione, la nostra capacità di scegliere, il nostro stesso essere coscienti di noi stessi ovvero avere esperienze soggettive. La coscienza ( non stiamo parlando di vigilanza che è ciò che la permette) è il fenomeno mentale più complesso e difficile da spiegare.Si riteneva fino a qualche tempo fa che il problema della coscienza non fosse aggredibile in quanto la coscienza non può studiare se stessa come un oggetto, allo stesso modo in cui studia gli altri oggetti del mondo.(Per poterlo fare dovrebbe uscire fuori di se stessa). Negli ultimi tempi alcune teorie quella di Tononi e quella di Dehaene hanno incominciato a fare luce su questo fenomeno che è l'espressione più complessa del processo evolutivo. Entrambe le teorie (la Teoria dell'informazione integrata e quella dello Spazio di Lavoro Neuronale Gobale), pur con alcune differenze, convergono sull'idea che la coscienza sia il prodotto di un alto livello d'informazione globale integrata che mette in connessione, con circuiti di andata e ritorno, le varie aeree corticali. Entrambe riconfermano l'idea che la maggior parte del lavoro cerebrale è inconscio. Occorre, ovviamente, molta saggezza nell'occuparsi naturalisticamente della mente considerando ce si vanno a toccare temi (finora trattati filosoficamente) e credenze e consapevolezze che strutturano la psicologia del senso comune. Il paradosso è che quella saggezza che invochiamo nello studio del cervello e della mente è essa stessa un prodotto del cervello....
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domenica 12 aprile 2015
Intervista al prof. ALberto Oliverio durante il convegno di Neuroetica e Filosofia delle Neuroscienze a Cassino
Per vedere l'intervista al prof. Alberto Oliverio clicca qui
lunedì 6 aprile 2015
Convegno di Neuroetica a Cassino organizzato dalla Sine in collaborazione con il Centro di Psicologia Umanistica e la San Paolo Invest-banca Fideuram
NEUROETICA: LA SCIENZA DI NOI STESSI
Il convegno di neuroetica e filosofia delle neuroscienze
organizzato a Cassino dalla Sine in collaborazione con il Centro di Psicologia
Umanistica (dott. Maria Felice Pacitto) e sponsorizzato dalla San Paolo Invest-
Banca Fideuram (dott.ssa Annarita Mattei, dott.Alessandro Gambelli), ha visto la presenza dei
maggiori ricercatori in materia: Alberto Oliverio (Psicobiologo di fama e
prof.emerito presso la Sapienza, già direttore dell’istituto di Psicobiologia e
Psicofarmacologia del CNR) Mario de Caro(Università
Roma tre) Fabio Paglieri (CNR-roma), Francesco Guala
( Statale di Milano) Elisabetta Sirgiovanni (Università la
Sapienza), Andrea Lavazza (Centro Universitario Internazionale-Arezzo) La
Neuroetica ,che ha un suo precedente nella
neurofilosofia, disciplina sviluppatasi intorno agli anni ’80, che tendeva a
ridisegnare neuralmente alcune tematiche antropologiche identificanti la
specificità dell’homo sapiens, suscita un enorme interesse non solo tra gli
addetti ai lavori ma anche tra il pubblico comune, presumibilmente perché, come
titola il convegno stesso, essa parla di noi(Pacitto) Su come il cervello produca la natura umana
cioè le nostre menti si è soffermato il prof Oliverio.Noi nasciamo con alcune
predisposizioni che ci rendono umani, e che ci rendono adattati all’ambiente. Ad
esempio il nostro cervello percepisce immediatamente la simmetria delle
immagini e sin da piccoli abbiamo la capacità di percepire una figura umana in
movimento. Ma noi siamo fondamentalmente le nostre esperienze, immagazzinate
nel nostro cervello.E’ per questo che i nostri cervelli sono molto diversi l’uno dall’altro anche quelli di due fratelli monozigoti: molto
diversi per numero di neuroni, per le fibre che uniscono le cellule nervose, per sviluppo. Ma le neuroscienze, al fine di
evitare qualsiasi possibile contrapposizione con la psicologia , la filosofia,
la sociologia, non sono sufficienti a darci la spiegazione dell’uomo : esse
hanno bisogno di essere integrate con
quest’ultime discipline.
domenica 22 marzo 2015
venerdì 13 marzo 2015
EDith Stein una delle prime filosofe del'900. Sviluppò il primo studio esaustivo e d approfondito sul tema dell'empatia
Edith Stein, ebrea
come Simone Weill e Hanna Arendt. Tre donne filosofe che hanno segnato il
percorso speculativo del secolo scorso. Tre donne il cui discorso si dispiega sullo
sfondo drammatico del nazismo.Voci che hanno saputo interpretare il desiderio
della donna a poter essere piuttosto che ad avere, contro il conformismo
massificante della contemporaneità. Un poter essere che si esprime nella Arendt
attraverso la teorizzazione di una filosofia inserita pienamente nella vita e
nel sociale, nella Weill nella ricerca di una mistica estetica , nella Stein nella comprensione dell’uomo. La loro opera è
inscindibile dalla loro vita. Tre donne filosofe ed ebree il che vorrà pur dire
qualcosa.
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lunedì 2 marzo 2015
Festa della donna: presentazione della figura di Edith Stein, una grande filosofa il cui contributo è stato essenziale per la costruzione della soggettività femminile. Proiezione del film "La settima stanza"
In ricordo del settantesimo anniversario della liberazione di Auschwitz
e
in occasione della ricorrenza della festa della donna
il "Centro di Psicologia Umanistica ed Analisi Fenomenologico-Esistenziale"
presenta
E D I T H S T E I N
(filosofa, ebrea convertita al cattolicesimo, fatta santa)
una donna che ha vissuto "nel pieno diritto di autodeterminazione come proprietà inalienabile dell'anima, mistero della libertà personale, davanti alla quale Dio stesso si arresta"
P R O I E Z I O N E D E L F I L M
"La settima stanza"
Venerdì 6 marzo ore 16
Banca Popolare del Cassinate
Questo evento vuole essere non solo il tributo riconoscente al lavoro, essenziale ai fini della costruzione della soggettività femminile, di una grande filosofa ma anche il ricordo doveroso e commosso di tutte le vittime di Auschwitz
e
in occasione della ricorrenza della festa della donna
il "Centro di Psicologia Umanistica ed Analisi Fenomenologico-Esistenziale"
presenta
E D I T H S T E I N
(filosofa, ebrea convertita al cattolicesimo, fatta santa)
una donna che ha vissuto "nel pieno diritto di autodeterminazione come proprietà inalienabile dell'anima, mistero della libertà personale, davanti alla quale Dio stesso si arresta"
P R O I E Z I O N E D E L F I L M
"La settima stanza"
Venerdì 6 marzo ore 16
Banca Popolare del Cassinate
Questo evento vuole essere non solo il tributo riconoscente al lavoro, essenziale ai fini della costruzione della soggettività femminile, di una grande filosofa ma anche il ricordo doveroso e commosso di tutte le vittime di Auschwitz
domenica 22 febbraio 2015
"Che cosa posso e voglio cambiare della mia vita": Gruppo d'Incontro
Sabato 28
Febbraio 2015
Ore 15-19/20
“Che
cosa posso e voglio cambiare della mia vita”
GRUPPO d’INCONTRO
Mindfullness, rilassamento,
esperienze guidate
Workshop
Il Gruppo d’Incontro aiuta a
-conoscere se stessi
-sviluppare parti di sé rimaste
inespresse
-scoprire il modo in cui ci relazioniamo
con gli altri e a sviluppare la nostra capacità di creare rapporti
interpersonali
-sperimentare nuove modalità di
comportamento
-sciogliere nodi e situazioni
problematiche della nostra esistenza
Il Gruppo d’Incontro è una occasione di
cambiamento e crescita personale
AI PARTECIPANTI VERRA’ RILASCIATO UN ATTESTATO DI PARTECIPAZIONE
*M.Felice Pacitto, psicologae psicoterapeuta, è
stata allieva e collaboratrice di Rollo May e Ronald Laing. E’ stata tra i
primi a sviluppare, in Italia, il metodo dei Gruppi d’Incontro, di cui ha dato
una formulazione teorica e metodologica nel testo “Dal Sentire all’Essere”, Ed.
Magi