Neuroscienze, neuroetica, filosofia della mente, psicoterapia

domenica 30 giugno 2013

Neuroetica: svecchiamo i programmi di filosofia..


Sembrerebbe che la maggior parte dei  maturandi (il 21/%) abbia scelto, alla prova di Italiano, il tema "La ricerca scommette sul cervello". Il che significa, come da tempo vado sostenendo e come mi conferma l'interesse e l'attenzione mostrata dai ragazzi  della scuola secondaria (e non solo negli ordini di studio in cui si insegna filosofia) durante i seminari che svolgo basandomi sul testo "Buoni si nasce soggetti etici si diventa.La costruzione della mente etica tra neuroscienze, filosofia, psicologia", che è ormai tempo, in Italia, di svecchiare i programmi di Filosofia. Non si tratta ovviamente di eliminare Socrate, Kant o Marx ma di far conoscere non solo altri orientamenti filosofici, la cui conoscenza risulta significativa per la stessa ricerca scientifica, ma anche altre discipline di confine con le quali la filosofia deve confrontarsi. Esistono la filosofia analitica, la filosofia della mente o filosofia delle scienze cognitive, ci sono i filosofi fenomenologi  che si applicano allo studio della mente ed, infine, le scienze cognitive e le neuroscienze. Quanti ragazzi sentono parlare di Quine, Davidson, Searle, Dennett, Varela, Kandel, Damasio.? L'individualismo italiano si rivela anche nel modo di fare scuola: è difficile approdare ad una modalità di lavoro interdisciplinare come accade,invece, nei paesi anglosassoni. Oggi le scienze affrontano tematiche che una volta erano oggetto specifico di indagine filosofica. Ma l'interdisciplinarietà, il lavorare al confine, è reso necessario dal fatto che nessuna disciplina può da sola rendere giustizia della complessità dei temi affrontati:  il problema, appunto, del rapporto mente-corpo,  quello insolubile del libero arbitrio, il problema della coscienza, della causazione mentale, ecc..Magari far conoscere Merleau- Ponty (non credo che lo si proponga frequentemente nei programmi di filosofia della scuola secondaria), Churcheland, Quine, Davidson e Damasio, susciterebbe la curiosità dei ragazzi e rinverdirebbe la passione per la filosofia!

lunedì 3 giugno 2013

"Conversazioni pomeridiane"

Soggettività femminile

sala diàlogos via Molise, 4
              
ore 17 e 30
proiezione del film-documento:

ICH HIESS SABINA SPIERLEIN
(Mi chiamavo Sabina Spielrein)
                                                                               di Elizabeth Marton

Sabina Spierlein  è un caso di soggettività femminile negata. In occasione  dell'approvazione alla Camera della "Convenzione di Istanbul", contro la violenza sulle donne, vale la pena di riparlarne. Spesso, il tema della violenza contro le donne diventa occasione di esibizionistico e macabro spettacolo mediatico che cattura l'attenzione immediata dei più ma che non produce effettivi cambiamenti. Noi preferiamo, come facciamo ormai da anni, riflettere, discutere, indagare sulla psicologia  del femminile e sulla soggettività di genere, convinte che  la consapevolezza e la conoscenza di sè  siano necessarie per un cambiamento delle donne dall'interno. Questo è  passo  impescindibile se si vuole arginare il fenomeno della violenza  comunque essa si manifesti...
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