Neuroscienze, neuroetica, filosofia della mente, psicoterapia

giovedì 23 aprile 2015

Neuroscienze: le teorie di Tononi e Dehaene aprono a nuove prospettive sugli studi della coscienza

Non è facile immaginare e capire come quella massa gelatinosa, dal peso inferiore a 1500 grammi, chiusa nella nostra scatola cranica, produca la mente cioè i nostri pensieri, la nostra immaginazione, la nostra capacità di scegliere, il nostro stesso essere coscienti di noi stessi ovvero avere esperienze soggettive. La coscienza ( non stiamo parlando di vigilanza che è ciò che la permette)  è il fenomeno mentale più complesso e difficile da spiegare.Si riteneva fino a qualche tempo fa che il problema della coscienza non fosse aggredibile in quanto la coscienza  non può studiare se stessa come un oggetto, allo stesso modo in cui studia gli altri oggetti del mondo.(Per poterlo fare dovrebbe  uscire fuori di se stessa).   Negli ultimi tempi alcune teorie quella di Tononi e quella di Dehaene hanno incominciato a  fare luce su questo fenomeno che è l'espressione più complessa del processo evolutivo.   Entrambe le teorie (la Teoria dell'informazione integrata e quella dello Spazio di Lavoro Neuronale Gobale), pur con alcune differenze, convergono sull'idea che la coscienza sia il prodotto di un alto livello d'informazione globale integrata che mette in connessione, con circuiti di andata e ritorno, le varie aeree corticali. Entrambe riconfermano l'idea che la maggior parte del lavoro cerebrale è inconscio. Occorre, ovviamente, molta saggezza nell'occuparsi naturalisticamente della mente considerando ce si vanno a toccare temi (finora trattati filosoficamente) e credenze e consapevolezze che strutturano la psicologia del senso comune. Il paradosso è che quella saggezza che invochiamo nello studio del cervello e della mente è essa stessa un prodotto del cervello....

lunedì 6 aprile 2015

Convegno di Neuroetica a Cassino organizzato dalla Sine in collaborazione con il Centro di Psicologia Umanistica e la San Paolo Invest-banca Fideuram


                                                    NEUROETICA:  LA SCIENZA DI NOI STESSI
 Il convegno di neuroetica e filosofia delle neuroscienze organizzato a Cassino dalla Sine in collaborazione con il Centro di Psicologia Umanistica (dott. Maria Felice Pacitto) e sponsorizzato dalla San Paolo Invest- Banca Fideuram (dott.ssa Annarita Mattei, dott.Alessandro Gambelli), ha visto la presenza dei  maggiori ricercatori in materia: Alberto Oliverio (Psicobiologo di fama e prof.emerito presso la Sapienza, già direttore dell’istituto di Psicobiologia e Psicofarmacologia del CNR) Mario de Caro(Università Roma tre) Fabio Paglieri (CNR-roma), Francesco Guala ( Statale di Milano) Elisabetta Sirgiovanni (Università la Sapienza), Andrea Lavazza (Centro Universitario Internazionale-Arezzo) La Neuroetica ,che ha un suo precedente nella neurofilosofia, disciplina sviluppatasi intorno agli anni ’80, che tendeva a ridisegnare neuralmente alcune tematiche antropologiche identificanti la specificità dell’homo sapiens, suscita un enorme interesse non solo tra gli addetti ai lavori ma anche tra il pubblico comune, presumibilmente perché, come titola il convegno stesso, essa parla di noi(Pacitto)  Su come il cervello produca la natura umana cioè le nostre menti si è soffermato il prof Oliverio.Noi nasciamo con alcune predisposizioni che ci rendono umani, e che ci rendono adattati all’ambiente. Ad esempio il nostro cervello percepisce immediatamente la simmetria delle immagini e sin da piccoli abbiamo la capacità di percepire una figura umana in movimento. Ma noi siamo fondamentalmente le nostre esperienze, immagazzinate nel nostro cervello.E’ per questo che i nostri cervelli  sono molto diversi l’uno dall’altro anche  quelli di due fratelli monozigoti: molto diversi per numero  di neuroni,  per le fibre che uniscono le cellule nervose,  per sviluppo. Ma le neuroscienze, al fine di evitare qualsiasi possibile contrapposizione con la psicologia , la filosofia, la sociologia, non sono sufficienti a darci la spiegazione dell’uomo : esse hanno bisogno di essere integrate  con quest’ultime discipline.