Neuroscienze, neuroetica, filosofia della mente, psicoterapia

venerdì 25 dicembre 2020

Un Natale sottotono ma non meno nutriente

 


Questo sarà un Natale diverso. Il Natale nelle ultime due settimane è stato il tema dominante le menti delle persone. I più si lamentano delle restrizioni, si sentono agli arresti domiciliari, rimpiangono le mancate vacanze sulla neve, l’impossibilità di festeggiare l’anno nuovo secondo consuetudine. C’è da chiedersi che tipo di paese sia quello in cui oggetto di preoccupazione sono i su citati impedimenti. Che paese è quello che dimentica che ben altre sono le priorità, che  non vede le difficoltà economiche di molti e i lutti che hanno colpito molte famiglie? Ma siamo ragionevoli e diamo uno sguardo indietro agli anni passati. Con l’avvicinarsi del natale si entrava in una sorta di ansia per lo stress che le fatiche festive comportavano: regali, preparazione di pranzi, il dramma di come selezionare gli inviti, visite di cortesia ed altre convenzioni sociali. Nel bel mezzo delle festività si cominciava a desiderare che finissero presto. Molti dichiaravano che ne avrebbero fatto volentieri a meno. Alcuni stavano male anche: soffrivano del “Christmas blues”, quella sorta di tristezza che accompagna, spesso, situazioni ed occasioni di per sé piacevoli ma che vengono turbate dal ricordo di persone che non ci sono più e di cui si soffre la mancanza, dalla solitudine e dall’assenza di familiari lontani. Per quelli più eticamente sensibili si aggiungevano considerazioni di ordine sociale ed altruistico: gli inutili sperperi, magari per accontentare e rendere più felici bambini ed adulti già abbondantemente benedetti dalla fortuna, a fronte della povertà e della miseria che continua a regnare nel mondo e neanche troppo lontano da noi. Quest’anno saremo liberati di questi affanni: avremo un Natale  più intimo, con meno stress, meno effervescente, con meno scintillii ma non per questo meno emotivamente nutriente. Ma mi auguro che sia anche un Natale più riflessivo e saggio. Un Natale da considerare come il tentativo che stiamo facendo per uscire da questa pandemia che ha profondamento cambiato le nostre abitudini, le nostre attese e speranze, la nostra psicologia. Ma siamo realmente cambiati? La natura umana rifugge dal dolore e cerca di dimenticare. E anche oggi c’è la tendenza a non voler vedere e a volere pensare che tutto sia finito e forte è alla spinta a tornare alla così detta normalità E, pure, la pandemia ha posto sotto gli occhi di tutti ( di quelli che vogliono v edere) le questioni fondamentali del nostro tempo: la distruzione dell’ambiente, la povertà, il razzismo, il conflitto sociale, tutte questioni interconnesse che erano lì ma che non si volevano vedere. Molte cose sono accadute durante questo anno che dovrebbero far riflettere. Innanzi tutto la frattura generazionale: da un lato la decimazione degli anziani, talora passata (diciamolo) semplicemente come un fatto statistico-fatalistico, scontato; dall’altro i giovani che scalpitavano per tornare in piazza, nelle strade, in discoteca. Abbiamo assistito a forme di negazione della pandemia e del pericolo che hanno indotto comportamenti irresponsabili e dannosi alla collettività. Non sono mancate  forme paranoidi di paura del contagio che hanno portato a comportamenti egoistici e disumani.  L’emergenza Covid-19 ha mostrato facce dell’Italia che ci hanno fatto vergognare: lo sciacallaggio di chi, durante la pandemia ha fatto incetta di mascherine (presidio fondamentale per prevenire il contagio) per rivenderle a prezzi esorbitanti, di  chi ha messo in circolo dispositivi fuorilegge. Ma parafrasando Jung “molta ombra, molta luce”.  Ci sono stati generosità e coraggio di migliaia di persone: medici, infermieri, farmacisti, personale delle strutture sanitarie, volontari che hanno lavorato senza sosta. Ci sono stati atti eroici: di chi, piuttosto avanti negli anni, ha ceduto il proprio casco Chip-pap ad un altro paziente, più giovane, con maggiori probabilità di sopravvivere. Altruismo ed interdipendenza tra tutti gli esseri umani sono stati i valori riscoperti da molti. Infine l’azione congiunta di tutti gli organismi impegnati nella ricerca ed il lavoro incessante degli scienziati che hanno saputo collaborare al di là delle nazioni di appartenenza. Mai come in questa occasione la scienza ha mostrato che la comunità scientifica è legata da un unico e medesimo interesse conoscitivo: la conoscenza non vuole bandiere! Einstein sosteneva che le catastrofi dovrebbero essere la spinta a ripensare i grandi principi che informano lo stare al mondo. Da questo punto di vista c’è da augurarsi appunto che il Covid.19 non sia stato  un’occasione perduta. Questo Natale dovrebbe indurre a riflettere sul posto che occupiamo in questo mondo, sulla natura interdipendente di tutti gli esseri umani e di tutti gli esseri viventi, sulla corresponsabilità dei destini di ciascuno, per ripartire nel 2021 più saggi e più adulti.

Maria Felice Pacitto

 

giovedì 17 dicembre 2020

Che paese è quello in cui la preoccupazione dominante è come trascorrere il Natale o il rammarico di non poter andare sulla neve.?

 Difficile trovare il punto di equilibrio tra la necessità di tutelare la libertà dei cittadini e quella di provvedere alla salute pubblica. In fondo la seconda ondata  è stato l'esito della difficoltà a trovare questo punto di equilibrio, E' un principio morale non dimenticare o rimuovere il tragico che ha costellato i mesi passati e continua ancora ad accompagnarci. Si continua a morire, troppo! E, pure, il lamento di molti è quello di non poter festeggiare il Natale come una volta, di dover rinunciare alla festa di fine d'anno e alle vacanze sulla neve! Troppa immorale dimenticanza del dolore degli altri, dei problemi reali del nostro tempo: la povertà,il razzismo, il conflitto sociale. Einstein sosteneva che le catastrofi dovrebbero essere la spinta a ripensare i grandi principi che guidano l'esistenza. E la politica non offre uno spettacolo edificante: partiti che anche in questa situazione tragica approfittano delle difficoltà del governo per riposizionarsi e acquisire elettorato. Il governo si trova in una difficile e paradossa situazione: qualsiasi cosa stabilisca per l'imminente Natale sarà messo alla gogna dall'opposizione. Se aumenta le restrizioni avrà affossato i consumi e, di conseguenza, le attività commerciali, Se permetterà una certa libertà di movimento e spostamento sarà accusato di aver facilitato la diffusione del virus.


 


sabato 5 dicembre 2020

Mindfulness eating Venerdì 19: la mindfulness unita a scientifiche indicazioni nutrizionali ci aiuta ad affrontare con disciplina il pranzo di Natale e senza rinunciare al piacere

 

                             M I N D F U L N E S S         E A T I N G

 

                                

                           W E B I N A R: venerdì 11 ore 19

(Tutti possono partecipare gratuitamente. Basta solo prenotare la propria partecipazione inviando la richiesta a mariafelice@humanistic-psyc.it. Riceverete il link per collegarvi in diretta)                

              Cosa facciamo in una session di Mindfulness Eating?

     ● Esploriamo il momento presente: aiuta ad alleviare stress ed ansia

●Pratichiamo il pasto consapevole: assaporiamo ogni boccone, godiamo di ogni momento.

●Diventiamo consapevoli della differenza tra “non avere più fame “ ed “essere pieni”

●Ricordiamoci l’equazione energetica: bilanciamo l’energia che entra nel corpo e quella che esce

Negli ultimi tempi l’ago della bilancia è salito a causa delle necessarie restrizioni relative alla frequentazione di palestre e piscine, a causa dello stress di una modalità di vita che ci ha imposto molti limiti diminuendo le nostre fonti di piacere. È inevitabile ricorrere più spesso al cibo come compensazione e fonte di gratificazione. E adesso arrivano le feste natalizie e al pranzo di Natale non si può proprio rinunciare…  La Mindfulness eating unita a sane e scientifiche indicazioni nutrizionali diventa un supporto fondamentale per:

                         riscoprire una sana e piacevole relazione con il cibo

Il webinar sarà condotto da:

Maria Felice Pacitto, psicologa, psicoterapeuta, istruttrice Mindfulness

Fatima Cacciotti, biologa  nutrizionista, specializzata in Microbiologia e Virologia

 

 

 

 

lunedì 2 novembre 2020

Mindfulness in tempi di coronavirus: da Novembre corsi base e corsi per avanzati

 

          M I N D F U L N E S S     in T E M P I  D I  C O R O N A V I R U S

                                         Corsi mindfulness online     

                


                        Da novembre nuovi corsi per principianti e per avanzati.

Andiamo verso un periodo pesante e stressante. Le notizie allarmanti che ci arrivano costantemente. i provvedimenti che si susseguono, le indecisioni del governo, ci fanno sentire confusi, un po’ persi. Ci avviamo verso un inverno più duro rispetto a quelli vissuti negli anni passati perché privi di quei rituali festivi ed amicali che ci allietavano le giornate piovose ed uggiose. La pandemia continua ad essere l’atmosfera in cui siamo immersi e che respiriamo. Siamo impauriti da un nuovo lockdown, dal ricordo delle città vuote, le entrate contingentate nei supermarket e nelle farmacie, gli incontri a distanza. E questa volta siamo più stanchi rispetto a qualche mese fa. Essere esposti ad un evento stressante incide fortemente sulla nostra esistenza e gli effetti possono riguardare sia la salute fisica che quella psichica. E' dunque utile prendersi cura di sé e del proprio benessere psicofisico utilizzando tecniche ed approcci antistress ed antiansia la cui efficacia consolidata è dimostrata ormai da migliaia di ricerche in ambito scientifico e neuroscientifico. Abbiamo bisogno di strumenti che ci aiutino a gestire ansia, emozioni negative e i rapporti interpersonali.

                                                           Corso Base (inizio lunedì 9 novembre)

Durante il corso verranno proposti:

● contenuti teorici relativi alla psicologia delle emozioni, ai meccanismi dell’ansia e dello stress, al rapporto mente-corpo, al funzionamento di cervello e mente,

● opportunità di riflessione su alcune tematiche esistenziali

● alcune pratiche esperienziali che una volta apprese potranno essere espletate in modo autonomo

                                            Corso Per avanzati (venerdì 13 novembre)

 

● contenuti teorici relativi alla psicologia delle emozioni, ai meccanismi dell’ansia e dello stress, al rapporto mente-corpo, al funzionamento di cervello e mente,

● letture di saggezza

pratiche avanzate di meditazione

Tempi: 4 incontri (uno a settimana) della durata ognuno di un’ora e mezza

 Orario: corsi base 20-21e 30; corso per avanzati 19-20 e 30.

Per informazioni ed iscrizione (obbligatoria): “Centro Psicologia Umanistica Cassino”, via Molise, 4, 0776/25993,cell.3382481768; email:mariafelice@humanistic-psyc.it

 

 

 

 

 

domenica 25 ottobre 2020

ANNULLATO PER OVVI MOTIVI IL SESTO CONVEGNO DI NEUROETICA E FILOSOFIA DELLE NEUROSCIENZE a CASSINO

 


Gentilissimi

Con molto rammarico sono stata costretta ad annullare il convegno di Neuroetica che viene spostato alla fine di maggio 2021 se le “potenze celesti” lo permetteranno. Non demordiamo. Anche se tutto non va bene dobbiamo vivere ancora, resistendo alle peggiori tentazione dello scoraggiamento e della inattività. Dopo averne vagliata la possibilità, insieme al segretario della Sine, prof. Andrea Lavazza, ho escluso la versione online in quanto in questo periodo tutti sono oberati da questa tipologia di comunicazione. Inoltre il convegno avrebbe perso quell’aria di festa ( un convegno è sempre una festa)ed entusiasmo, di piacevole e proficua mescolanza tra pubblico e relatori, che l’ha sempre caratterizzato. Sarà comunque attivata la Scuola di Alta Formazione in Neuroetica e Filosofia delle Neuroscienze aperta ai ragazzi della secondaria e agli appassionati della disciplina. Affiancare i ragazzi nel loro percorso formativo è ciò che può cambiare la vita futura degli adulti. Diffondere Neuroetica e Neuroscienze, che parlano di noi, significa aiutare le persone a muoversi con consapevolezza e senso critico nell’informazione scientifica e, talora, pseudoscientifica. Il vero lockdown è quello di condannare mente e cervello alla stasi. Continuiamo, dunque le nostre attività partendo da alcune parole essenziali: responsabilità, resilienza, coraggio.

A tutti un augurio di benessere e serenità

Maria Felice Pacitto

lunedì 5 ottobre 2020

Prodigi della terapia genica ma anche scenari inquietanti. La Neuroetica è indispensabile

  Un obiettivo di ricerca nell’ambito della Biologia sintetica è replicare non solo le singole cellule in laboratori ma il modo in cui interagiscono. Sono allo studio organoidi capaci di replicare un fegato o un intestino. Un altro indirizzo di ricerca è costruire minuscoli computer biologici ed inserirli in un organismo. Possono fare da sentinelle per potenziali patologie e riparare l’organismo. Nel campo della medicina rigenerativa la sfida è quella delle cellule germinali e con circuito sintetico. Ci vorranno anni però per passare dalla ricerca in laboratorio alla pratica medica. Sarà possibile in un futuro inserire sequenze genetiche migliorate. Secondo la bioifisica  Marileen Dogterm un domani sarà possibile costruire cellule sintetiche che si autoriproducono nello spazio. Dirige un progetto della NASA  che ha come obiettivo produrre biopropellenti sintetici per navi spaziali e batteri per “terraformare” pianeti. I batteri sintetici possono essere utilizzati per creare un’atmosfera  e per fertilizzare i suoli, per regolare i cambiamenti climatici e rendere il corpo più resistente.  Nell’ambito delle biotecnologie è possibile utilizzare  la tecnica del  Crispar-Cos9 che permette di individuare geni patogeni ed eliminarli. La ricerca genica ha fatto progressi solo qualche anno fa impensabili: e’ possibile, per alcune malattie, “somministrare” un gene sano che possa lavorare al posto di quello difettoso, è possibile modificare il DNA di un embrione (prima dell’impianto) per curare una malattia genetica ereditaria.  La procedura del gene editing,  


(Crispr CAS 9) apre la possibilità straordinaria di curare qualunque malattia rara diagnosticabile prima dell’impianto dell’embrione. Tutto legittimo fin quando queste tecniche straordinarie  vengono usate per curare o prevenire malattie gravi. Ma dove porre il confine? E se si volesse utilizzare il gene-editing per prevenire l’obesità o l’alcolismo? Sono da considerarsi malattie, queste? Che cos’è malattia? E se lo si volesse usare per avere una prole fisicamente più forte ( già da tempo i topi vengono modificati geneticamente per avere una muscolatura più forte) o per avere una prole con determinate caratteristiche fisiche?  Si aprono questioni etiche non indifferenti perché se c’è una regola per la scienza è questa: se qualcosa si può fare prima o poi succederà. Nel novembre scorso destò un enorme clamore in tutta la comunità scientifica l’esperimento del ricercatore cinese Jiankui He che ha modificato il corredo genetico di una coppia di gemelli, esperimento pericoloso e scientificamente inaccettabile. Si tratta, come alcuni scienziati hanno  sottolineato, di un esperimento e non di una sperimentazione. Un esperimento condotto direttamente su esseri umani, fatto senza metodologia scientifica (assenza di sperimentazione preclinica che implica il passaggio dal laboratorio all’essere umano,) La cosa grave è che l’ intervento di Jankui He non aveva lo scopo di rimuovere una patologia ma piuttosto quello di manipolare embrioni perfettamente sani per prevenire  un eventuale contagio da HIV. Ma, ulteriore cosa grave, la manipolazione genica effettuata  potrebbe dar luogo a gravi problemi dato che il gene manipolato (CCR5)è implicato nei processi di apprendimento e di memorizzazione. Ma la tecnica della manipolazione genica potrebbe anche risolvere il problema che affligge di più l’umanità: l’invecchiamento. Basterebbe modificare  implementare le telomerasi un processo che rallenta l’accorciamento dei telomeri (la parte terminale dei cromosomi), accorciamento che determina l’invecchiamento. Ma sarebbe desiderabile allungare la durata della vita, molto oltre i cento anni? Quale sarebbe la qualità della vita? Non verrebbero comunque eliminate le malattie genetiche della vecchiaia: aumenta, infatti, il rischio di mutazioni casuali, da cui, risultato evoluzionistico, si è meno protetti, perché si è superata l’età riproduttiva. Accettiamo questa verità: la vecchiaia non è una malattia, è un esito naturale del processo vitale. Rassegniamoci: bisogna invecchiare!

domenica 4 ottobre 2020

L'invidia, un'emozione bruciante. Si può essere invidiosi anche della bontà. Semplicemente perché è bella

 Desta stupore ed incredulità la motivazione data dall'assassino dei due fidanzati di Lecce: " ero invidioso della loro felicità". Perché non ci convince ? Perché non vogliamo vedere la nostra zona d'ombra. Tutti, siamo, infatti, nel profondo di noi, un pò invidiosi  di chi ha raggiunto un buon posto di lavoro, di chi è riuscito a realizzarsi professionalmente, di chi è riuscito a trovare il/la partner giusto/ giusta, di chi ha qualcosa che noi non abbiamo, insomma di chi è più contento di noi. L'invidia può portare ad uccidere? Sì^ se è collegata a determinate caratteristiche di personalità non necessariamente psicopatologiche. L'invidia è il più terribile dei sentimenti, più dannoso della stessa aggressività. Questa è un'emozione primaria ereditata evoluzionisticamente perché posta a difesa della nostra incolumità. E' un'emozione d'impeto che, ovviamente, può anche danneggiare gravemente gli altri. Non ci si vergogna di confessarla. L'invidia è, invece, un'emozione bruciante, che cova all'interno della persona e che si sviluppa contro un oggetto ( il possessore di qualcosa che non si ha) che si vuole distruggere perché la sua presenza testimonia la condizione di mancanza di chi la prova. E' dunque un'emozione cognitiva che può portare a progetti  distruttivi molto ben congegnati ed articolati. Anche  il possedere una qualità, un attitudine può diventare oggetto d'individia, tutto ciò che in qualche modo fa "rilucere una persona" in contrasto con la condizione, a volte, grigia dell'invidioso. Anche la bontà può essere oggetto di invidia, perché è bella e la bellezza riluce. L'invidia non viene mai confessata perché il confessarla svelerebbe la condizione di mancanza di chi la prova


sabato 11 luglio 2020

Amore e Psiche. Di che cosa parliamo quando parliamo di amore? Da Platone, alla Psicoanalisi alle Neuroscienze


Centro di “ Psicologia Umanistico-Transpersonale ed   Analisi Fenomenologico-Esistenziale”


                    I l       C ON V i V I O
Da Platone, alla Psicoanalisi, alle Neuroscienze                                    
                                    Amore e Psiche”
                               23 luglio, ore 19 e 30
                                      Bar Luciano
                                  p.zza San Giovanni
Il Convivio si prefigge di riunire intorno ad una tavola persone che vogliono , in un clima di conviviale e non accademico,  mettere insieme esperienze e conoscenze. Ognuno potrà espimersi e narrare una propria esperienza, altri ascoltare semplicemente e mangiare. L’incontro sarà guidato da Maria Felice Pacitto (Psicologa, psicoterapeuta, filosofa della mente)
L’incontro è a numero chiuso ed è aperto a sole 20 persone. E’ necessaria la prenotazione che va effettuata entro il 19 luglio, contattando la signora Emilia Di Mambro, che ospita l’evento presso il bar Luciano: cell.3393538739; shila.24.1972@gmail.com. Il costo della partecipazione, il cui pagamento va effettuato al momento della prenotazione per ovvi motivi organizzativi, è relativo semplicemente alla consumazione della cena ed ammonta ad 8 euro. Saranno osservate tutte le misure igieniche previste dall’emergenza Covid-19. Obbligatorio l’uso della mascherina

domenica 5 luglio 2020


     Centro Mindfulness Sud Lazio
               Gruppo mensile             
     Il cuore della pratica non è la durata ma la continuità


                            
 

                                          Giovedì 9  luglio ore 19-20 e 30  
                  MINDFULNESS, TECNICHE DI CONSAPEVOLEZZA, LETTURE DI SAGGEZZA                                                                                
                              Che cosa significa sperare
In questo periodo le persone provano un senso di spaesamento e disorientamento. Dinanzi alla molteplicità di informazioni spesso difformi e alle diverse strategie e misure protettive messe in atto dai diversi paesi . Molte sono le domande che ci poniamo: “Dove stiamo andando?”, “Come sarà il domani?”, “Quale sarfà ijl prossimo passo?”, “Cosa possiamo sperare?”
(Per alcuni continuare la pratica di Mindfulness dopo la frequenza dei corsi MBSR è difficile. Questo vuole essere il modo per rendere la Mindfulness una pratica quotidiana e per dare la possibilità di instaurare l’abitudine alla meditazione.Il gruppo è, generalmente, aperto a tutti quelli che hanno già esperienza di Mindfulness. Per informazioni e prenotazione:
“Centro Psicologia Umanistica Cassino”, via Molise, 4, cell.3382481768

giovedì 25 giugno 2020

Mindfulness online: come vivere in serenità in tempi difficili


Mindfulness online:  come vivere con serenità in tempi difficili




Siamo usciti da un pezzo dal lockdown: una fase che all’inizio ha richiesto una forte capacità di adattamento in quanto ha interrotto i nostri comportamenti abituali, la nostra relazionalità; ci ha costretto ad una convivenza, stretta e senza pausa, con i nostri familiari che spesso ha fatto esplodere conflitti latenti. E’ stato più facile adattarsi per chi è dotato di flessibilità e resilienza. La seconda fase che è incominciata da circa un mese ci richiede parimenti una capacità di adattamento e resilienza perché non siamo tornati alla vita di prima, come molti si aspettavano. Ogni adattamento ha un costo: procura sforzo, fatica, talora stress. E siamo ancora in una fase di pericolo e di incertezza con emozioni che oscillano tra speranza e paura
Abbiamo pertanto bisogno di strumenti e di conoscenze relative al funzionamento della nostra mente-cervello che ci aiutino a vivere in condizioni  cui non siamo abituati e che caratterizzeranno a lungo la nostra vita.
Abbiamo bisogno di strumenti che ci aiutino a gestire ansia, emozioni negative e a recuperare il benessere psico-fisico.
 Dobbiamo ricostruire su basi diverse la nostra vita e non è facile.
Durante il corso verranno proposti:
contenuti teorici relativi alla psicologia delle emozioni, ai meccanismi dell’ansia e dello    stress, al rapporto mente-corpo, al funzionamento di cervello e mente,
opportunità di riflessione su alcune tematiche esistenziali
 alcune pratiche esperienziali che una volta apprese potranno essere espletate in modo autonomo
Tempi: 4 incontri (uno a settimana) della durata ognuno di un’ora e mezza. Giovedì: 2, 9, 16, 23 luglio. Orario: 21-22 e 30. Per informazioni e prenotazione: “Centro Psicologia Umanistica Cassino”, via Molise, 4, cell.3382481768




lunedì 22 giugno 2020


     Centro Mindfulness Sud Lazio
               Gruppo mensile             
     Il cuore della pratica non è la durata ma la continuità
                            
 

                             Giovedì 25  giugno ore 19-20 e 30  
 MINDFULNESS, TECNICHE DI CONSAPEVOLEZZA, LETTURE DI SAGGEZZA                                                                                
                                Far rifiorire la vita
In questo momento di incertezza abbiamo bisogno di grucce, di strumenti che ci aiutino a ripristinare calma e speranza
(Per alcuni continuare la pratica di Mindfulness dopo la frequenza dei corsi MBSR è difficile. Questo vuole essere il modo per rendere la Mindfulness una pratica quotidiana e per dare la possibilità di instaurare l’abitudine alla meditazione.Il gruppo è, generalmente, aperto a tutti quelli che hanno già esperienza di Mindfulness, acquisita presso un Centro qualificato.
Per informazioni e prenotazione:
“Centro Psicologia Umanistica Cassino”, via Molise, 4, cell.3382481768

giovedì 14 maggio 2020

NEUROETICA. Convegni cassinati. Scuola di alta formazione in Neuroetica e Filosofia delle Neuroscienze, a cura Di Maria Felice Pacitto. Contributi di Alberto Olioverio, Massimo Marraffa, Mario De Caro,Andrea Lavazza, Marco Celentano,, Michela Balconi, Edoardo Datteri, Giulia Fronda, Luigi Pastore, Flavia Corso, Rodolfo Giorgi, Mattei Cerri, Fausto Pellecchia, Flavia Corso, Miriam Aiello, Sonia Canterini, Francesco Bruno, Maria Felice Pacitto


Questo libro origina dai convegni cassinati di cui raccoglie i contributi più significativi che sono anche i temi “caldi” della ricerca in Neuroetica (il libero arbitrio, il rapporto body-mind, la coscienza, il neurodiritto, La neuroeconomy, l’intelligenza artificiale, ecc..),temi sui quali si focalizzano pure le domande che gli uomini si pongono in alcune circostanze della vita.  Esiste il libero arbitrio? Esiste una base biologica della moralità?  E’ possibile il potenziamento cognitivo? Siamo sempre consapevoli e razionali nelle nostre scelte? Gli automi ci sostituiranno? Domande complesse e difficili che non trovano risposte  definitive. Obiettivo di questo libro è quello di diffondere in “uno spazio pubblico”,  aperto non solo ai lettori specializzati, le  conoscenze  aggiornate relative a tali tematiche, espressive della complessità multidisciplinare della Neuroetica, destinata ad assumere un ruolo sempre più consistente nella nostra vita e nella società. Un affascinante percorso, dunque, alla scoperta della natura di alcuni meccanismi cerebrali e mentali, specifici dell’Homo sapiens, responsabili del comportamento morale e dei comportamenti socialmente rilevanti.

Il virus ci ha tolto il piacere del toccarci, accarezzarci, abbracciarci


 Cosa ci lascia la pandemia,
cosa ci ha tolto?
La pandemia ci lascia la consapevolezza della nostra fragilità, della incertezza della vita, della sua imprevedibilità. Semplicemente: la vita non è sotto il nostro controllo.
Una consapevolezza che non è di poco conto e ci appesantisce ma, come molte cose pesanti, ci spinge ad una riflessività profonda che è ciò che ci rende specificamente umani.
Ma cosa ci ha tolto?  Ci ha tolto un senso primordiale: il tatto. La pelle è una sorta di organo molto esteso che ha bisogno di toccare ed essere toccata. “Reversibilità chiasmatica” diceva Merleau Ponty. La pelle è l’organo relazionale per eccellenza. Ci tocchiamo quando ci diamo la mano, ci tocchiamo quando ci abbracciamo, ci tocchiamo quando ci accarezziamo. Toccarsi, abbracciarsi produce serotonina. C’è differenza tra l’essere accarezzati dalla mano di un essere umano o  da una mano robotica. Martin Grunwald, ricercatore di APTICA, afferma che gli uomini possono vivere senza vedere, senza udire, senza sentire odori ma non senza “contiguità di pelle”. Il contatto fisico stimola il cervello. Per Aristotele il tatto è il più filosofico dei sensi perché è attraverso il tatto che la psyche individua le cose come identiche a se stesse
 Siamo stati amputati  del pieno uso delle mani. Le mani hanno un grande potere: possono uccidere ma anche curare. Le madri pongono la mano sulla fronte febbricitante dei figli e questi si calmano. Le mani con la loro gestualità comunicano intenzioni ed emozioni. Con le mani creiamo oggetti raffinati.  Le mani sono così importanti da avere una estesa zona di proiezione corticale.
Certo abbiamo gli occhi per comunicare: con il resto del volto coperto dalla mascherina sono diventati il nostro principale strumento di comuncazione. Ma non è sufficiente. Il virus ha fortemente amputato la nostra spontaneità: se incontriamo un amico, una persona cara, semtiamo l’impulso di abbracciarla o almeno di stringerle la mano .. adesso dobbiamo frenarci. Ogni comportamento affettivo va soppesato, pensato. E lo stress aumenta

mercoledì 13 maggio 2020

"La vita": una poesia di Wislava Szymborska


La vita 
La vita è il solo modo
per coprirsi di foglie,
prendere fiato sulla sabbia,
sollevarsi sulle ali;
essere un cane,
o carezzarlo sul suo pelo caldo;
distinguere il dolore
da tutto ciò che dolore non è;
stare dentro gli eventi,
dileguarsi nelle vedute,
cercare il più piccolo errore.
                                              Un’occasione eccezionale
                                             per ricordare per un attimo
                                                    di che si è parlato
                                                          a luce spenta;
                                                  e almeno per una volta
                                                  inciampare in una pietra,
                                                  bagnarsi in qualche pioggia,
                                                  perdere le chiavi tra l’erba;
                                         e seguire con gli occhi una scintilla di vento;
                                                 e persistere nel non sapere
                                                   qualcosa d’importante.»

sabato 9 maggio 2020

Tra i sintomi indotti dalla forzata permanenza in casa: l'insonnia


L'insonnia può avere una molteplicità di cause: ad esempio l'ansia o stati patologici dolorosi. Il dolore frammenta il sonno. Preoccupanti sono anche i risvegli precoci al mattino in quanto sono spesso il sintomo di una depressione incipiente. Siamo in quarantena e inevitabilmente mangiamo di più e aumentiamo di peso il che comporta apnee notturne e disturbi del sonno. Dormiamo di più anche e questo determina aumento delle fasi del sogno e il rischio di fare incubi.
Il movimento può facilitare il sonno perché affatica i centri della veglia ma purché non venga effettuato in tarda serata.
Responsabili dell'insonnia sono anche le fonti sonore e quelle luminose. Questo implica la necessità di evitare l'uso del computer e di altri congegni  in tarda serata

martedì 28 aprile 2020

RESPIRIAMO! Questa funzione psicologica vitale ed essenziale passava, prima, inosservata

Mai come in questo m omento è di particolare attualità il respiro e il respirare.-
Il covid 19 mina proprio questa capacità vitale del n ostro organismo: si muore di fame d'aria. E non è una bella morte. Mai prima d'ora, forse, avevamo riflettuto sul respiro , questa funzione così naturale  da passare inosservata. Siamo, oggi, privilegiati per poter respirare.
Ammaestrati dall'esperienza, ci avviciniamo con maggiore disponibilità ad esplorare e questa funzione fisiologica essenziale (nasciamo con un respiro e finiamo con un respiro) che apporta anche molti benefici psichici. La ricerca neuroscientifica ci mostra le connessioni del respiro con le nostre emozioni. La paura e l'ansia bloccano il respiro ma il respiro deprima ansia e paura. E questo grazie a meccanismi di andata e ritorno tra periferia (polmoni) e centro (sistema nervoso).
La respirazione è il fulcro della pratica meditativa (Mindfulness): l'alternanza di inspirazione ed espirazione. I benefici  della pratica di meditazione sono ormai dimostrati da molta ricerca scientifica in ambito medico, psicologico e in quello delle neuroscienze: aumento il livello di attenzione e concentrazione, regolarizza la funzione cardiocircolatoria, deprime ansia e stress, evita l'invecchiamento cerebrale. Insomma un vero toccasana. C'è un piccolo particolare però: bisogna esercitarla con costanza e regolarità e questo non per tutti è facile

mercoledì 22 aprile 2020

Mindfulness Eating in tempi di corona virus: di questi tempi si cucina di più, si mangia di più. Ristabiliamo un sano e gioioso rapporto con il cibo attraverso la mindfulness eating e salutari suggerimenti nutrizionali


    M I N D F U L N E S S   E A T I N G   in T E M P I  D I  C O R O N A V I R U S
     W E B I N A R: martedì ore 16-17 e 30

(Tutti possono partecipare gratuitamente. Basta solo prenotare la propria partecipazione inviando la richiesta a mariafelice@humanistic-psyc.it. Riceverete il link per collegarvi in diretta)                

1.     Che cos’è la Mindfulness eating?

     ● Esploriamo il momento presente

●Pratica di pasto consapevole: assapora ogni boccone, godi di ogni momento.

2.     Mangiare consapevole: come imparare a fare la scelta migliore per stare bene e rinforzare le difese immunitarie.

Le attuali condizioni restrittive di vita  ci portano ad alterare le nostre abitudini alimentari. Si cucina di più, si mangia di più e ci si attacca a tipologie di cibo che ci danno più piacere( Il cibo è tra le più alte forme di “ricompensa” cioè di piacere) ma che risultano dannose sotto altri aspetti: l’ago della bilancia sale e alcune patologie rischiano di aumentare (diabete, ecc..). La Mindfulness eating unita a sane e scientifiche indicazioni nutrizionali diventa un supporto fondamentale per:

                         riscoprire una sana e gioiosa relazione con il cibo

Il webinar sarà svolto da:

Maria Felice Pacitto, psicologa, psicoterapeuta, istruttrice Mindfulness

Fatima Cacciotti, biologa  nutrizionista, specializzata in Microbiologia e Virologia