Neuroscienze, neuroetica, filosofia della mente, psicoterapia

domenica 20 agosto 2017

Il terrorismo colpisce ancora : iL coraggio possiamo e dobbiamo darcelo.



Come si può vivere tranquilli in un mondo minacciato  dal terrorismo,  in un mondo incapace di far fronte alla complessità  dei problemi di un’immigrazione senza fine (che nessuno aveva previsto) e impotente dinanzi al soggetto di turno che va fuori controllo (magari il “bravo ragazzo” vicino di casa, forse un pò problematico)  ed uccide, senza alcuna pietà, innocenti, adulti e bambini, colpevoli solo di essersi trovati proprio lì, in quel momento ? Ogni epoca produce le sue paure. Negli anni ’60 la paura del nucleare interrompeva i “bei  sogni” delle persone, il timore cioè che, nonostante l’equilibrio del terrore, una bomba atomica potesse essere sganciata , sia pure per errore, da una delle due potenze mondiali. Poi venne la paura delle catastrofi naturali. Oggi la paura del terrorismo. Paure così emotivamente  pervasive da attivare l’immaginario di registi e produttori. Chi non ricorda  The day after (1983), The deep impact (1998) e il più recente World trade center (2006)? Gli stati emotivi non possono essere paragonabili in quanto soggettivi  (cioè unici e irripetibili), ma è incontestabile che i casi cui le paure “storiche” si riferiscono sono ben diversi l’uno dall’altro e che, quindi, producano forme e intensità diverse di emotività. C’è differenza nel pensare ( e dunque nel sentire) ad una conflagrazione atomica o all’impatto di una cometa con il  nostro pianeta (che non lascerebbero scampo a nessuno )e ad un possibile atto terroristico che potrebbe colpire ognuno di noi, è vero, ma non è certo. E se è un altro ad essere colpito, è certo che non siamo noi ad essere colpiti. C’è un margine, egoistico, di speranza! Non c’è nulla di ineluttabile!(Questo spiega, in parte, la superficialità con cui i governi hanno affrontato il problema terrorismo che non si risolve, è ovvio, solo con le misure di sicurezza, ma questo merita ben altro discorso). Il terrorismo vuole ficcarsi, come un chiodo, nella nostra quotidianità  e distruggere la nostra razionalità. Ma a chi attenta alla nostra razionalità si risponde con la ragione. E allora non condividiamo il motto di Don abbondio “il coraggio, uno se non ce l’ha non se lo può dare”.  Coraggio viene dal latino “cor habeo” cioè avere cuore. Coraggioso è chi ha cuore, appunto, chi ha entusiasmo e va verso il mondo nonostante la naturale paura. Coraggio è un fatto emotivo ma che appartiene anche alla ragione perché questa offre i buoni motivi per essere coraggiosi. Coraggiosi infatti, come insegna Aristotele, non significa essere temerari né eroi. Coraggiosa è la persona normale dotata di “attenzione” verso le cose, che vive pienamente la vita, nonostante la paura, senza perdere di vista i le complessità e i problemi emergenti nel nostro mondo . Coraggioso è chi si scrolla di dosso quella sorta di rassegnazione e adattamento passivo all’emergenza, al “tanto è sempre uguale, non cambia nulla!”, misti a sfiducia  che sembra essere diventata la tonalità emotiva più diffusa attualmente. Coraggiosa è la donna non in carriera che riesce a trasformare il suo piatto vissuto  quotidiano che aderendo pienamente ai piccoli gesti ed atti quotidiani momento per momento. Coraggioso è  il politico che accetta i propri doveri e le proprie responsabilità sostenendosi e radicandosi ai valori fondanti il vivere collettivo, frutto di secoli di riflessione filosofica e politica. Coraggioso è chiunque, aiutato da vivacità ed intelligenza, provi a cambiare il buio presente verso un futuro  rischiarato. Coraggioso è chiunque provi a sostenere la pesantezza del vivere fatta di  costrizioni, perdite, dolori e vi introduca  passione e creatività.





I pensieri negativi accorciano la vita. Wandering e ruminazione mentale. L'efficacia della Mindfulness


Ormai è accertato che i pensieri negativi  accorciano la vita. Il wandering o ruminazione mentale  è una attività spontanea della nostra mente. E generalmente la mente si rivolge a pensieri negativi : sembrerebbe che sia il retaggio evoluzionistico della necessità che i nostri antenati  avevano di prevedere eventi pericolosi e doversene difendere. Essi pagarono un alto prezzo per una complessificazione cerebrale che permetteva loro di immaginare e prevedere i pericoli. La loro mente faceva si che il corpo continuasse a tenersi pronto all’azione con conseguenze negative per l’organismo.”Non bisognava fare solo i conti con una tigre a denti a sciabola, ma anche con il pensiero della tigre dai denti a sciabola” (Benson). Lo stress cronico è il prezzo da pagare per una mente più acuta.
Pensieri negativi ricorrenti, come accade negli stati depressivi, determinano un invecchiamento precoce delle cellule. L’essere intrappolati nei pensieri negati vi (relativi ad eventi passati, a preoccupazioni o al sentirsi minacciati) mantiene attivo lo stress ad essi correlato. Lo stress determina sovrapproduzione di cortisolo, l’ormone dello stress, che riduce la telomerasi.  
Elizabeth Blackburn, biologa moleclare della University of California, ha scoperto i meccanismi chiave dell'invecchiamento cellulare. La scoperta le ha fatto aggiudicare il Nobel per la medicina nel 2009. La coperta riguarda l'attività della telomerasi, un 'enzima che evita che i telomeri si accorcino. Prima non si conosceva la funzione dei telomeri, sequenze di DNA poste alle estremità dei cromosomi, oggi sappiamo invece che hanno un ruolo fondamentale nel determinare la durata delle nostre cellule. Ogni volta che una cellula si divide, i suoi telomeri si accorciano. Questo è possibile per un certo numero di volte poi la cellula muore.  Si sa che oltre a fattori genetici, anche  eventi stressanti e traumatici, ansia,fattori sociali ed ambientali,  (attraverso complessi meccanismi di retroazione reciproca che collegano sistema nervoso, sistema endocrino e sistema immunitario) determinano il nostro stato di salute. Secondo recenti ricerche i medesimi fattori avrebbero un effetto anche sulla telomerasi determinando un accorciamento precoce dei telomeri e accelerando l'invecchiamento.
Molte sono le tecniche e gli approcci sviluppati per mettere le persone in condizione di gestire  ansia,  eventi stressanti, ruminazione mentale e riparare eventi traumatici. Tra le altre è molto efficacela Mindfulness  nella versione laica. Essa è: l’intenzionalità di “essere qui ed ora “nel presente, portare intenzionalmente la consapevolezza a quello che sorge momemnto per momento, con un’attitudine di gentilezza, non giudicante, senza pretese di perfezionismo,con apertura all’esperienza e accettazione di quanto si sperimenta momento per momento.Secondo la definizione di Kabat Zinn, che ha elaborato la versione laica, Mindfulness è la “consapevolezza che emerge se prestiamo attenzione in modo intenzionale, nel momento presente e in modo non giudicante, al dispiegarsi dell’esperienza momento per momento”(Kabat-Zinn,2003),
 “Interrompere il normale flusso dei pensieri” secondo Herbert Benson, che per primo studiò negli anni ‘70 i benefici della meditazione, innesca quella che egli definisce “risposta di rilassamento” che è in grado, secondo quanto dimostrato da molta ricerca, di contrastare l’invecchiamento cellulate, favorendo la riparazione e preservazione dei telomeri.  La risposta di rilassamento innescata dalla mindfulness è in grado di rallentare l’invecchiamento cellulare modulando l’attività telomerasica.
PROSSIMAMENTE presso il Centro di Psicologia Umanistica e Analisi Fenomenologico-Esistenziale :
Corsi di Mindfulness per la riduzione dell’ansia e dello stress (modello MBSR)
Corsi di autoconsapevolezza corporea e visualizzazioni creativa