Neuroscienze, neuroetica, filosofia della mente, psicoterapia

venerdì 23 dicembre 2022

Chiude "L'Inchiesta", storico quotidiano cassinate

 

L’Inchiesta chiude. Che tristezza! C’è sempre tristezza quando una cosa finisce e soprattutto quando questa cosa non avrebbe dovuto finire ma, semplicemente, soccombe a una serie di contingenze: di tipo economico, la disaffezione per la lettura, l’avanzare di Internet che ci sommerge di informazioni gratuitamente, e che scardina quel vecchio rituale giornaliero (per molti primo atto quotidiano) del comprare il quotidiano e, magari, di leggerlo seduti al tavolo di un bar mentre si fa colazione. L’Inchiesta ha avuto un arco di vita lungo dato che nasce negli anni’90, sia pure costellato da vicende alterne: momenti di difficoltà alternati a periodi di grande successo. L’Inchiesta ha rappresentato non solo uno strumento di informazione fondamentale per i cittadini e di sviluppo culturale considerando l’ampiezza dei temi che vi venivano ospitati: dalla politica, ai fatti di cronaca, a temi più specificamente colti,  al focus speciale e puntuale sulle questioni emergenti locali. Raccoglieva una pluralità di punti di vista che potevano esprimersi liberamente e democraticamente. Uno spazio in cui poteva esercitarsi la “critica”, uno spazio di denuncia e perciò di funzione civile e di etica pubblica . Che cos’è un paese senza possibilità di potersi esprimere e poter esercitare la critica? E’ un paese che viene amputato di una parte del suo livello di democrazia. Nell’antichità, anche nei regimi assolutistici che sicuramente non erano democratici, esisteva il parresiastés colui che diceva la verità a rischio anche della propria vita. I sovrani lo tolleravano e guai a non averlo! Ebbene sull’Inchiesta si è avuta la possibilità di esercitare il diritto di critica in piena libertà, senza mai alcun taglio di un articolo o alcuna censura. Certo non si rischiava la pelle come nell’antichità ma, pure, si rischiava di suscitare il malumore di alcuni se non l’astiosità spesso palese e disturbante. Ma l’Inchiesta è stata anche una palestra di apprendimento ed esercitazione per molti giovani che sulle pagine dell’Inchiesta si sono fatti le ossa. Io stessa invitata, dal direttore Stefano di Scanno, fin dalla sua nascita a scrivere per il giornale, ho  imparato a scrivere e a sperimentare una modalità diversa.

Con la chiusura dell’Inchiesta se ne va un pezzo di storia cassinate. Cassino, perde molto: un giornale locale esprime sempre una certa identità di quel paese. A me personalmente mancherà l’opportunità di dire la mia sulle molte cose  che osservo nel paese e che non mi piacciono, e di dirlo pubblicamente. Non è la stessa cosa che dirlo su un blog. Una sorta di lutto, la perdita dell’Inchiesta, che si aggiunge a quelli collezionati durante quest’anno: la fine dell’illusione o meglio della speranza che gli uomini, a fronte di una crescita cognitiva non indifferente, fossero diventati migliori, l’illusione che l’eguaglianza e la parità di diritti tra uomini e donne fosse vicina. La guerra in Ucraina  e le tristi vicende dell’Iran hanno spazzato via ogni illusione.

lunedì 12 dicembre 2022

GRUPPO d'INCONTRO: "conoscersi, accettarsi, amarsi". Il Gruppo d'Incontro, uno dei primi metodi terapeutici bottom-up: sabato 17 dicembre

 


 

Centro di “ Psicologia Umanistico-Transpersonale ed         Analisi Fenomenologico-Esistenziale”

               PSICOTERAPIA, STUDIO, RICERCA 

     Psicologia positiva, del benessere e della salute

               GRUPPO d’INCONTRO

                                                     Workshop

                             “Conoscersi, accettarsi, amarsi”

                                     Sabato 17-Dicembre

                                      


                                         Ore 15-18 e 30

Il Gruppo d’Incontro aiuta a

-conoscere se stessi

-sviluppare parti di sé rimaste inespresse

-scoprire il modo in cui ci relazioniamo con gli altri e a sviluppare la nostra capacità di creare rapporti interpersonali

-sperimentare nuove modalità di comportamento

-sciogliere nodi e situazioni problematiche della nostra esistenza

Il Gruppo d’Incontro è utile per chiunque voglia fare cambiamenti nella propria vita e per quanti sono professionalmente impegnati in ambito sanitario ed educativo.

AI PARTECIPANTI VERRA’ RILASCIATO UN ATTESTATO DI PARTECIPAZIONE

*M.Felice Pacitto, psicologae psicoterapeuta, è stata allieva e collaboratrice di Rollo May e Ronald Laing. E’ stata tra i primi a sviluppare, in Italia, il metodo dei Gruppi d’Incontro, di cui ha dato una formulazione teorica e metodologica nel testo “Dal Sentire all’Essere”, Ed. Magi

Per informazioni e per la prenotazione (obbligatoria) telefonare al “Centro di Psicologia Umanistica” via Molise,4-Cassino tel/fax:0776/25993(ore 16-19, mercoledì); cell3382481768; www:humanistic-psyc.it; ma

lunedì 24 ottobre 2022

Presentazione del libro "La produzione sociale del 'gregario' nella Genealogia della Morale di Nietzsche" di Marco Celentano: 7 novembre, Sala San Benedetto della Banca Popolare di Cassino, ore 17

 


LA PRODUZIONE SOCIALE DEL «GREGARIO »

NELLA GENEALOGIA DELLA MORALE DI NIETZSCHE

ETS, Nietzscheana, 2020

 

Intervengono:

Peppino Grilli

(fondatore e direttore di Dialogoi, rivista di studi comparatistici)

 

Maria Felice Pacitto

(filosofa della mente, psicologa-psicoterapeuta)

 

        Modera:      

Maria Cristina Tubaro

(giornalista)

 

Sarà presente l’autore

giovedì 6 ottobre 2022

Nu ovi corsi Mindfulness a partire da giovedì 13: corsi per principianti, corsi avanzati, protocollo MBSR

 

          Dalla prossima settimana nuovi corsi Mindfulness

                                            Che cos’è la Mindfulness?

kNegli ultimi anni il panorama della ricerca  psicologica e neuroscientifica si è notevolmente arricchito degli studi relativi alla Mindfulness. Ma anche nella sensibilità comune e a livello di cultura di massa il termine è entrato nell’uso abituale e in molteplici ambiti: da quello del benessere a quello scolastico, da quello aziendale a quello ospedaliero.  Il trend arriva dagli USA, in cui la pratica della Mindfulness è fortemente sviluppata: si pratica nelle maggiori aziende (quali Google, Hitech,) e nella maggior parte delle scuole private. E fu proprio negli USA che questa pratica fu elaborata da Kabat-Zinn (1979), medico-biologo (Massachussetts Medical School). Appunto, questi, ispirandosi alla tradizione meditativa buddista vipassana, elaborò un modello laico di pratica:  il potocollo Mindfulness-Based Stress Reduction ( MBSR). Kabat-Zinn è stato il primo a tentare una formulazione scientifica della Mindfulness, descritta come una pratica  di  consapevolezza intenzionale nel momento presente, con un atteggiamento di auto-osservazione non giudicante e focalizzato sull’esperienza dell’ “ora qui”.

La Mindfulness  non è una psicoterapia ma una pratica di cura attraverso un training mentale. Negli istituti universitari e di ricerca di tutto il mondo si indaga sui meccanismi neurofisiologici e neuropsicologici che innescano gli effetti benefici della Mindfulness che non sono pochi.  E ormai attestato che essa  agisce sul benessere psico-fisico, riduce ansia e stress, migliora sintomi depressivi, migliora la memoria di lavoro e la capacità di attenzione e concentrazione, riduce l’insonnia, rinforza l’apparato immunitario, protegge l’apparato cardiocircolatorio, rallenta l’invecchiamento cerebrale e protegge il funzionamento cerebrale. Considerando la molteplicità degli effetti positivi  è naturale che essa abbia trovato infinite applicazioni nei settori più disparati. Tra l’altro essa viene applicata anche negli ospedali  nei reparti in cui sono ospitati pazienti afflitti da malattie particolarmente dolorose: la Mindfulness è un antidoto al dolore cronico. Per la sua efficacia sulla regolazione delle emozioni  viene utilizzata nelle scuole per la prevenzione di condotte aggressive e dl bullismo. Il protocollo Mindfulness-MBSR viene erogato in due mesi di corso (8 incontri ciascuno di due ore una volta a settimana) più una giornata intensiva di sei ore. Dopo solo 8 settimane, come indica la ricerca scientifica con tecniche di neuroimaging, il cervello, grazie alla ormai attestata neuroplasticità cerebrale, mostra già segni di cambiamento.

Sembrerebbe, in considerazione dei molti benefici prodotti dal questa pratica, di aver trovato la soluzione di molti mali e problemi ma c’è un piccolo particolare: una volta appreso, il protocollo deve essere applicato regolarmente ogni giorno. Nulla si ottiene senza applicazione e senza esercizio costante!

La Mindfulness:                                   

riduce ansia, stress, depressione, disturbi ossessivi-compulsivi, somatizzazioni, disturbi del sonno, senso di inadeguatezza di Sè

potenzia le difese immunitarie e la capacità a resistere agli eventi avversi e al dolore della vita

previene i disturbi cardiovascolari e tutela la fertilità femminile

regola i disturbi emotivi

agisce sul dolore cronico e sui disturbi in area psicosomatica (psoriasi)

●promuove la longevità ed il benessere fisico e psichico

cambia l’organizzazione cerebrale migliorando: le funzioni attentive, la concentrazione e la memoria

Mindfulness eating agisce sul difficile rapporto con il cibo



 

 Nuovi  corsi secondo l’autentico protocollo MBSR di Kabat Zinn (di mattina e di pomeriggio).

 

Giovedì:

Corso per principianti dalle ore 10 e 45 alle 12 e 15

Corsi per avanzati dalle ore 18 e 30 alle 20

Venerdì

Corso MBSR     dalle ore 18 alle 20

Data d’inizio: Giovedì 13 Ottobre

 

Centro di Psicologia Umanistica ed Analisi Fenomenologico-Esistenziale ; Centro per la riduzione dell’ansia e dello stress . Per info ed iscrizione (obbligatoria) entro martedì 11:  0776/25993; 338 2481768; email: mariafelice@humanistic-psyc.it; www:humanistic-psyc

 

domenica 25 settembre 2022

GIORGIO VALLORTIGARA a CASSINO: lectio magistralis "Dai corvi di San Benedetto a quello che sappiamo oggi della mente"

                              FESTIVAL DELLA MENTE E DEL CERVELLO SOCIALE


Giovedì 29 Aula Magna dell'Università di Nuova Cassino
Folcara
GIORGIO VALLORTIGARA
"Dai corvi di San Benedetto a quello che sappiamo oggi della mente"

Vallortigara è uno degli scienziati più eminenti italiani, l'unico ad avere ottenuto due volte il prestigioso ERC advanced Grant

giovedì 8 settembre 2022

Festival della Neuroetica e del Cervello Sociale a Cassino. Filippo Arrichiello: "L'uso della Brain Computer Interface per il controllo di robot assistivi"

 



Le interfacce cervello-computer, o Brain Computer Interface, sono dispositivi realizzati per consentire ad una persona di comunicare con un computer utilizzando unicamente i segnali cerebrali. Le BCI difatti consentono di rilevare i segnali elettroencefalografici, di analizzarli tramite opportuni strumenti software, e di tradurli in comandi da dare ad un computer o ad un dispositivo esterno ad esempio per "comunicare con il pensiero". Il progresso della ricerca nell'ambito delle neuroscienze, dell'informatica e della robotica può portare questi dispositivi ad essere utili strumenti di ausilio per persone con disabilità motorie per agevolarli nell'esecuzione autonoma di operazioni di vita quotidiana.

In questo intervento seminariale verranno mostrate alcune attività svolte presso l'Università di Cassino relative all'utilizzo di Brain Computer Interface per il controllo del movimento di robot assistivi (manipolatori o mobili), utilizzando diversi paradigmi di elaborazione dei segnali elettroencefalografici

martedì 30 agosto 2022

FESTIVAL della NEUROETICA e DEL CERVELLO SOCIALE a Cassino (29,30 Settembre, 1 Ottobre): direzione scientifica ed organizzazione di Maria Felice Pacitto

 

CASSINO

Festival

di Neuroetica e del Cervello Sociale

La prima edizione del  Festival si terrà a Cassino nei giorni 29, 30 settembre,   1 Ottobre 2022

Parole chiave (o tema?): Io, tu, mondo….noi

                                      https://neuroscientificamente.wordpress.com/



Il Festival di Neuroetica e Filosofia delle Neuroscienze di Cassino è il primo in Italia dedicato ad un contesto multidisciplinare che coniuga etica e scienza, saperi umanistici e scientifici, filosofia morale e neuroscienze, biologia molecolare, scienze cognitive, psicologia, neurobiologia animale, neuroeconomy,  neurodiritto, ambiti di ricerca che riguardano i   molteplici e fondamentali aspetti della vita umana .

Il Festival si propone di colmare una lacuna nel panorama italiano dei Festival, dove sono presenti eventi dedicati alla mente, alla creatività, alla scienza in senso generale, ma è assente una rassegna che si concentri sulla ricerca neuroscientifica, così affascinante nelle sue più recenti scoperte, unendo alla parte sperimentale l’elemento delle ricadute sociali e della valutazione etica.

 La Neuroetica si prefigge l’obiettivo di applicare  la riflessione filosofica ai risultati delle neuroscienze e alle questioni etiche relative alla loro attuazione pratica con una estensione anche alle discipline di confine ( in ambito anche clinico e non solo), ma si riserva anche il compito specifico di indagare, da un punto di vista naturalistico, i meccanismi e la natura dell’agire morale.

Nel 2013 è stata fondata la Sine (Società Italiana di Neuroetica e Filosofia delle Neuroscienze), cui afferiscono  scienziati e ricercatori italiani più eminenti, sotto il cui patrocinio e supervisione si sono svolti i convegni cassinati e che continuerà ad essere un punto di riferimento per il Festival.

Il Festival è, dunque, la naturale evoluzione dei “Convegni Cassinati, evento ormai consolidato nel tempo e sul territorio, che per 7 anni ha  regolarmente animato la vita culturale di Cassino affiancato dalla “Scuola di Alta Formazione in Neuroetica e Filosofia delle Neuroscienze”,  rivolta agli allievi della scuola secondaria. Già  l’obiettivo dei convegni, era quello di andare oltre i confini del mondo accademico e degli addetti ai lavori e di rivolgersi ad un pubblico vasto: in particolare si proponeva di sviluppare e diffondere le conoscenze scientifiche e la riflessione morale ad esse applicata, accorciando la distanza tra il sapere “alto” e il sapere comune.

La prima edizione del Festival vuole mantenere l’impegno di realizzare un evento stimolante e innovativo per  un vasto pubblico attento e curioso dei meccanismi mentali e cerebrali da cui derivano i nostri comportamenti, pensieri, aspirazioni  insomma la nostra soggettività; un pubblico curioso delle questioni emergenti sollevate dai risultati della ricerca scientifica ma anche dalle contingenze dell’oggi. Il progetto che il Festival si propone è quello di parlare di mente e  cervello,  di ingegneria genetica, di intelligenza artificiale, di genetica, di arte e neuroscienze, di emozioni e sentimenti, di filosofia morale applicata alla ricerca scie
ntifica, di altruismo e cooperazione, di empatia e dei meccanismi che ci connettono con gli altri.

 Il Festival è rivolto a tutti: a bambini e ragazzi (che potranno scegliere tra eventi, spettacoli, laboratori), agli adulti di qualsiasi età e di qualsiasi formazione purché motivati ad approfondire, ad ascoltare e a confrontarsi.

Tre giorni di conversazioni, spettacoli, laboratori, musica, eventi e libri,( con excursus nell’Abbazia di Montecassino) per confrontarsi e dibattere, una festa della mente e della scienza, del pensiero libero e creativo, rivolti a chi cerca strumenti per capire se stesso e la realtà che ci circonda, per chi crede che sapere migliora la vita.

Ilo Festival è organizzato dall’Associazione di “Psicologia Umanistica ed Analisi Fenomenologico-esistenziale (presieduta dalla dott,, ssa Maria Felice Pacitto) con il supporto scientifico della Sine,  della Banza Popolare di Cassino che è Main Partner e quello di alcune aziende operante sul territorio. Ci si augura che il Festival possa offrire, come i precedenti convegni, l’occasione di vivere tre giorni giosaMente e neuroscientificaMente

martedì 16 agosto 2022

Vittorio Sironi: "Cibo e cervello: l'alimentazione per il benessere individuale globale e sostenibile": FESTIVAL di NEUROETICA E DEL CEL CERVELLO SOCIALE di Cassino

                                             Cassino 29, 30, settembre, 1 ottobre

                         

                                         30 settembre  Caffé Scientifico ore 19 e 30

                                                               presso

                                                         Caffé Reale 

CIBO E CERVELLO: L’ALIMENTAZIONE PER IL BENESSERE INDIVIDUALE GLOBALE E SOSTENIBILE

Vittorio A. Sironi

Direttore del Centro studi sulla storia del pensiero biomedico

Università di Milano Bicocca



Un crescente interesse nello studio dei rapporti tra comportamenti alimentari e meccanismi cerebrali ha permesso, in questi ultimi anni, di comprendere le motivazioni che sono alla base delle nostre scelte dietetiche. Perché preferiamo i cibi dolci a quelli amari? Cosa ci spinge ad assumere più calorie di quelle necessarie al nostro fabbisogno giornaliero, facendosi così inevitabilmente aumentare di peso? Per quale ragione talvolta sentiamo un compulsivo bisogno di mangiare oppure viceversa siamo indotti a rifiutare di alimentarci?

Mangiamo per fame, ma anche per piacere. Per socializzare, ma anche per consolarci quando siamo stressati o arrabbiati. L’analisi delle dinamiche che nascono dall’interazione tra cibo e cervello spiegano anche le preferenze gastronomiche, le abitudini dietetiche e le culture alimentari tipiche di ogni popolo. Una nuova scienza, la neurogastronomia, apre oggi nuove prospettive di ricerca e di comprensione in ambito nutrizionistico e medico. Una nuova dimensione cognitiva, il mindfull eating (mangiare consapevole) può rappresentare una soluzione tra le privazioni alimentari basate sulla forza di volontà e il cedere alle cattive abitudini per il cibo che minano la nostra salute individuale e non rispondono alla crescente esigenza di sostenibilità alimentare globale.

Il nostro cervello è programmato per mantenere un peso corporeo equilibrato, segnalando quando mangiare e quando smettere di farlo. Tuttavia i cibi dolci e grassi inducono alcuni di noi a mangiare in eccesso. Più ne abbiamo e più ne vogliamo: una sensazione di tipo compulsivo, simile a quella che si verifica nella dipendenza da droghe.

Le zone cerebrali coinvolte nell’assunzione del cibo e nei processi che lo modulano, promuovendolo attraverso meccanismi di gratificazione o sopprimendolo provocando disgusto, sono fondamentalmente tre: l’ipotalamo, la corteccia prefrontale mediana, il sistema libico. A livello neuronale la regolazione dei comportamenti nutrizionali è demandata a due tipi di cellule dell’ipotalamo: neuroni che promuovo l’assunzione di cibo (e l’incremento di peso) e  neuroni che innescano la soppressione dell’appetito (e la perdita di peso).

Si è scoperto che il digiuno crea un aumento delle spine dendritiche del primo tipo di neuroni inducendo l’assunzione di cibo. Se invece la dieta è ipercalorica, ricca di grassi e di dolci, nascono addirittura dentro l’ipotalamo nuovi neuroni, determinando così un circolo vizioso: più si mangia e più sentiamo di avere fame. E’ la base neurobiologica dell’obesità. Se viceversa l’organismo assume pochi alimenti, i neuroni ipotalamici innescano un processo di autofagia compensatoria. Quando non mangiamo, la fame induce alcuni neuroni del cervello a divorare pezzi di se stessi. Questo meccanismo costituisce un potente segnale di fame che spinge a mangiare e rappresenta un sistema utile per fornire energia nei momenti di carenza alimentare. Se tale processo però dura a lungo può indurre alterazioni permanenti delle reti neuronali e l’alimentazione non torna più nella norma. Così un soggetto può diventare anoressico.

La neurogastronomia rivela come l’assunzione di cibo influenza la plasticità neuronale rimodellando le reti cerebrali e come questi cambiamenti, se diventano stabili, a loro volta incidono profondamente sulle abitudini alimentari. Accanto a questi fini meccanismi, un ruolo non meno importante sul cervello è svolto da messaggeri chimici come ormoni e neuromediatori.

Nell’ambito di un’alimentazione normale alcuni ormoni segnalano l’inizio e la fine del pasto. Gli ormoni della fame originanti dall’intestino allertano i circuiti dell’alimentazione nell’ipotalamo e stimolano i centri della ricompensa, quali l’area segmentale ventrale e lo striato, che aumentano il piacere associato al mangiare. Con il riempirsi dello stomaco e dell’intestino e la crescita del livello di nutrienti nel sangue, nell’ipotalamo e nei centri della ricompensa vengono liberati altri ormoni che sopprimono l’appetito e inibiscono il piacere rendendo il cibo meno desiderabile.

Nell’iperalimentazione è la rete della ricompensa a prendere il comando. I cibi grassi e zuccherini inducono lo striato a produrre endorfine, le sostane cerebrali del benessere, e a rilasciare due specifici neurotrasmettitori, serotonina e dopamina, verso la corteccia prefrontale, l’area responsabile delle decisioni. In alcune persone queste azioni nella rete cerebrale della ricompensa causano obesità, prevalendo sui segnali ormonali che interrompono l’assunzione di cibo quando si è sazi. Ciò crea una forte motivazione per continuare a mangiare cibi con molte calorie nonostante vi sia la consapevolezza delle gravi conseguenze che ciò determina sulla salute.

Il dinamico mondo della culinaria ha già iniziato a trarre spunto da queste nuove conoscenze per adeguare le sue preparazioni gastronomiche – sempre nella prospettiva del buon cibo – al perseguimento di una sana ed equilibrata alimentazione. Cibo, cervello, salute individuale e sostenibilità globale sono i cardini di una dinamica dimensione interattiva inerente all’alimentazione in grado di realizzare, se ben indirizzata, strategie dietetiche consapevoli e consolidate, capaci di coniugare armonicamente gusto e piacere con benessere e salute, sostenibilità alimentare con fruizione dei sapori.

L’antropologia culinaria del “convivio” (da cum vivere, “vivere con”, un’espressione che sul piano esistenziale rimanda alla convivenza familiare e sociale attraverso la partecipazione quotidiana del cibo che, attorno a una tavola imbandita, si fa con gli altri, congiunti e/o amici) ricorda come la condivisione di alimenti e bevande diventa strumento di relazione sociale oltre che elementi di sussistenza biologica. La neuroetica gastronomica suggerisce l’ineluttabile necessità odierna di prestare attenzione alla scelta di ciò che mangiamo (per una sostenibilità alimentare globale ormai indispensabile) e di imparare a prestare attenzione al modo con cui assumiamo i nutrienti (usare il mindfull eating per un maggiore benessere individuale, per superare alcuni disordini alimentari anche se alcuni eccessi hanno ragioni fisiologiche) in modo di avere sempre più un rapporto consapevole e sereno con il cibo.

 

 per informazioni relative al Festival andare alla paginahttps://neuroscientificamente.wordpress.com/

 

GIORGIO VALLORTIGARA :"Dai corvi di San Benedetto a quello che oggi sappiamo della mente": FESTIVAL di NEUROETICA E DEL CERVELLO SOCIALE di Cassino, 29 settembre

 

                                                Giovedì 29 settembre ore 16

                                     Aula magna dell'Università degli Studi di Cassino

                                                  Lectio Magistralis

                                                              di

Giorgio Vallortigara CIMeC, Centre for Mind/Brain Sciences Università di Trento



 

Dai corvi di san Benedetto a quello che oggi sappiamo della mente

 

In anni recenti abbiamo assistito allo sviluppo tumultuoso delle neuroscienze, grazie soprattutto alla messa a punto di sofisticate tecniche per l’analisi dell’attività cerebrale, sia a livello molare (come nel neuroimaging umano) sia soprattutto a livello cellulare e molecolare combinando modelli animali e metodologie di imaging ottico e di neurogenetica. Ciò ha consentito la spettacolare crescita di una ricchissima fenomenologia associata all’attività del cervello e ai suoi prodotti – i processi cognitivi e il comportamento - e alla possibilità di una loro modificazione sempre più fine.  Purtroppo questi sviluppi non trovano corrispondenza nella nostra comprensione teoretica di come funzioni la vita mentale. In che cosa consista precisamente un ricordo, o quale sia la natura dei meccanismi che determinano le nostre esperienze al momento ci è ignoto. Non abbiamo idea di quale sia il codice che consente di codificare i fatti dell’esperienza nel cervello. Cosa possiamo sperare di sapere del cervello in futuro, e come potremmo immaginare il cervello del futuro?

 

Biografia breve

Giorgio Vallortigara è professore di Neuroscienze presso il Centre for Mind-Brain Sciences dell’Università di Trento, di cui è stato anche direttore.

È stato anche per vari anni Adjunct Professor presso la School of of Biological, Biomedical and Molecular Sciences dell’Università del New England, in Australia.

È autore di più di 300 articoli scientifici su riviste internazionali (con oltre 25.000 citazioni) e di alcuni libri a carattere divulgativo, il più recente dei quali, uscito per i tipi di Adelphi nel 2021, è “Pensieri della mosca con la testa storta”. Nel 2016 ha ottenuto il Premio internazionale Geoffroy Saint Hilaire per l’etologia e una laurea honoris causa dall’Università della Ruhr, in Germania. È Fellow della Royal Society of Biology.

Oltre alla ricerca scientifica svolge un’intensa attività di divulgazione, collaborando con le pagine culturali di varie testate giornalistiche e riviste, quali il Sole 24 Ore, La Lettura, Prometeo e Le Scienze.

 

giovedì 11 agosto 2022

FESTIVAL della NEUROETICA e DEL CERVELLO SOCIALE: Cassino 29-30 sett., 1 ottobre



 

Distrazione, indifferenza, durezza di cuore sono diventati le nostre malattie. L'irrazionalità delle nostre scelte e la politica


 (Già pubblicato sul quotidiano l'Inchiesta)

Distrazione, indifferenza, durezza di cuore sono diventati le nostre malattie

Ci ha lasciato questo mese di luglio così terribile e funesto per gli eventi politici che hanno riconfermato il pessimo profilo etico della nostra disinvolta classe politica, per le conseguenze ambientali provocate dalla crisi climatica,   e per i fatti terribili  che mettono a nudo le tragiche debolezze umane ma anche vizi italiani fomentati da certe strategie politiche.

Anni fa (molti) Franco Fornari, tra i più eminenti e famosi psicoanalisti italiani, confessò  di non averci capito niente o meglio di non essere riuscito a dare un’interpretazione accettabile del film pasoliniano Sodoma e Gomorra. Allo stesso modo non riesco a trovare una spiegazione plausibile e razionale di quanto accaduto alcune settimane fa nel nostro parlamento: la caduta di Draghi  ad opera del Movimento 5 stelle. Operazione poi sapientemente utilizzata dalle destre che ha colto nella spaccatura inevitabile del fronte della sinistra l’opportunità della vittoria. Che le destre, sempre in agguato, abbiano approfittato non mi meraviglia, E’ la loro occasione, malsana dato che asseconda gli interessi particolaristici a discapito del bene del paese ma è l’ occasione da non perdere, del tipo “o adesso o mai più”. Certo non si capisce troppo neanche  Berlusconi, il quale ha abbandonato il profilo di una destra liberale, profilo che marcava la differenza dagli alleati con i quali la convivenza non era mai stata troppo soddisfacente, per consegnarsi alla Meloni. Ma ancora di più non trova alcuna spiegazione razionale la condotta dei 5 stelle che continuano a perdere pezzi e che sono rimasti isolati. E perché dovrebbe esservi sempre una spiegazione razionale dei nostri comportamenti? A volte agiamo come schegge impazzite. Sia la psicoanalisi che le neuroscienze ci insegnano che nostri comportamenti sono determinati da molteplici motivazioni di cui solo una minima parte arriva alla coscienze, motivazioni che rimangono in gran parte sepolte nelle profondità della nostra mente, sostituite poi, a cose fatte, da razionalizzazioni o spiegazioni giustificatorie che ci tranquillizzano e ci calmano alla vista dei disastri che abbiamo fatto. Motivazioni inconsce che spesso partono da lontano secondo la normale, consueta modalità di funzionamento del nostro cervello-mente. Come non vedere in Conte, che ha  sempre e solo sopportato il governo Draghi, una volontà di vendicarsi della sua defenestrazione? Patetico quel suo rimarcare i 200 miliardi ottenuti durante il suo mandato, la bontà del reddito di cittadinanza che avrebbe ridato dignità alle persone, l’aumento del 2% del Pil :  un uomo nostalgico del suo passato, rimasto legato alla poltrona (la politica è un virus difficile da estirpare!),che ha perso lucidezza, che annaspa, e attribuisce agli altri la responsabilità di ciò che ha fatto. Si chiama  self-serving bias ( Bias di autoprotezione-  Bias sono m odalità di funzionamento da cui la nostra mente è afflitta: ce ne sono almeno 200) la tendenza ad attribuire alle nostre capacità un’  azione che ha avuto successo e ad attribuire a cause esterne a noi o ad un altro la ragione di nostri fallimenti. Perciò tutta colpa di Draghi che ha offeso il Movimento, che ha calpestato e rimesso in discussione le proposte di punta dei cinque stelle, che non ha voluto mediare, che volutamente non ha fatto concessioni!

Insomma Conte è riuscito a far dimettere un presidente del Consiglio rispettato e stimato da tutti, ha provocato una scissione ed il dissanguamento del suo partito, ha rotto l’alleanza vincente con il PD. Conte ha fatto tutto il peggio che un uomo politico potesse fare all’interno di un partito e di un sistema di alleanze. Ne vedremo delle belle: la coalizione di destra che, data per vincente, non avrà  vita facile considerando le differenze degli alleati rispetto ad alcune questioni fondamentali; per la sinistra sarà un percorso arduo e tutto in salita. Ma a tutti gli auguri di Draghi: "Faccio gli auguri che si verifichino tutti i desideri e i sogni di chi deve fare la campagna elettorale"- Detto con un voluto malcelato sarcasmo.

Ma luglio non è stato solo il mese dei disastri politici. L’assassinio di Alika Ogorchukwa , a Civitanova Marche, ucciso in 4 minuti mentre i passanti non intervengono e rprendono il fatto con i telefonini, ci fa interrogare su chi siamo noi italiani. Non è solo la violenza bruta che sfugge a qualsiasi controllo e si pone fuori di ogni regola sociale, un ritorno allo stato promordiale, ma la reazione dei passanti che ci lascia attoniti. Quattro minuti sono tanti e nessuno è intervenuto, nessuno si è sentito in dovere di fare qualcosa, nessuno è stato mossa a compassione. Abbiamo perso la nostra umanità. Sarebbe accaduta la stessa cosa se Alika non fosse stato un uomo di colore.? Come non pensare che in Italia esiste un razzismo strisciante che vede nel nero migrante, mendicante , un pericolo,  una minaccia o comunque qualcosa disturbante che bisogna tenere a distanza se non eliminare. Un razzismo fomentato e nutrito dalla politica di destra e di alcune amministrazioni di destra negli ultimi anni: nelle marche si erano già verificati altri gravi casi di intolleranza. Il premier ungherese Orban ha precisato ultimamente che i popoli europei possono mescolarsi tra loro ma non con popoli diversi perché “non vogliamo diventare una razza mista”. Si rimette in circolo, al centro dell’Europa, un termine che non ha alcun valore scientifico, privo di senso. Non c’è un nesso con la guerra che si sta combattendo in Ucraina? Non sono l’assassinio di Alika e la guerra un sintomo del regresso della civiltà ? Ma luglio ci ha dato un altro esempio di ferocia umana: la piccola Diana abbandonata dalla madre e lasciata morire di fame. Un fatto raccapricciante ma che mette a nudo le assenze e le mancanze di interventi a sostegno del femminile e della maternità. La madre di Diana non aveva capacità di essere madre ma è stata lasciata sola da una madre che non ha capito la condizione e la situazione della figlia, dai vicini distratti. E, pure, qualcuno si era accorto che questa piccina non veniva mai fatta uscire e che era gracilina. Nessuno, anche qui, è intervenuto. Distrazione, indifferenza, durezza di cuore, sono diventate le nostre malattie.

Sono più di cinque mesi che è iniziata la guerra in Ucraina e la pace è lontana. Sui quotidiani i notiziari di guerra non sono più in prima pagina, e diventano sempre più brevi, E’ l’effetto dell’assuefazione (la polarità negativa del principio dell’adattamento); abbiamo normalizzato , la guerra. E, pure, a qualche centinaio di kilometri si continua a combattere e a morire, mente noi, tra una notiza e l’altra, tra il gossip politico, prepariamo le valigie per le vacanze. È agosto  e manca poco al canonico ferragosto: è tempo di partire e di godere.

Maria Felice Pacitto

mercoledì 6 luglio 2022

La sentenza della Corte Suprema americana contro l'aborto: il regresso della ragione perché di questo si tratta

 

 


Mai avremmo pensato, nonostante le avvisaglie di una svolta in senso conservatore degli USA innescata e legittimata dal governo Trump, ad una legge oscurantista che riporta indietro di 50 anni. Uno strascico, la sentenza della corte suprema, del governo Trump. Le donne che vivono in 20 stati perderanno il diritto di decidere della loro maternità anche nei casi in cui le contingenze (stupro, incesto, rischio di morte per la madre) porterebbero il più incallito conservatore o talebano credente a non giudicare e a capire. Anni di lotte e di battaglie nel senso della democrazia e dei diritti delle donne andati in fumo. Molte le considerazioni da fare. Innanzi tutto: i diritti democratici acquisiti vanno sempre vigilati e difesi . Non sono ammissibili dimenticanze e trascuratezze. Lo stesso femminismo, impegnato nelle rivendicazioni politiche e di potere delle donne, ha dimenticato e trascurato il tema della maternità che  rimane nella nebbia. IL tema della maternità  e dell’aborto è complesso ed insidioso. Difficile mettervi mano. Questione che mette in circolo tematiche difficili da dirimere:  filosofiche, etiche, religiose, psicologiche, giuridiche e anche neuroretiche. La prima fondamentale: quale statuto ontologico  dobbiamo attribuire ad un embrione di poche settimane? Quando è che un embrione diventa persona? Questione difficile che data un dibattito secolare, dibattito cui si applicò San Tommaso e recentemente negli anni ’60 la filosofa Philippa Foot la quale, nell’ambito del dibattito sull’aborto, inventò l’esperimento mentale del carrello, l’esperimento, forse , più famoso ed utilizzato nell’ambito della ricerca in etica naturalistica ed in neuroetica.  Un esperimento che  si muove nella prospettiva del male minore. Perché di questo si tratta. Nessuna delle posizioni riguardo l’identità dell’embrione di poche settimane  nega che esso sia un “essere appartenente alla specie umana” e non una semplice cosa od oggetto.   Il punto è proprio questo: l’aborto non è una buona cosa e nessun abortista ritiene che lo sia, neanche la donna che abortisce. E’ sempre una sconfitta per la donna e per la società. Sfido chiunque a trovare una donna che vada ad abortire come fosse una passeggiata. Tuttavia, a volte si pone come una necessità, l’unica soluzione, come il male minore in una situazione difficile e diversamente ingestibile. La nostra 194, una legge sicuramente imperfetta e non pienamente applicata nella  parte che riguarda la prevenzione, era appunto la scelta di un male minore che andava a sanare l’orrore  e la tragedia degli aborti clandestini ma andava anche a sancire il diritto delle donne di decidere della propria maternità , di sceglierla. E ha ben funzionato se negli ultimi trenta anni c’è stato un significativissimo decremento delle interruzioni di gravidanza a riprova che la 194 non è, come da alcune parti conservatrici è stata definita, “una licenza per uccidere” . Risultato questo anche dell’aspetto preventivo della legge : la diffusione dell’informazione sulla contraccezione e sull’educazione sessuale. Ma molto bisogna ancora fare in   questo senso.   Un male minore, l’aborto, la cui scelta deve essere tutelata. La nostra vita è costellata di scelte di questo tipo.  La sentenza della Corte suprema americana, sebbene astutamente congegnata da un punto di vista giuridico, nega  potere alle donne, il potere di decidere riguardo la propria maternità consapevole e responsabile cioè scelta. Una maternità imposta dalle contingenze (stupro, incesto o anche semplice leggerezza) non è una maternità scelta  e dunque non responsabile.

La legge della corte suprema segna un regresso ad un’epoca prefreudiana     in cui le donne venivano considerate macchine da riproduzione e basta. Essa offende la dignità e  la soggettività delle donne e  avrà sicuramente conseguenze negli USA. Potrebbe innanzi tutto implementare la pratica tragica degli aborti clandestini ma anche, potrebbe,  mettere a rischio altri diritti: l’uso della contraccezione, i matrimoni con persone dello stesso sesso. Porterà inoltre molta pressione psicologica sulle donne. E in Italia? Siamo fortunati: la 194 è ben blindata, ma sicuramente il caso  americano farà riaprire il dibattito sulla questione. E non è detto che non vi sia un vantaggio: quello di vedere una applicazione completa e concreta soprattutto degli aspetti preventivi della legge, quale ad esempio una buona, seria educazione alla sessualità e alla relazionalità.

lunedì 27 giugno 2022

Corso Mindfulness in presenza: facciamo rifiorire i nostri sogni


 

                                           M I N D F U L N E S S     


 Tre incontri in presenza e online: mercoledì 6 luglio, mercoledi 13  luglio, mercoledì 20

                               dalle  ore 19 alle ore 20 e 30

  E’ ora di ripartire ma:  “Accogliamo la nostra fragilità e sviluppiamo saggezza facendo rifiorire i nostri sogni”

Pratiche di consapevolezza, pratiche di compassione, gentilezza amorevole, equilibrio, gioia condivisa, riflessioni su testi di saggezza.

 La MINDFULNESS:

riduce ansia, stress, depressione, disturbi ossessivi-compulsivi, somatizzazioni, disturbi del sonno, senso di inadeguatezza di Sè

potenzia le difese immunitarie e la capacità a resistere agli eventi avversi e al dolore della vita

agisce sul dolore cronico e sui disturbi in area psicosomatica (psoriasi)

●promuove la longevità ed il benessere fisico e psichico

 

 

 Il corso è aperto ad un massimo di sette persone

Per informazioni ed iscrizione (obbligatoria): “Centro Psicologia Umanistica Cassino”, via Molise, 4, 0776/25993,cell.3382481768; email:mariafelice@humanistic-psyc.it