Neuroscienze, neuroetica, filosofia della mente, psicoterapia

venerdì 13 marzo 2015

EDith Stein una delle prime filosofe del'900. Sviluppò il primo studio esaustivo e d approfondito sul tema dell'empatia


Edith Stein,  ebrea come Simone Weill e Hanna Arendt. Tre donne filosofe che hanno segnato il percorso speculativo del secolo scorso. Tre donne il cui discorso si dispiega sullo sfondo drammatico del nazismo.Voci che hanno saputo interpretare il desiderio della donna a poter essere piuttosto che ad avere, contro il conformismo massificante della contemporaneità. Un poter essere che si esprime nella Arendt attraverso la teorizzazione di una filosofia inserita pienamente nella vita e nel sociale, nella Weill nella ricerca di una mistica estetica , nella Stein  nella comprensione dell’uomo. La loro opera è inscindibile dalla loro vita. Tre donne filosofe ed ebree il che vorrà pur dire qualcosa.

Edith  Stein nacque a Breslavia nel 1991. Intraprese nella stessa città gli studi di letteratura e di psicologia. Nel 1913 si trasferì a Gottinga, attratta dall'ambiente universitario particolarmente innovativo. A Gottinga si parlava di filosofia dalla mattina alla sera! Ella era particolarmente dotata, per cui le fu facile inserirsi nel mondo universitario. Qui divenne allieva e poi assistente di  Edmund  Husserl, il fondatore della fenomenologia. Discuterà proprio con lui la tesi di dottorato  che darà luogo al primo lavoro teorico della Stein pubblicato con il nome de “Il problema dell’empatia”. Si tratta del testo forse più conosciuto della filosofa, tornato in auge soprattutto  dopo la scoperta, in ambito neuro scientifico, delle cellule specchio, che sono appunto i neuroni responsabili delle nostre capacità empatiche. Dunque  nel 1916 divenne dottore in filosofia, cosa molto insolita per quei tempi. Dopo due anni di collaborazione lasciò il maestro  anche se rimase in ottimi rapporti con lui. Nel 1922 la conversione al cattolicesimo. Racconta lei stessa  le circostanze della sua conversione: decisiva fu la lettura della vita di Santa Teresa  letta in una sola notte in un'estate del 21. La conversione, che all’epoca si verificò spesso, era un tema drammatico per gli  ebrei. L’esser diventata cattolica non segnò per la Stein il distacco dal suo essere ebrea, anzi la portò ad una riscoperta della ebraicità.  Tentò successivamente l'abilitazione all'insegnamento universitario ma si scontrò con una mentalità che non concedeva spazio alle donne, anche se ottenne che diventasse legalmente possibile. IN questi anni partecipò al dibattito sulla condizione femminile della donna elaborando il suo punto di vista, innovativo per l’epoca, di una specificità dell’animo femminile (Formazione e vocazione della donna)Nel 1931 e 32 le si presentarono altre due occasioni di insegnamento universitario che sfumarono rapidamente.Andò, dunque, ad insegnare nell'istituto tedesco di pedagogia scientifica di Munster ma nel ‘33 una nuova legge del Reich impedì   agli ebrei l'accesso all'insegnamento. Edith aveva già intuito da tempo che il nazismo era estremamente pericoloso (LO paragonava al Maligno) e che gli Ebrei erano in pericolo estremo. Ha la possibilità di andare ad insegnare in America Latina ma decide, assecondando una vecchia idea, di entrare al Carmelo di Colonia. Questa decisione non fu compresa considerando che la Stein era una filosofa molto conosciuta  nell’ambito scientifico, amante degli studi e della ricerca, pienamente immessa nella vita attiva.  Nel Carmelo finisce, forse, il testo più importante della sua elaborazione teorica “Essere finito ed essere eterno”(1936) che non poté, ovviamente, essere stampato per le leggi restrittive nei confronti degli Ebrei. In questo testo la grande fenomenologia tenta una conciliazione tra la fenomenologia ed il pensiero di San Tommaso. Intanto le condizioni di vita degli ebrei sono diventate  impossibili: c'è una vera e propria caccia all'ebreo. Edith, insieme alla sorella Rosa che l’ha seguita in convento, viene fatta espatriare in Olanda presso il convento di Echet. Ma nel 1940 i tedeschi invadono l'Olanda. Essi avevano promesso che non avrebbero perseguitati  gli ebrei convertiti prima dell'invasione. Nel 1942 viene decisa la soluzione finale degli ebrei e incominciano le deportazioni di massa verso i campi di sterminio. I vescovi olandesi pubblicano un documento di condanna della persecuzione antisemita. Immediata fu la risposta vendicativa  delle forze tedesche: qualche giorno dopo il 2 agosto 1942 vennero deportati cattolici olandesi di origine ebrea. Due agenti della gestapo  fecero irruzione nel Carmelo e prelevarono anche Edith e la sorella Rosa.Furono condotte a  Westerbork,  un vero e proprio campo di smistamento .Il 7 agosto furono trasferite ad Auschwitz.Il 9 agosto Edith morì in una camera a gas. Nel 1998 Giovanni Paolo II la canonizzò come martire della  e successivamente  la  proclamò co-patrona  d’Europa.



 

 

 

 

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