Neuroscienze, neuroetica, filosofia della mente, psicoterapia

venerdì 31 marzo 2017

III convegno di Neuroetica e filosofia delle neuroscienze a Cassino: emozioni, psicologia animale, empatia, scelte economiche, multitasking

III Convegno  Cassinate di  Neuroetica e Filosofia delle Neuroscienze il 1 aprile a Cassino: “Emozioni e ragione”.
Anche quest’anno la Sine (Società italiana di  Neuroetica e Filosofia delle Neuroscienze ) sarà a Cassino con rappresentanti significativi di questo settore: Alberto Oliverio (Univ.La Sapienza, Roma): “Come nascono le emozioni e come evolvono nel corso della nostra vita”, Marco Celentano(Univ.Cassino): “Menti e culture animali. Un mondo da conoscere e da difendere”,  (Univ.Cattolica, Milano); Rossella Guerini (Univ.Roma3): “L’attenzione e il multitasking: che cosa riusciamo a fare simultaneamente?”;Nicola Canessa (IUSS-Pavia) “Che cosa ci guida nelle nostre scelte economiche?” ; Sarah Songhorian (Università Vita-Salute San Raffaele, Milano): “L’emptia. Mito e realtà di un’emozione chiave”. IL convegno, patrocinato dall’Ordine Nazionale degli Psicologi e dall’Ordine Regionale degli Psicologi del Lazio è organizzato  dalla dott.ssa Pacitto (Centro di Psicologia Umanistica e Analisi Fenomenologico-Esistenziale), membro  della Sine , in collaborazione  con gli sponsor : Banca Popolare del cassinate (Presidente dott. Donato Formisano,Vicepresidente prof. Vincenzo Formisano),azienda FERONE Srl (Gianni Ferone).
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Lo sviluppo delle neuroscienze cognitive, grazie all’uso di nuovi strumenti d’indagine non invasivi del nostro cervello, ha permesso di conoscere molti meccanismi che sono alla base della nostra mente e dei nostri comportamenti quotidiani. Sono nate perciò una serie di branche  neuroscientifiche : la neuroetica,  la neuroestetica, la neuroeconomy, la neuropolitica, ecc… . La Neuroetica è nata intorno agli anni ’90. E’ un contesto disciplinare al confine tra alcune scienze specifiche (neuroscienze, psicologia, filosofia della mente, genetica, biologia molecolare, psicologia cognitiva, teoria dell’evoluzione) e la filosofia, in particolare nella declinazione dell’etica. E’ un campo complesso sia in termini di riflessione tematica che di metodo ed è interdisciplinare. Riesce, infatti, a realizzare quello che sembrava impossibile, cioè un dialogo proficuo  tra saperi scientifici ed umanistici, che vede lavorare, fianco a fianco, neuroscienziati, biologi molecolari, psicologi cognitivisti, psicologi evoluzionisti, filosofi della mente e filosofi morali.  
 La Neuroetica può essere intesa in due sensi: innanzi tutto come analisi delle questioni etiche sollevate dalle scoperte neuroscientifiche e dalla loro applicazione e , in questo senso, è al confine della bioetica. In un altro senso può essere intesa come l’investigazione, secondo una prospettiva naturalistica e, dunque, cerebrale, di alcuni problemi tradizionali dell’etica e della psicologia morale. E’ comunque un campo d’indagine sempre meno riservato agli specialisti e destinato ad entrare inevitabilmente nella nostra vita quotidiana, nella cronaca e nella società, per le enormi ricadute  nell'ambito del diritto, della farmacologia, della salute mentale e della vita sociale. Tre anni fa in Italia è nata la Società di Neuroetica e Filosofia delle Neuroscienze (Sine) che raccoglie  ricercatori e studiosi italiani .
Il filo conduttore del convegno di quest’anno sarà il tema “Emozioni e ragione”, attorno al quale si svilupperanno i temi specifici, scelti in base non solo ad un interesse di tipo scientifico ma anche alla loro significatività ed urgenza per la vita quotidiana.
Nella storia del pensiero occidentale emozioni e ragione sono sempre state considerate contrapposte,  con una attribuzione di un ruolo subalterno alle prime. Questo forse ha determinato un ritardo nello studio delle emozioni, dovuto anche alla difficoltà di studiarle. Oggi sono al centro della ricerca psicologica e neuroscientifica. In particolare l’interesse per questo ambito si è risvegliato dagli anni ’90 del ‘900 in poi grazie anche allo sviluppo della neurobiologia animale e delle neuroscienze affettive (Ledoux, Panksepp, Porges) . Con i nostri fratelli animali noi condividiamo schemi emotivi di base che determinano alcuni nostri comportamento. Ma in quanto soggetti umani abbiamo una vita emotiva complessa che può essere fonte del nostro benessere (si pensi all’amore, alla gioia, alla curiosità, all’entusiasmo, ecc…) ma anche delle nostre sofferenze (terrore, disperazione, sfiducia ecc..). Le neuroscienze hanno appunto rivelato il ruolo centrale che le emozioni hanno nella nostro vita personale e relazionale: siamo cablati per entrare in relazione con gli altri e lo facciamo attraverso le emozioni. La ricerca sulle emozioni è stata incentivata anche dalla necessità di far fronte all’aumento dei disturbi dell’area emotiva: dai fenomeni di disregolazione all’ansia ormai dilagante che si presenta, quest’ultima, anche in persone considerate mentalmente sane. Le emozioni sono presenti nella nostra vita anche quando pensiamo di essere razionali e di fare scelte oculate, come ad esempio si verifica nelle scelte economiche. Un tema di grande rilievo se si pensa ai disastri economici che si sono verificati nell’ultimo decennio. Ma le emozioni sono alla base anche dei nostri comportamenti morali e prosociali: l’empatia è ciò che ci rende solleciti verso gli altri, come già alcuni filosofi utilitaristici avevano sottolineato. L’empatia, concetto complesso e, talora, banalizzato, è stato rimesso in circolo dalla scoperta dei neuroni specchio, fatta alla metà degli anni’90 da Giacomo Rizzolatti e dal suo staff. Una scoperta che può essere considerata tra quelle più significative del secolo scorso e per la quale Rizzolatti meriterebbe il Nobel. ( Demeritiamo per molte cose ma in ambito neuroscientifico in Italia siamo molto avanzati). E’ stato inserito nel convegno, considerando la sua rilevanza sociale, anche il tema del multitasking e dell’attenzione, meccanismo, quest'ultimo, complesso e non del tutto esplorato. Mantenere stabile l'attenzione è cosa difficile ma i sono tecniche che possono aiutare a dirigere l'attenzione e a mantenerla stabile come la mindfullness. Siamo in un mondo dinamico che vuole risposte immediate, veloci, ma la ricerca ci dice che fare più cose contemporaneamente  (ad esempio guidare e parlare al telefonino) deprime il livello della nostra attenzione con conseguenze gravi anche per la nostra incolumità. Infine il tema della psicologia animale: negli ultimi anni si è sviluppata molta ricerca in questo settore che ha portato ad attribuire alle specie animali più evolute una coscienza primaria, emozioni e comportamenti prosociali. In particolare la conoscenza della psicologia dei primati ci aiuta a capire come siamo diventati quello che siamo. Quello che stiamo scoprendo sugli animali rischia di portarci a rivedere molte nostre convinzioni rispetto alla razionalità e ai processi cognitivi.
 L’obiettivo del convegno è, oltre a  suscitare l’interesse dei ragazzi della scuola secondaria per la Neuroetica e la Filosofia delle Neuroscienze in modo da aprire nuovi scenari di scelta di studio e di professione (eventuali, futuri, giovani ricercatori), quello di diffondere le conoscenze scientifiche e le problematiche morali ad esse connesse tra un pubblico che non sia costituito da soli addetti ai lavori . Infatti, quelli  affrontati sono temi che riguardano tutti, in considerazione della loro rilevanza per la salute e per la vita sociale. Non meno importante è l’obbiettivo di accorciare la distanza tra la ricerca  e la pratica di base : clinica (psichiatrica e psicoterapeutica) medica, educativa.
Il convegno che si terrà a Cassino, dalle ore 10 alle 16, presso la sala degli Abati (piazza Corte), prevede la partecipazione gratuita.
 
 

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