Neuroscienze, neuroetica, filosofia della mente, psicoterapia

sabato 2 giugno 2018

Mindfulness e Neuroetica." La mindfulness apre nuove prospettive di ricerca nell’ambito dei comportamenti prosociali e della riflessione morale": paper di Maria Felice Pacitto al Congresso di Neuroetica e Filosofia delle Neuroscienze (Università Vita e Salute San Raffaele- Milano, maggio 2018)


Il costrutto Mindfulness è, attualmente, molto diffuso e fa riferimento ad un insieme di pratiche di meditazione che, pur avendo una radice comune nel Buddismo, sono diversificate in termini di modalità applicative, di funzioni psichiche e circuiti neurali coinvolti e di risultati ottenuti



Nel Buddismo, una componente molto significativa ed imprescindibie, è l’ attitudine morale che si concretizza nella pratica della compassione. In detta pratica, sviluppata secondo una prospettiva fiosofico-religiosa, la compassione è un costrutto complesso, solo parzialmente sovrapponibile al corrispettivo concetto utilizzato nella prospettiva filosofica e psicologica Occidentali.  Questa,  non ha troppo esplorato il tema della compassione  privilegiando, invece, il costrutto dell’empatia, con la quale, spesso, la compassione viene confusa. La Mindfulness ha recuperato questa dimensione dell’animo umano proponendola come oggetto di ricerca scientifica. Tra l’altro, su questo costrutto si sono sviluppate alcune pratiche psicoterapeutiche (Self Compassion, TFC).  
Esiste, ormai, un cospicuo numero di studi i quali dimostrano, appunto, che la Mindfulness compassionevole (Compassion Meditation, Loving Kindness) determina un enhancement dei comportamenti prosociali ed altruistici, in quanto attiva circuiti cerebrali coinvolti nell’empatia e nell’assunzione del punto di vista dell’altro (insula, ACC), nella percezione sociale e nella teoria della mente(TPJ, pSTS), nel controllo emotivo volontari (dLPCF), nei  meccanismo del piacere e del benessere (nucleo caudato, ACC). Ma il dato interessante è che anche la sola pratica della Mindfulness (Protocollo MBSR, Meditazione di consapevolezza- FAM), disancorata da un esplicito riferimento (filosofico-religioso) alla compassione, può sviluppare ed  implementare un’attitudine ai comportamenti prosociali e altruistici (Condon et al., 2013). 




L’ipotesi è che tale fatto si verifichi in modo indiretto (i meccanismi di base della Mindfulness non sono intrinsecamente fenomeni motivazionali della prosocialità e dell’altruismo), attraverso il reclutamento (testato da tecniche di neuroimaging) di circuiti cerebrali, deputati ad altre funzioni, ma coinvolti nei comportamenti prosociali ed altruistici, circuiti cerebrali che sono correlati con dimensioni di base della moralità (così come vengono sottolineate secondo una prospettiva filosofica e psicologica) e con condizioni fisiologiche e mentali (benessere, no-stress), che facilitano il comportamento morale. E’ evidente che  l’applicazione della Mindfulness assume un’estrema rilevanza nel contesto educativo ai fini della promozione di comportamenti prosociali ed altruistici, anche se non è scevra da un implicito riduzionismo.


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