Neuroscienze, neuroetica, filosofia della mente, psicoterapia

lunedì 15 ottobre 2018

Perché ci piace tanto "La vita promessa"? Una strepitosa Luisa Ranieri








Mi ha sorpreso il successo dello sceneggiato “La vita promessa”: un storia d’altri tempi, corale fuori del target delle cose che oggi generalmente si ama vedere . Uno sceneggiato che rimanda a quelli di una volta. Ma evidentemente le narrazioni dal grande respiro parlano ancora al cuore delle persone. Semplicemente perché abbiamo bisogno di narrazioni, di storie, abbiamo bisogno di raccontarle e di ascoltarle. E’ ciò che ci  rende specificamente umani: gli animali non ne sono capaci. E poi l’allure è data da una strepitosa Luisa Ranieri. E’ lei che ha il comando e guida tutta la narrazione. Gli altri, l’intero contesto ruota intorno a lei. Ma perché ci piace tanto Carmela e ci trascina? Perché è un personaggio complesso, ricco, dalle molte sfaccettature: è un materno solido che difende e protegge i figli fino a scelte assurde e moralmente discutibili come l’inganno consumato ai danni della giovane conterranea che si troverà a sposare Rocco, un ragazzo che a causa di un trauma subito ha gravi problemi psicologici. Un materno, dunque, che aggancia quel materno archetipico, ancestrale, in cui affonda l’inconscio dei popoli mediterranei . Ma Carmela è anche sensuale carnale capace di suscitare desideri e di provarne, sia pure soffocandoli. E tutto questo L
uisa Ranieri sa renderlo alla perfezione. E poi questo amore “sospeso”, mai dichiarato, appena accennato, tra l’emigrante che ha fatto fortuna e Carmela. Un “amore sospeso” che tiene in costante attesa e curiosità lo spettatore e che si dichiara solo alla fine.

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