Neuroscienze, neuroetica, filosofia della mente, psicoterapia

venerdì 17 settembre 2021

Ci offendono le polemiche dei novax, degli antigreen pass, il pretestuoso riferimento alla libertà, parola nobile che andrebbe usata per ben altri motivi

 (articolo già pubblicato sul quotidiano L'Inchiesta)

 Siamo stati capaci di arrivare alla quarta fase della pandemia. Dico “ siamo stati capaci” perché  l’aumento dei contagi e dei ricoveri è un nostro prodotto, complici i tecnici del mestiere con le loro affermazioni spesso contraddittorie e troppo speranzose, complici i politici che hanno dovuto fare i conti con le pressioni dei rappresentanti di categorie di lavoratori ed hanno concesso maglie larghe agli assembramenti, e alle folle turistiche. Ingenuo essersi affidati al senso di responsabilità dei singoli cittadini. Non recita forse così la saggezza popolare “a chi dai il dito si prende tutto il  braccio”. Ma un contributo consistente è stato dato anche dai novax, molto più numerosi di quelli dichiarati, perché non tutti hanno il coraggio di dichiararsi.  Ma l’obbligo del green pass, per la partecipazione  alla vita pubblica, sta avendo anche la funzione di stanare quelli che si rifiutano di vaccinarsi  e si nascondano dietro il rifiuto di procurarsi il green pass in quanto strumento di controllo dei cittadini ed implicito obbligo a vaccinarsi con forte lesione della libertà individuale, dei diritti umani e della dignità della persona. Certo esiste il diritto di  scegliere se curarmi o meno ma quando la malattia riguarda solo me e ne va solo della  mia sopravvivenza. Ma il covid è una malattia  pandemica ad altissimo tasso di contagiosità,  allora il limite della mia libertà costituisce la garanzia del diritto altrui di vivere e stare bene.  Un popolo consistente quello dei novax, alimentato da fake- news sui vaccini,  diffuse  da piattaforme social seguite da svariati milioni di persone. Non si tratta solo di soggetti culturalmente sprovveduti: tra quelli  che si lasciano incantare dalle bufale più fantasiose riguardo il virus ci sono anche medici, psichiatri, intellettuali. Il che conferma  quanto già  accertato dalla ricerca scientifica: la profonda irrazionalità dell’essere umano. Il questo clima difficile ed incandescente  è apparsa inopportuna la presa di posizione di Cacciari (che tra l’altro si è vaccinato)e di Agamben, i quali avrebbero voluto  sottolineare (così hanno motivato il loro intervento) semplicemente un problema di tipo politico-giuridico e lamentano di non essere stati compresi. Sarebbe   anticostituzionale procedere per stati di emergenza (appunto il green pass)cosa che limiterebbe la nostra libertà ed introdurrebbe una netto discrimine tra cittadini di serie A (quelli vaccinati e quindi liberi di muoversi)  e cittadini di serie B (i non vaccinati e con forti limitazioni di  movimento e partecipazione alla vita pubblica ). Andando avanti di questo passo, con procedure di emergenza, sostengono i maitre à penser,  si rischia fortemente una situazione analoga a quella in cui fu possibile la nascita della Repubblica di Weimar, foriera poi delle successive tremende sciagure per l’Europa . Se vogliamo fare della speculazione teorica potremmo parlarne. Ma noi dobbiamo, primariamente, confrontarci con la realtà attuale, che è molto diversa dalle circostanze economiche, sociali culturali e politiche in cui detta Repubblica si affermò. La storia non si ripete mai allo stesso modo. Confrontarsi con il momento storico attuale e risolvere i problemi che esso pone è ciò che la prassi politica fa, mietendo spesso errori e scivoloni, come nella circostanza attuale in cui sono state fatte scelte di comunicazione inefficaci discutibili, inframmezzate a decisioni a loro volta tentennanti e cedevoli agli umori e alle pressioni dei rappresentanti di alcune categorie. Sappiamo perfettamente che il vaccino ha provocato qualche decesso e qualche problema in alcuni soggetti, sappiamo che  non ci protegge in assoluto dall’infettarci ma, è certo, ci protegge dal contrarre il virus in forma acuta e dal morire , soli, tra atroci sofferenze. Come in altre circostanze di pandemia ( e la storia dei vaccini ce lo mostra), con vaccini e green pass è stata fatta la scelta del male minore il che significa la scelta più ragionevole possibile. Ci offendono perciò le polemiche dei no-vax, le dimostrazioni anti green pass, il pretestuoso riferimento alla libertà, parola troppo nobile per essere usata in questo contesto.

Ma che cosè la libertà? Possiamo provare a darne alcune definizioni, sicuramente però non è fare come ci pare. Libertà è potere godere dei diritti fondamentali; potremmo anche dire, in chiave politica, che libertà è essere affrancati dal bisogno e, in chiave psicoanalitica, che libertà è essere affrancati dal peso del proprio passato. Ma fondamentalmente libertà è intesa come  capacità e possibilità di scegliere in modo autonomo. In questo senso libertà è molto vicina al concetto di libero arbitrio, concetto che la ricerca neuroscientifica degli ultimi anni ha rinverdito riaprendo il dibattito su questo vecchio tema ma sulla base delle evidenze empiriche. Molti conoscono l’esperimento di Libet degli anni 80, esperimento riprodotto successivamente più volte con la strumentazione di neuroimaging. Ciò che emerge da questo tipo di ricerca è che noi prima agiamo e poi ne diventiamo consapevoli. Se questo è il funzionamento del nostro cervello-mente, che ne è del libero arbitrio? UN tema scottante sul quale non si è ancora giunti ad una conclusione. Un tema vasto e complesso che lascio alle sede più adatta che è il Convegno di Neuroetica e Filosofia delle Neuroscienze che puntualmente organizzo ogni anno a Cassino. Quello che penso io, rimanendo sul piano del funzionamento cervello- mente, è che noi abbiamo una possibilità di scelta ma tra opzioni già date che vengono prodotte preriflessivamente (o inconsciamente) nella nostra mente . Allo stesso modo la nostra libertà si esercita in un mondo in cui possiamo scegliere   tra varie possibilità e circostanze già date che non dipendono da noi. Pertanto i novax e gli anti green pass possono legittimamente scegliere di non vaccinarsi ma poi devono responsabilmente accettare le conseguenze della loro scelta  cioè rinunciare a condurre una vita pubblica, perché responsabilità e libertà sono indissolubilmente legati anche se apparentemente sembra difficile tenerle insieme. Ma  In una società sempre più individualistica e narcisisistica qual è la nostra, qualsiasi  limitazione è  difficile che possa essere accettata e parole come responsabilità hanno perso significato.

Nessun commento :

Posta un commento