Neuroscienze, neuroetica, filosofia della mente, psicoterapia

venerdì 23 dicembre 2022

Chiude "L'Inchiesta", storico quotidiano cassinate

 

L’Inchiesta chiude. Che tristezza! C’è sempre tristezza quando una cosa finisce e soprattutto quando questa cosa non avrebbe dovuto finire ma, semplicemente, soccombe a una serie di contingenze: di tipo economico, la disaffezione per la lettura, l’avanzare di Internet che ci sommerge di informazioni gratuitamente, e che scardina quel vecchio rituale giornaliero (per molti primo atto quotidiano) del comprare il quotidiano e, magari, di leggerlo seduti al tavolo di un bar mentre si fa colazione. L’Inchiesta ha avuto un arco di vita lungo dato che nasce negli anni’90, sia pure costellato da vicende alterne: momenti di difficoltà alternati a periodi di grande successo. L’Inchiesta ha rappresentato non solo uno strumento di informazione fondamentale per i cittadini e di sviluppo culturale considerando l’ampiezza dei temi che vi venivano ospitati: dalla politica, ai fatti di cronaca, a temi più specificamente colti,  al focus speciale e puntuale sulle questioni emergenti locali. Raccoglieva una pluralità di punti di vista che potevano esprimersi liberamente e democraticamente. Uno spazio in cui poteva esercitarsi la “critica”, uno spazio di denuncia e perciò di funzione civile e di etica pubblica . Che cos’è un paese senza possibilità di potersi esprimere e poter esercitare la critica? E’ un paese che viene amputato di una parte del suo livello di democrazia. Nell’antichità, anche nei regimi assolutistici che sicuramente non erano democratici, esisteva il parresiastés colui che diceva la verità a rischio anche della propria vita. I sovrani lo tolleravano e guai a non averlo! Ebbene sull’Inchiesta si è avuta la possibilità di esercitare il diritto di critica in piena libertà, senza mai alcun taglio di un articolo o alcuna censura. Certo non si rischiava la pelle come nell’antichità ma, pure, si rischiava di suscitare il malumore di alcuni se non l’astiosità spesso palese e disturbante. Ma l’Inchiesta è stata anche una palestra di apprendimento ed esercitazione per molti giovani che sulle pagine dell’Inchiesta si sono fatti le ossa. Io stessa invitata, dal direttore Stefano di Scanno, fin dalla sua nascita a scrivere per il giornale, ho  imparato a scrivere e a sperimentare una modalità diversa.

Con la chiusura dell’Inchiesta se ne va un pezzo di storia cassinate. Cassino, perde molto: un giornale locale esprime sempre una certa identità di quel paese. A me personalmente mancherà l’opportunità di dire la mia sulle molte cose  che osservo nel paese e che non mi piacciono, e di dirlo pubblicamente. Non è la stessa cosa che dirlo su un blog. Una sorta di lutto, la perdita dell’Inchiesta, che si aggiunge a quelli collezionati durante quest’anno: la fine dell’illusione o meglio della speranza che gli uomini, a fronte di una crescita cognitiva non indifferente, fossero diventati migliori, l’illusione che l’eguaglianza e la parità di diritti tra uomini e donne fosse vicina. La guerra in Ucraina  e le tristi vicende dell’Iran hanno spazzato via ogni illusione.

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