Neuroscienze, neuroetica, filosofia della mente, psicoterapia

mercoledì 11 settembre 2013

Etica e psicoterapia



La psicoterapia è neutrale rispetto ai valori e all’etica?  La cosiddetta neutralità dell’analista  fu un’esigenza che si pose nel periodo del primo sviluppo della psicoanalisi per tutelare l’analista ed il cliente da eventuali coinvolgimenti emotivi ed erotici (si veda a tal proposito la vicenda Sabine Spierein-Jung-Freud) che potessero mettere a rischio il trattamento terapeutico stesso.. Questo, però, portò anche ad eliminare qualsiasi coinvolgimento empatico nei confronti del paziente ed anche a prendere le distanze dai sistemi di valore e dall’etica. Oggi sappiamo invece che l’empatia non solo è necessaria  nell’ambito terapeutico ma è uno dei fattori primari che facilitano la guarigione. Il recupero dell’etica e dei valori in ambito psicoterapeutico è dovuto alla Psicologa Umanisica, la quale ha sottolineato come trovare la propria identità, individuarsi non possa prescindere dai valori i quali sono le linee guida della nostra esistenza. Per Maslow essere sani significa essere moralmente buoni.  Ma anche Erich Fromm, assumendo una posizione critica nei confronti della psicoanalisi che per costruire una psicologia scientifica la separò dalla filosofia e dai valori, ritiene che i nostri comportamenti e i nostri pensieri poggino sui  giudizi di valore. Non si possono comprendere  i disturbi emotivi e mentali se non si comprende la natura dei conflitti morali. Molte nevrosi, infatti, originano da conflitti morali irrisolti. Per cui risolvere la nevrosi significa risolvere il conflitto morale. (per approfondire vedi: Buoni si nasce, soggetti etici si diventa. La costruzione della mente etica….Ed. Pendragon)



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