Neuroscienze, neuroetica, filosofia della mente, psicoterapia

lunedì 7 ottobre 2013

"Piangi pure", l'ultimo libro di Lidia Ravera, è una vera rottura di tutti i tabù relativi allaa vecchiaia


Bel pomeriggio, sabato scorso, arricchente, quello che ci ha regalato l'incontro con Lidia Ravera presso la Banca Popolare di Cassino. Bello nel senso etimologico della parola cioè “estetico” che vuol dire sensazione. Perché le emozioni sono costruite sulle sensazioni e l'altra sera si sono mossi emozioni e sentimenti. Apprezzamento per la Ravera che ha sfondato l'ultimo e unico tabù rimasto: quello della vecchiaia, parola che non viene mai usata , parola che si cerca sempre di sbiadire  con sinonimi patetici quali età matura, età avanzata. La Ravera è diretta: Iris la protagonista del suo ultimo romanzo (Piangi pure, Ed. Bompiani) è una vecchia (una vecchia vera, senza rifacimenti o ristrutturazioni estetiche) con tutte le angosce che tale età inevitabilmente porta: la paura della solitudine, della povertà, della morte. Perché da quando Iris ha venduto, per risolvere il problema della povertà, la nuda proprietà del suo appartamento è ossessionata dall'angoscia della morte, altro oggetto di rimozione nella società contemporanea. La vecchiaia cammina a braccetto con la  morte semplicemente perché la prelude. E, allora, parlare dell’una, è parlare inevitabilmente anche dell’altra. Questi i temi forti che facevano da sfondo robusto ad un incontro culturale  affatto banale. Una storia tenera e commovente, narrata con garbo, con adesione empatica alle vicende della protagonista senza ipocrisia e senza sottacere gli innumerevoli fastidi, magari le manie, che l’età “tarda” inevitabilmente porta con sé ma svelandone anche le risorse. Basta non soccombere ai luoghi comuni, ai pregiudizi, al già detto.  Perché Iris si innamora (ricambiata) di Carlo, psicoanalista,  con cui si incontra regolarmente ogni giorno per un caffè o un aperitivo. Un amore tardo vissuto con pienezza ed intensità dei sentimenti. Una storia che rompe tutti i tabù e gli stereotipi sulla vecchia: che non si possano nutrire desiderio e  amore, che non si possa essere ancora seducenti.  E poi lei, la Ravera, conversazionale, mai supponente, capace di stabilire una relazione coinvolgente con il pubblico (“la relazione cambia entrambi gli interlocutori”), esplicitamente  critica (la Ravera è Assessore alla Cultura  alle Politiche Giovanili presso La Regione Lazio) nei confronti della politica e dei politici : “ ..non ho mai visto tanta poca passione per la politica!”

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