Neuroscienze, neuroetica, filosofia della mente, psicoterapia

giovedì 14 novembre 2013

A PROPOSITO DI FEMMINICIDIO

Quest'anno si è parlato molto di violenza contro le donne e soprattutto di femminicidio .
 Alcune trasmissioni televisive non ci hanno  risparmiato neanche dettagli macabri, particolari efferati (del tutto irrispettosi delle vittime) sempre nella logicadella soddisfazione di quella morbosità che spesso alligna nell'animo di molti. Parlare di femminicidio  è diventato, dunque, una sorta di nuovo brand spendibile  ai fini di un aumento dell’audience o semplicemente per promuovere se stessi.


  Da molti anni mi occupo della questione femminile con il form “Soggettività femminile e salute di genere” sotto il quale svolgo numerose iniziative di divulgazione culturale e promozione della consapevolezza. Ma mi sono messa fuori del coro delle molte manifestazioni ed iniziative(ognuno fa il suo lavoro e procede a suo modo) perché ritengo che il il femminicidio sia la punta di un iceberg  fatto di questioni, condizioni, complessità  sociali e culturali, psicologiche, relazionali, economiche, che continuano a rimanere spesso inesplorate sotto il ridondante accento posto sul femminicidio che è sicuramente una vera tragedia. Ma è su questo ordine di problemi e tematiche che da sempre cerchiamo di lavorare, ponendo questioni, suscitando interrogativi , riflessioni con l’intento di cambiare qualcosa nella coscienza e nella consapevolezza delle donne.
 Il termine femminicidio, nato una ventina di anni fa e  diffusosi dopo essere stato utilizzato da Marcela Lagarde per indicare l'altissimo numero di omicidi di donne compiuti al confine tra Messico e Stati Uniti,  si riferisce all’insieme di atti violenti e criminosi nei confronti della donna molto diversi tra loro e veicola l'idea di un  intento consapevole di umiliazione e di annientamento morale  e sociale della donna.
  Ma se  nella violenza extrafamiliare v’è,nell'uomo, un orientamento consapevole, distruttivo nei confronti delle donne, Il “femminicidio”  intrafamiliare, che sembrerebbe, tra l'altro, costituire almeno la metà dei casi delittuosi registrati,  presenta ben altri scenari. Esso andrebbe, innanzi tutto, inteso come  uxoricidio. Esso è legato alla complessa dinamica della coppia( dinamica che affonda nella storia infantile e relazionale di ciascun membro della coppia) all'interno della quale un meccanismo di mosse e contromosse portano all’escalation e all'esplosione della violenza.. Questi uomini non odiano le donne, non sono criminali incalliti, anzi sono quelli che le donne dicono di amarle, anzi le uccidono per amore.
  La ricerca in ambito psicologico fornisce spiegazioni attendibili di come possano determinarsi relazioni amorose patologiche che si concludono tragicamente. Da un punto di vista psicologico esiste una stretta connessione tra qualità della relazione con la madre e relazione amorosa tra adulti. La “teoria dell’attaccamento”  spiega  molte forme di legami patologici  che evolvono in esiti tragici. Nella costruzione dell’ ”attaccamento” (relazione madre-figlio)s i formano nel bambino mappe cognitive che determinano le aspettative, previsioni, reazioni, nei confronti del comportamento materno. Tali mappe o script rimangano stabili nel tempo. Esse riproducono, nella scelta del partner e nella costruzione del rapporto affettivo, le stesse modalità della relazione vissuta con la madre.


  Le leggi, le denunce sono fondamentali considerando come le donne vittime di violenza, in qualsiasi forma questa si manifesti, siano spesso scarsamente tutelate allorché denunciano gli abusi subiti. Ma non basta.   Dobbiamo, piuttosto, partire da lontano: col prenderci cura della coppia, col prenderci cura delle madri e dei loro figli incominciando fin dalla nascita, col sostenere la maternità e aiutare le mamme a sviluppare una buona relazione con i propri figli. Ma occorre anche un lavoro educativo con le giovani generazioni di uomini e donne. Se i maschi ritengono legittima qualsiasi prevaricazione sulla donna, è anche vero che molte donne sono eccessivamente cedevoli alla sottomissione come partners e troppo indulgenti come madri nei confronti dei figli.

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