Neuroscienze, neuroetica, filosofia della mente, psicoterapia

martedì 15 settembre 2015

Neuroscienze: lo stress deprime l'altruismo


Costantemente, ogni giorno, siamo bersagliati (anche quelli che cercano di proteggersi) da una quantità di informazioni provenienti da fonti mediatiche, email, suonerie varie,telefonini e da facebook che la fa da padrone. Per molti è diventato un vero e proprio lavoro: postano regolarmente di prima mattina, poi nell'intervallo di pranzo ed infine in tarda serata. Complessivamente non meno di 25-30 post al giorno. Secondo alcuni neuroscienziati, ci troveremmo, oggi, in una situazione davvero paradossale: il mondo digitale che noi abbiamo creato ci domina tanto da sopravanzare la capacità elaborative del nostro cervello. La conseguenza è che, sommerso da una mole di
informazioni, esso  rimane indifferente ai drammi umani che ci circondano e che i media ci espongono e i sentimenti empatici ed altruistici rimangono bloccati. Questo perché i sentimenti prosociali, rispetto alle emozioni primarie ( rabbia, paura, ecc) richiedono un tempo più lungo per essere elaborati. Quando il cervello è sovraccarico di stimoli, non riesce ad elaborare le informazioni più complesse e a produrre comportamenti sociali evoluti. Quando siamo stressati predominano in noi le emozioni primarie e le zone della corteccia prefrontale, responsabili della moderazione degli impulsi, vengono baipassate. Una semplice conferma di questo:quando siamo stanchi, dopo una giornata di intenso lavoro, non siamo disponibili nei confronti della persona che, all'angolo della strada, ci chiede una moneta e rispondiamo scocciati.

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