Neuroscienze, neuroetica, filosofia della mente, psicoterapia

venerdì 31 gennaio 2020

Neuroscienze. Per favore non mettete le mani sulla scuola!


Neuroscienze.Per favore non mettete le mani sulla Scuola!
(Già pubblicato sul quotidiano  l'Inchiesta)
Se c’è qualcosa che mi provoca l’orticaria, questa è l’abuso della parola “cultura”. Si tratta di un  brand, che appartiene, ormai, a quasi tutti. Nobilita, riposiziona socialmente, e, magari, se si riesce ad imbarattolare qualcosa,  fa fare vetrina! Ma la parola cultura è impegnativa, molto impegnativa. La cultura vuole impegno, studio, dedizione. Non ama improvvisazioni ed improvvisatori. E’ una cosa delicata e difficile da maneggiare soprattutto quando la si vuole diffondere. Il rischio è quella di affogarla  e svilirla in pseudo prodotti culturali. Forse siamo troppo severi: in fondo meglio divertirsi e stare in allegria con la pseudo cultura piuttosto che con altro. Ma un danno c’è: abbassare il livello di consapevolezza, delle conoscenze e ottundere la riflessività.
Ma ciò che tollero ancora meno è l’irruzione nella  scuola dei molti che propongono  le più svariate attività per i ragazzi: sport, spettacoli, progetti. Tutti vogliono organizzare qualcosa a beneficio delle scuola, tutti vogliono mettere le mani sulla scuola. Insomma una serie di attività che in sé non sono negative ma che distraggono e sviano dalle attività curriculari, da quelle discipline fondamentali per la strutturazione della mente e per la formazione della persona. Nasce spontanea la domanda: “Ma i fondamentali quando e come si fanno?”. Cioè quanto e quale tempo si dedicano allo studio della lingua e legtteratura italiana, della ,matematica, della filosofia, ecc..? Domanda pertinente   se si tiene conto che i punteggi  del Qi sembrerebbero calati nelle ultime generazioni, a partire dai nati negli anni ’70.

Ma in questo andazzo che vede complici genitori, docenti e dirigenti, non v’è implicito uno scalzare ruolo e competenza dei docenti? E d’altra parte questi signori che hanno tanta voglia di fare per la scuola, perché non hanno scelto la professione di insegnanti?La scuola non ha bisogno di interventi esterni: ha semplicemente bisogno di docenti appassionati della loro disciplina, che sappiano a loro volta suscitare  negli allievi passione per la conoscenza, capaci di accendere giorno dopo giorno curiosità ed interesse. Se si continua ad interessare e motivare i ragazzi con espedienti divertenti ed eccitanti, non faremo che allontanarli dai libri e dalla conoscenza. Un falso concetto di modernizzazione e svecchiamento della scuola ha portato a svuotare la scuola di contenuti formativi essenziali per costruire giorno dopo giorn L’aria vuota, come l’Italia ha  distrutto la sua scuola. I libri, le idee possono costituire una ragione di vita,, possono dare significato all’esistenza. Ciò che si fa, o si dovrebbe, fare a scuola e’ l’occasione per diventare più capaci di capire il mondo, più consapevolmente umani.
o mente e cervello. E’quanto afferma Ernesto Galli della Loggia nel saggio
Ciò che si sta verificando nella nostra scuola  ha qualcosa a che fare con i recenti dati allarmanti dell’Ocse-Pisa relativi alla lettura? Ovviamente sì. Ma l’emergenza lettura, che non riguarda solo i ragazzi ma anche gli adulti, non è una cosa nuova. Già nel 2015 l’ Ocse attribuiva all’Italia un triste primato nell’analfabetismo funzionale.  Segnalava che l’Italia registra uno dei punteggi più bassi in termini di lettura e comprensione (literacy) nei soggetti tra i 25 e i 34 anni provvisti di un diploma universitario, dato che si riflette anche nelle competenze logico-linguistiche degli insegnanti e degli studenti di scuola secondaria. Un dato preoccupante e su cui riflettere. Studi recenti ci dicono che il 28% dei cittadini italiani tra i 16 e 65 anni hanno scarse competenze  nella lettura ed appartengono a famiglie in cui sono presenti meno di 25 libri. I danni più gravi si riscontrano nella cosiddetta lettura profonda o riflessiva. Ma riflettere sulla scuola sembra essere un esercizio inutile e noioso.  Un sistema, la scuola, fatto di cattedre e programmi senza alcuna attenzione per i talenti degli allievi, una serie di continue ed inefficaci riforme sfornate dall’avvicendarsi dei ministri. La speranza di una scuola diversa può essere sostenuta dalla presenza di adolescenti più responsabili consapevoli che un corso di studio richiede impegno, fatica. Coadiuvati, necessariamente, da genitori parimenti responsabili e dotati di buon senso, responsabilmente collaborativi con la scuola .
Mariia Felice Pacitto

Nessun commento :

Posta un commento