Neuroscienze, neuroetica, filosofia della mente, psicoterapia

venerdì 2 agosto 2013

I Gruppi d'Incontro secondo il metodo umanistico-fenomenologico-esistenziale.


3.Il Gruppo d’Incontro (d’ora in poi sempre Gd’I) è un metodo  che nasce negli anni ’60 ad Esalen, nell’ambito del movimento della Psicologia Umanistica, come risposta al disagio esistenziale di una umanità che, stanca del consumismo e del materialismo che caratterizzavano la società americana, aveva un gran bisogno di rinnovamento culturale e spirituale. Il Gd’I, secondo l’approccio da me sviluppato, è un metodo terapeutico a tutti gli affetti, diverso sia da quello rogersiano che da quello tradizionale nato ad Esalen. Ha una cornice teorica  ed un metodo precisi.

E’ un metodo attivo che utilizza come espediente le “esperienze guidate” o esercizi. Si tratta di stimoli che consentono ai partecipanti, oltre che di parlare dei loro vissuti, anche di “agirli”. Non si tratta semplicemente di parlare ma di sperimentare situazioni. Agire significa sperimentare, in un contesto protetto e guidato dal terapeuta, un nuovo comportamento che mobilizzi vari sistemi energetici: cognitivi, emotivi, corporei.

Il metodo da me sviluppato si basa su una determinata concezione della persona che tiene conto  della riflessione filosofica fenomenologico-esistenziale e di quella sviluppata dalla Psicologia Umanistica. In tale concezione della persona vengono riunificate quelle facoltà della mente che una vecchia concezione filosofica e psicologica avevano visto come separate. L’apprendimento ha creato connessioni tra emozioni sensazioni e pensieri, connessioni percorribili a doppio senso. Le esperienze guidate  trovano la loro efficacia proprio in questi  meccanismi: un’emozione può evocare un ricordo, un pensiero triste che a sua volta può innescare altre emozioni, ecc. Pertanto, durante il lavoro terapeutico, si può passare  dal livello emotivo a quello sensoriale, a quello cognitivo, a quello immaginativo, ciascuno dei quali vengono, di volta in volta, in primo piano, mentre gli altri rimangono relegati nello sfondo.



Il G d’I si prefigge fondamentalmnte il raggiungimento di una condizione di salute e maturità psicologica attraverso la sollecitazione delle potenzialità di crescita umana insita in ogni persona. (Dal Sentire all’Essere, pag.127 e segg.). Tra gli obiettivi a breve termine va considerata la capacità di diventare consapevoli di sé come organismo integrato mente-corpo il che significa lo sviluppo delle facoltà umane:

-sensibilità

-cognizione

-immaginazione.

Lo sviluppo di tali facoltà è uno degli obiettivi fondamentali del Gd’I .

Sensibilità: emozioni-sentimenti, sensazioni.

Le emozioni sono importanti per la nostra sopravvivenza, perché contribuiscono alla strutturazione del Sé (Dal Sentire all’Essere, pag.135) e ai meccanismi della coscienza, perché orientano il comportamento sociale. La persona è sempre in una disposizione d’animo, non è mai neutra dinanzi al mondo. V’è una stretta connessione tra emozioni e corpo.  Vengono usate, pertanto, esperienze guidate che coinvolgono il corpo mettendolo in movimento. L’obiettivo è quello di far sì che la persona recuperi la consapevolezza della propria sensorialità e corporeità, la percezione della  affidabilità del corpo.

Cognizione.  La verbalizzazione, momento successiva all’esperienza, consente l’integrazione e l’assimilazione del vissuto nella totalità dei significati di vita della persona. Il valore trasformativo delle parole era già stato intuito da Freud. Tradurre l’esperienza in parole è un primo fattore contenitivo ed ha un effetto benefico sulla salute fisica ed emotiva. L’espressione di una forte emotività che non trovi connessione con il sistema verbale non produce alcun beneficio.

Immaginazione. Le immagini si situano tra il pensiero razionale e le emozioni. Esse hanno il potere di connettere gli stati emotivo-sensoriali al linguaggio cioè ai processi verbali. Le “fantasie guidate” proposte nel Gd’I, condividono con la tecnica iunghiana l’atteggiamento di disposizione attiva, l’assenza di qualsiasi forzatura nel senso di una produzione delle immagini suggerite. Le persone sono in una condizione di rilassamento psico-fisico che facilita la produzione immaginativa.

Il G d’I. è indicato per persone che vogliono conoscere se stesse, sviluppare il loro potenziale umano e autorealizzarsi secondo un progetto di vita, trovare un senso alla propria esistenza, migliorare le loro capacità empatiche e relazionali. E’ anche utile per qualsiasi forma di sofferenza psichica e disagio esistenziale che rientri nella sfera delle nevrosi. Ne trovano giovamento persone sofferenti di disturbo schizoide di personalità, le quali ottengono notevoli miglioramenti sia nella sfera della costruzione della identità che in quella relazionale. Buoni risultati si ottengono a nche con le sindromi depressive. E’indicato, inoltre, per persone che soffrono di disturbi psicosomatici e per tutte le sindromi psicopatologiche in cui vi sia alessitimia. L’alessitimia, che è un disturbo della sfera emotiva, si sta diffondendo  trasversalmente sia alla normalità che a buona parte della patologia mentale: è presente in pazienti affetti da disturbi alimentari, da depressione mscherata, da abuso di sostanze, da disturbo da stress post-traumatico. La “teoria del codice multiplo”,sviluppata da Wilma Bucci  sulla scorta della teoria dell’Infant Research, dà una spiegazione soddisfacente della genesi di tale disturbo. Secondo la Bucci l’attività mentale della persona  è costituita dal funzionamento di tre diversi sistemi (sistema non verbale-sub simbolico, sistema non verbale-simbolico, sistema verbale-simbolico) connessi tra loro, che si sviluppano progressivamente nel corso della crescita dell’individuo e rimangono attivi nel tempo. Tra i tre sistemi si stabilisce una complessa connessione che è definito dalla Bucci “processo referenziale”, processo che inizia fin dalla nascita e che è reso possibile da quello straordinario fenomeno che è la sintonizzazione affettiva madre-bimbo.Nell’alessitimico si sono verificate difficoltà nei processi di connessione tra i sistemi o, nei casi più gravi una mancata connessione. La psicoterapia ha la possibilità di ricostruire tali connessioni e, cioè, di riconnettere le esperienze somatiche ed emotive dissociate con le modalità simbolico-verbali di esperienza. Il G d’I. ha una funzione  speciale in questo senso. Ha infatti un andamento sequenziale molto vicino a quello proposto come “seduta-modello” dall stessa Bucci e da altri autori. Si parte da una situazione emotiva molto forte che conduce al recupero di immagini e di ricordi che vengono organizzati in un racconto. Seguono poi, con l’aiuto del terapeuta, la riflessione e l’integrazione nella vita dell’individuo. Inoltre nel gruppo gli altri partecipanti offrono un modello di espressione emotiva e, quindi, una possibilità di coping.(Per approfondire: “Dal sentire all’essere”, M.F. PacittoEd. Magi)

Maria Felice Pacitto

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