Neuroscienze, neuroetica, filosofia della mente, psicoterapia

martedì 31 luglio 2018

IL disturbo posttraumatico da stress (DPTS), i bambini salvati in Thailandia e la Mindfulness. Che cos'è, come si cura


Il disturbo postraumatico da stress (DPTS) , i bambini salvati in Thailandia e la MIndfulness . Che cos’è e come curarlo.



Il disturbo post-traumatico da stress è una forma di disagio che si sviluppa in seguito ad esperienze fortemente traumatiche. Esso può verificarsi a qualsiasi età e per molteplici eventi drammatici: abusi e violenze sessuali, esposizione a violenza organizzata (condizione di rifugiati, guerre), partecipazione a forme estreme di violenza organizzata (combattimenti assalti di guerra), incidenti automobilistici, disastri naturali (terremoti, alluvioni,ecc…), perdite (lutto, separazione).. Può verificarsi anche in seguito  ad esposizione continua a moduli educativi violenti. Noto già dagli inizi del novecento perché presentato dai reduci della prima guerra mondiale (una guerra unica allora per le sue caratteristiche e per i livelli di sofferenza indotti sulle truppe costrette per mesi ed anni nelle trincee,  per la durezza dei generali, per l’equipaggiamento inadeguato, ecc…)suscitò un forte interesse all’indomani della guerra del Vietnam in quanto ne erano afflitti la maggior parte dei reduci. Ne sono una chiara e drammatica espressione i films  Apocalypse Now,Iil Cacciatore. Da quel momento è stato fortemente studiato grazie anche alle nuove tecnologie di indagine dei meccanismi cerebrali coinvolti. Ultimamente si è ritornati a parlarne a proposito del caso dei 12 ragazzini e del loro allenatore rimasti intrappolati in una grotta in Thailandia e poi salvati. Tutti gli addetti ai lavori si sono chiesti se come e quanto i ragazzi possano presentare anche a distanza di tempo sintomi emotivi, cognitivi,  comportamentali e fisici a causa della terribile esperienza vissuta.

Come si manifesta il PTSD? Con una esasperata sensibilità verso situazioni, stimoli ambientali, che possano in qualche modo ricordare l’evento subito. Pertanto chi è affetto da tale disturbo tende ad evitare il contatto con tutto ciò possa ricordare l’evento drammatico. Pertanto la sua vita si restringe. Si verificano anche stati ansiosi e depressivi accompagnati spesso dall’emergere di flashback relativi all’evento traumatico. Si verificano  frequentemente insonnia e incubi notturni. Lo stato d’allarme in cui vive il soggetto determina un forte danno per la salute in generale.  Forte è anche il rischio di suicidio.
 Non tutti reagiscono ad un evento traumatico nello stesso modo. Un  fattore protettivo è una buone resilienza   ed un benessere psicologico già raggiunto al momento del trauma. Si stima che  il 70% della popolazione abbia subito almeno un evento traumatico nel corso della vita; mentre il 31/%  subirebbe almeno tre o quattro eventi traumatici nel corso della vita.
 Quali sono le conseguenze di un trauma subito durante l’infanzia sulla struttura di personalità? Un trauma cumulativo, quale possono essere violenze fisiche  e psicologiche subite frequentemente all’inter o della famiglia, può dar luogo allo sviluppo di una personalità fortemente border, caratterizzata   da disregolazione  emotiva,  impulsività, tendenza ad agire senza riflettere ed irrazionalmente.  Il distrurbo post traumatico da stress e più diffuso di quanto si pensi in quanto eventi drammatici non sono soltanto alcune situazioni eccezionali ma anche eventi che accadono frequentemente nella nostra quotidianità .
L’accresciuto interesse per questo disturbo psicopatologico ha portato ad inserirlo nell’ultimo DSM (5) in una categoria specifica: Disturbi correlati  al trauma e agli stressor
QUALI SONO I CORRELATI NEURALI del PTSD
In chi subisce un trauma si attiva l’amigdala una formazione  neurale a forma di mandorla che si trova nel sistema limbico e che è fortemente selettiva  nei confronti degli stimoli ambientali negativi. Si attiva ogni volta che abbiamo paura. Dal punto di vista evoluzionistico ha una funzione protettiva. Insieme ad altre strutture cerebrali, quali la corteccia cingolata dorsale anteriore e l’insula, riconosce le situazioni minacciose. Nei soggetti afflitti da PTSD v’è una iperattivazione dell’amigdala che porta una iperreattività nei confronti dell’ambiente.  Come sostiene J.Ledoux, grande studioso delle emozioni, la via che porta l’informazione dalla periferia all’amigdala è veloce  ed è molto più breve di quella che porta l’informazione dalla periferia alla corteccia.. Pertanto dinanzi ad uno stimolo  ambientale nocicettivo la reazione emotiva determinata dall’amigdala è velocissima e immediata,, non viene moderatata dalla corteccia

COME CURARLO?
Il PTSD si cura innanzi tutto con la psicoterapia Gli approcci più efficaci sono quelli che hanno un’attenzione alle componenti emotive e corporee dell’esperienza.
Particolarmente efficace è la Mindfulness inserita in un percorso terapeutico. I sintomi del DPTS, quali perdita di concentrazione, insonnia, ipervigilanza, ruminazione sugli eventi passati, iperemotività, traggono un forte beneficio dall’effetto calmante che le pratiche di meditazione hanno sul corpo e sulla mente. Alcuni studi condotti su soggetti sopravvissuti ad un ciclone nel Bangladesh di alcuni anni fa, hanno rilevato come chi possedesse una tradizione meditativa riusciva a riprendersi più rapidamente dal trauma subito
I farmaci sono meno efficaci della psicoterapia.. Generalmente si ricorre agli antidepressivi ( paroxetina,,sertralina) Attualmente viene utilizzata anche la somministrazione intranasale di ossitocina. Si sta sperimentando anche la stimolazione magnetica transcranica.


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