Neuroscienze, neuroetica, filosofia della mente, psicoterapia

martedì 17 novembre 2015

Stressor non sono solo il superlavoro e gli eventi avversi ma anche i fattori ambientali erelazionali




 Oggi sappiamo molte più cose su come gli stressor (gli agenti stressanti) agiscono sul nostro organismo grazie ad un forte impulso dato alla ricerca nell’ambito delle neuroscienze e della biologia  molecolare. Ma che cosa è lo stress? Si definisce stress la risposta dell’organismo ad uno stimolo potenzialmente stressante. Stressor è invece una situazione stimolo qualsiasi che venga ad alterare la normale condizione di vita di un individuo: può essere sia un evento di valenza positiva (ad esempio il matrimonio) che un evento a valenza negativa (ad esempio un lutto). Stressor è anche un sistema di vita frenetico o il superlavoro, nocivi e logoranti.  Determinante nella reazione allo stressor sono le esperienze pregresse dell’individuo e il significato che egli attribuisce agli eventi stressor. In situazione di forte stress l’organismo produce un eccesso di cortisolo, l’ormone dello stress, che è il peggior killer della nostra salute.
Il cortisolo ha una funzione immunosoppressiva, riduce le cellule dell’ippocampo contrastando la memoria esplicita a lungo termine, riduce la plasticità e la rigenerazione cerebrale. Perciò lo stress, attraverso complessi meccanimi biochimici, è la fonte della maggior parte delle patologie gravi che affliggono la nostra vita: ipertensione, infarto, diabete, asma, osteoporosi, obesità, malfunzionamento della tiroide, colon irritabile, infertilità nella donna, ecc Generalmente, quando si parla di stress si trascurano gli stressor ambientali e cioè l’alimentazione ( solo recentemente si è fatta una larga informazione sui danni causati dall’abuso di carne), l’inquinamento acustico, le  sostanze chimiche e i pesticidi, che, attraverso meccanismi epigenetici, oltre a determinare gravi patologie dell’adulto, agiscono, veicolati dalla madre, già a livello fetale. Esiste, infatti, un fetal programming: il feto è condizionato da tutte le informazioni che riceve dall’ambiente sia in positivo che in negativo. Il genoma è plastico e la massima plasticità è nel cervello, perciò gli stressor ambientali inibiscono la neurogenesi nel feto. L’esposizione materno-fetale sarebbe la causa dell’aumento spaventoso dei tumori infantili e di altre patologie di ordine neurobiologico che affliggono i bambini. Fino a qualche tempo fa si riteneva che alcune malattie fossero determinate dai  nostri geni.Ora sappiamo invece che il Dna è solo una piccola parte del gioco. L’Epigenetica, una scienza relativamente recente, ha dimostrato che i geni non lavorano da soli. E’l’ambiente, fisico e relazionale, che decide come e quando un gene deve esprimersi. E questo fin dallo stadio fetale.
Ormai, è accertato, la mancanza di cure materne (che deve essere considerata un vero e proprio stressor) provoca non solo problemi psicologici, ma alterazioni biochimiche e organiche con la comparsa, a lungo andare, di patologie fisiche. Maltrattamenti, violenze e abusi, oltre a lasciare cicatrici mentali, spesso inguaribili, provocano, a lungo andare, la comparsa di patologie fisiche come obesità, cefalea,  sindromi dolorose, problemi cardiaci, cancro, e accorciano la vita anche di cinque- 10 anni.

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